Nel 1946 il Giro d'Italia aveva come traguardo della 12° tappa la città Trieste, allora oggetto di aspre contese con la Jugoslavia di Tito.
Il 30 giugno durante lo svolgimento della tappa, i ciclisti vennero accolti a circa 30 km dalla città, all'altezza della frazione di Pieris, da un folto gruppo di sostenitori titini che lanciarono pietre sul gruppo.
La polizia intervenne e disperse i dimostranti. Il bilancio fu di un agente ferito.
Gli organizzatori dichiararono, così, conclusa la gara con tempi uguali per tutti i concorrenti, ma alcune pressioni politiche spinsero a fare comunque arrivare al traguardo una delegazione di ciclisti.
La corsa venne, quindi, ripresa a Miramare, e venne fatto vincere simbolicamente il triestino Giordano Cottur (1914-2006).
La polizia intervenne e disperse i dimostranti. Il bilancio fu di un agente ferito.
Gli organizzatori dichiararono, così, conclusa la gara con tempi uguali per tutti i concorrenti, ma alcune pressioni politiche spinsero a fare comunque arrivare al traguardo una delegazione di ciclisti.
La corsa venne, quindi, ripresa a Miramare, e venne fatto vincere simbolicamente il triestino Giordano Cottur (1914-2006).
Il giornalista Bruno Roghi (1894-1962) scrisse su La Gazzetta dello Sport: "I giardini di Trieste non hanno più fiori. Le campane
di Trieste non hanno più suoni. Le bandiere di Trieste non hanno più palpiti. Le labbra di
Trieste non hanno più baci. I fiori, i palpiti, i suoni, i baci sono stati tutti donati
al Giro d'Italia"
C'era una volta...
Foto del gruppo fb TRIESTE CHE NON C'E'
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