La grotta di Boriano è una grotta italo-slovena a ridosso del confine.
Storia
Nota da lungo tempo agli abitanti di Boriano, ne venne documentata la visita per la prima volta
nel 1898 dalla Società Alpina delle Giulie; l'anno successivo Giuseppe Sillani
ne effettuò il rilievo come testimoniano le sigle e date tracciate in quella
occasione e ancora visibili nell'ultima sala.
La grotta, che si trova a nord-ovest del monte San Leonardo,
con l'arretramento del confine italo-jugoslavo venne considerata perduta e
appena nel 1959 si accertò che l'ingresso era ancora in territorio italiano,
sia pur per pochi metri: l'accedervi però richiese molta attenzione e per non
valicare la linea di confine era necessario scendere per una scarpata laterale,
mantenendosi al di qua del paletto di confine.
Passato l'attuale imbocco, che misura 6 m di larghezza e 3 m di altezza ed è parzialmente coperto da rovi, si percorre un ambiente
spazioso, dal suolo in ripida discesa, nel quale si intravedono subito ricche
formazioni calcitiche e massi di crollo; si passa poi ad una galleria piena di
detriti fino ad arrivare ad una strozzatura oltre la quale vi è una grotta
orizzontale piena di stalagmiti e più avanti di bacini pieni di acqua limpida.
Il nome indigeno Jama Vodnica suggerisce che gli abitanti
del luogo vi si recassero in occasione delle grandi siccità ad attingere le
acque delle vasche alimentate da un costante stillicidio e da modeste
infiltrazioni.
SCHEDA DELLA GROTTA
Nome: Grotta di Boriano
Numero Catasto regionale: 125
Numero Catasto storico: 135VG
SCHEDA DELLA GROTTA
Nome: Grotta di Boriano
Numero Catasto regionale: 125
Numero Catasto storico: 135VG
Fonte: wikipedia