Nereo Rocco (Trieste, 20 maggio 1912 – 20 febbraio 1979) è stato un allenatore di calcio e calciatore, di ruolo mezz'ala.
Biografia
Nacque a Trieste il
20 maggio 1912 nel rione di San Giacomo. Ben presto la sua famiglia si
trasferì in Rion del Re, dove poi Rocco abitò per tutta la vita con la moglie
ed i figli.
La famiglia di Rocco era di condizione agiata grazie alla macelleria di loro proprietà che era un'importante fornitrice delle navi nel porto.
Nato ufficialmente come Nereo Roch (il nonno era austriaco, e si era trasferito a Trieste da Vienna), cambiò il suo cognome in Rocco nel 1925, per poter ricevere la tessera del fascio, allora necessaria per lavorare nel porto.
La passione per il gioco del calcio, gli nacque fin da piccolo, osservando le partite della neonata Unione Sportiva Triestina che giocava in un campo di calcio vicino a casa sua: lo storico campo di Montebello dove la Triestina giocò fino al 1932, anno in cui si trasferì allo stadio di Valmaura, l'attuale Stadio Giuseppe Grezar.
Morì il 20 febbraio 1979 nell'Ospedale Maggiore di Trieste, dopo una breve malattia.
La famiglia di Rocco era di condizione agiata grazie alla macelleria di loro proprietà che era un'importante fornitrice delle navi nel porto.
Nato ufficialmente come Nereo Roch (il nonno era austriaco, e si era trasferito a Trieste da Vienna), cambiò il suo cognome in Rocco nel 1925, per poter ricevere la tessera del fascio, allora necessaria per lavorare nel porto.
La passione per il gioco del calcio, gli nacque fin da piccolo, osservando le partite della neonata Unione Sportiva Triestina che giocava in un campo di calcio vicino a casa sua: lo storico campo di Montebello dove la Triestina giocò fino al 1932, anno in cui si trasferì allo stadio di Valmaura, l'attuale Stadio Giuseppe Grezar.
Morì il 20 febbraio 1979 nell'Ospedale Maggiore di Trieste, dopo una breve malattia.
Nereo Rocco, mentre tiene in mano la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale Fonte immagine: Wikipedia |
Carriera
Nelle giovanili: la Triestina
Rocco, prima di esordire come
calciatore, organizzava piccoli tornei con gli amici creando vere e proprie
squadre fino a quando un giorno venne notato da Ovidio Paron, dirigente della
Società Ginnastica Triestina, che lo portò tra le fila della propria squadra.
Nel 1927, grazie all'insistenza dell'amico Piero Pasinati, Rocco entrò a far
parte delle giovanili della Triestina per poi passare alle riserve della prima
squadra. Fece il proprio esordio in Serie A il 6 ottobre 1929 in una partita
contro il Torino, persa dagli alabardati per 1-0. Diventò ben presto titolare a
18 anni, occupando il ruolo di mezz'ala. Rocco giocò con la Triestina dal
campionato 1930-1931 al 1936-1937, otto stagioni, giocando 232 partite e
totalizzando 66 reti.
Nel Napoli e nel Padova
Nel 1937 passò al Napoli con cui, in 52 partite, segnò 7 reti in massima divisione; tra
questi, c'è il gol della vittoria del 5 febbraio 1939 ai danni del Milan per
1-0.
Passò quindi al Padova in Serie B, ottenendovi 47 partite e 14 reti.
Il ritorno a Trieste
Nella stagione 1942-1943 disputò il campionato di Serie C nelle file della squadra, prettamente militare, del 94° Reparto Reggimento Distrettuale di Trieste.
Per un breve periodo, nel dopoguerra, fu allenatore-giocatore della Libertas Trieste, sempre in C.
In totale Rocco ha disputato in massima serie 287 gare in 11 campionati, segnando 69 goal.
Passò quindi al Padova in Serie B, ottenendovi 47 partite e 14 reti.
Il ritorno a Trieste
Nella stagione 1942-1943 disputò il campionato di Serie C nelle file della squadra, prettamente militare, del 94° Reparto Reggimento Distrettuale di Trieste.
Per un breve periodo, nel dopoguerra, fu allenatore-giocatore della Libertas Trieste, sempre in C.
In totale Rocco ha disputato in massima serie 287 gare in 11 campionati, segnando 69 goal.
In Nazionale
Indossò la maglia della Nazionale
in un'occasione: Vittorio Pozzo lo schierò nella partita di qualificazione al
campionato mondiale di calcio 1934, disputata il 25 marzo 1934 a Milano contro
la Grecia e vinta dagli azzurri per 4-0.
Pur facendo parte del gruppo che affrontò il ritiro in previsione del torneo, Rocco non risultò nella rosa dei convocati per il mondiale.
Giocò anche in Nazionale B, segnando il gol con cui 27 ottobre 1935 gli azzurri batterono a Genova la nazionale della Cecoslovacchia per 3-1.
Pur facendo parte del gruppo che affrontò il ritiro in previsione del torneo, Rocco non risultò nella rosa dei convocati per il mondiale.
Giocò anche in Nazionale B, segnando il gol con cui 27 ottobre 1935 gli azzurri batterono a Genova la nazionale della Cecoslovacchia per 3-1.
