Personalità legate al Friuli-Venezia Giulia - Caterina PERCOTO (1812-1887)


Caterina Percoto (San Lorenzo di Soleschiano, 12 febbraio 1812 – Udine, 15 agosto 1887) è stata una scrittrice e poetessa italiana.


Caterina Percoto
Fonte immagine: Wikipedia


La vita

Nata a San Lorenzo di Soleschiano, da una nobile famiglia di avvocati, artisti e uomini di lettere, fu l'unica bambina di sette figli.

Alla morte del padre, nel 1821, la sua famiglia si trasferì ad Udine e lei fu mandata nell'Educandato di Santa Chiara (oggi Educandato Uccellis), a scuola dalle suore. In questo periodo, si sviluppò nella scrittrice una forte avversione per l'educazione monacale delle donne, tema che Caterina Percoto difese per tutta la vita.

Nel 1828 incontrò il primo amore, un giovane di origine ebrea. Proprio per questo, la relazione fu duramente osteggiata sia dalla famiglia che dalle suore.

Nel 1829, lasciò il convento e quindi gli studi per ragioni di carattere economico. Con la famiglia si trasferì di nuovo a San Lorenzo di Soleschiano. Dopo il suo ritorno a casa, cominciò a dedicarsi all'azienda di famiglia e all'educazione dei fratelli minori, aiutata da Don Pietro Comelli, già fattore dei conti Percoto e pievano del luogo. Don Comelli diventerà presto sua guida spirituale e amico sincero.


Carriera letteraria

La carriera letteraria di Caterina Percoto ebbe inizio nel 1839, grazie proprio a Don Comelli che inviò di nascosto alla Favilla di Trieste il primo scritto di Caterina: un commento alla traduzione del Andrea Maffei di alcuni brani della Messiade di Klopstock. Iniziò così il rapporto di Caterina con l'editore Francesco Dall'Ongaro, che ben presto diventò suo mentore.

Immersa nei paesaggi friulani, tra il lavoro nei campi e la coltura dei bachi da seta, Caterina Percoto descrisse nelle sue opere il mondo di povertà del Friuli, sotto il dominio austriaco.

Nel 1841 sulla Favilla escono i suoi primi racconti. Dall'Ongaro la fa conoscere nel mondo letterario italiano.

Nel 1847, dopo un viaggio a Vienna, iniziò una lunga amicizia epistolare con lo scrittore Carlo Tenca. Nello stesso anno muore il fratello Costantino; a lei da questo momento spetta il compito dell'educazione dei suoi giovanissimi figli.

Nel 1848, durante la Prima guerra di indipendenza, fu testimone oculare dei cosiddetti Fatti di Jalmicco; ne rimase talmente sconvolta che da quel momento i suoi scritti divennero politicamente più impegnati.

Negli anni '50 iniziò a scrivere in lingua friulana.

Nel 1854 morì la madre lasciandole per testamento la conduzione dell'azienda.

A 5 anni dall'uscita da parte di Le Monnier della prima edizione dei Racconti, nel 1863 ne esce, per conto del periodico La donna e la famiglia, la nuova edizione in 2 volumi.


Gli ultimi anni

Gli ultimi anni di vita della scrittrice furono si molto difficili, a causa delle sue precarie condizioni di salute, ma allo stesso tempo densi di avvenimenti ed incontri di particolare rilievo.

Nel 1867, ad esempio, incontrò a Udine, Giuseppe Garibaldi in persona. L'anno successivo rifiutò la nomina a direttrice dell'Educandato di Santa Chiara (oggi Educandato Uccellis) e nel 1871 il ministro Cesare Correnti la nominò ispettrice degli educandati veneti.

Nel 1878 e nel 1883 vennero pubblicate due raccolte di suoi racconti, Ventisei racconti vecchi e nuovi e Novelle popolari edite e inedite.

Caterina Percoto morì il 15 agosto 1887 a San Lorenzo di Soleschiano; venne sepolta a Udine, accanto al poeta Pietro Zorutti (1792-1867).

Per ricordare il valore culturale della figura della scrittrice, il Comune di Manzano ha istituito nel 2002 per il 190° anniversario dalla nascita della scrittrice, il Premio Letterario Biennale Caterina Percoto.

Fonte: wikipedia

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