Nereo Rocco Allenatore
Da allenatore introdusse in
Italia il "catenaccio", il modulo tattico prettamente difensivo ideato in
Svizzera negli anni Trenta. L'allenatore triestino sperimentò questo assetto
già durante la sua carriera da giocatore, quando giocò nel ruolo di libero
nella squadra della Libertas, negli anni dell'immediato dopoguerra. In
un'amichevole contro la più quotata Triestina, Rocco riuscì ad infliggere una
clamorosa sconfitta agli alabardati, che lo prenotarono per l'anno seguente. La
Triestina, finita ultima nella stagione 1946-1947 e ripescata per via della
difficile situazione in cui versava la città nel dopoguerra, grazie al nuovo
giovane tecnico e alla nuova tattica che prevedeva il battitore libero, arrivò
addirittura a classificarsi seconda dietro al Grande Torino nel campionato
1947-1948. Con questo risultato iniziò la storia di Nereo Rocco allenatore.
Venne quasi subito soprannominato
el paròn, "il padrone", soprannome che lo accompagnò per tutta la vita.
Dopo due buoni ottavi posti nelle
stagioni seguenti, 1948-1949 e 1949-1950, Rocco venne allontanato dalla
Triestina per ragioni mai del tutto chiarite ed assunto dal Treviso, in serie
B. Dopo tre stagioni anonime con i trevigiani, Rocco venne richiamato alla
guida della Triestina in Serie A, ma ancora fu esonerato nel corso della
stagione 1953-1954 dopo un pesante 0-6 casalingo patito contro il Milan.
Rocco non rimase disoccupato a
lungo: fu infatti chiamato a salvare il Padova, relegato nei bassi
fondi della cadetteria, pur avendo in rosa giocatori di categoria. Dopo una
salvezza insperata, Nereo Rocco preparò il suo Padova per il grande salto in
serie A, che avvenne nella stagione successiva 1954-1955. Nella sessione
acquisti estiva Rocco fece acquistare Blason, già con lui nella Triestina che
si piazzò seconda, Moro e Azzini, destinati a diventare suoi fedelissimi. Nella
stagione 1957-1958 il Padova si classificò terzo e negli anni successivi
continuò a piazzarsi sempre nelle zone medio-alte della graduatoria.
Dopo aver allenato con Paolo
Todeschini la Nazionale olimpica, classificatasi al quarto posto ai Giochi
della XVII Olimpiade di Roma, Rocco fu ingaggiato dal Milan, dove vinse lo
Scudetto al primo tentativo. Grande protagonista di quella stagione fu il
diciannovenne Gianni Rivera. Nella stagione successiva (1962-1963), Rocco mise
in bacheca la prima Coppa dei Campioni del Milan e del calcio italiano,
battendo a Wembley il Benfica di Eusebio. Dopo questi trionfi, Rocco finì al
Torino, guidandolo per 3 stagioni, con l'acuto del terzo posto nella stagione
1964-1965, per poi assumere l'anno successivo sempre coi granata nella stagione
1966-1967 il ruolo di direttore tecnico. All'inizio della stagione 1967-1968
Rocco fu ingaggiato nuovamente dal Milan con il quale conquistò nuovamente lo
scudetto e, nello stesso anno, la Coppa delle Coppe. La stagione seguente fu
ancora il turno del massimo alloro europeo mentre, in quella ancora successiva,
dopo una memorabile sfida in Argentina contro l'Estudiantes, gli riuscì di
conquistare la Coppa Intercontinentale che al Milan era sfuggita nel 1963.
In quegli anni Rocco consacrò
definitivamente il talento di Rivera; inoltre el Paròn rivalutò gente come il
portiere suo concittadino Fabio Cudicini e l'anziano svedese Kurt Hamrin, già
fromboliere con lui a Padova. Dopo aver guidato i diavoli per altre tre annate,
vincendo ancora una Coppa delle Coppe nel 1972-1973 e la Coppe Italia nel
1971-1972 e nel 1972-1973, l'allenatore triestino lasciò il Milan a febbraio
1974 per divergenze con la dirigenza. Passò quindi alla Fiorentina che sperava,
unendo l'esperienza dell'allenatore triestino al talento e all'energia di
alcuni giovani emergenti quali Antognoni, Caso, Della Martira, Desolati,
Guerini, di poter lottare per lo scudetto. Ottenne un ottavo posto finale in
campionato e lasciò la panchina gigliata a fine maggio 1975, proprio prima
della fase finale di Coppa Italia che i viola vinsero.
Ricoprì successivamente il ruolo
di direttore tecnico nel Padova e per due stagioni nel Milan, per poi tornare
in panchina nel 1977 dopo l'esonero di Giuseppe Marchioro. Vinse la Coppa
Italia edizione 1976-77. Detenne per 28 anni, dal campionato 1977-1978, il
record di presenze come allenatore in serie A con 787 partite, battuto solo nel
2006 da Carlo Mazzone, arrivato a 795 partite.
A lui è intitolato uno dei due stadi di Trieste.
Carriera
Giovanili
1927-1930 - Triestina
Squadre di club
1930-1937 - Triestina
1937-1940 - Napoli
1940-1942 - Padova
1942-1943 - 94° Reparto Trieste
1946-1947 - Libertas Trieste
Nazionale
1934 - Italia
Carriera da allenatore
1947-1950 - Triestina
1950-1953 - Treviso
1953-1954 - Triestina
1954-1961 - Padova
1961-1963 - Milan
1963-1967 - Torino
1967-1972 - Milan
1974-1975 - Fiorentina
1977 - Milan
Fonte: wikipedia
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