Il conferimento del titolo di Conte della Corona d'Italia richiedeva che Giacomo Ceconi (1833-1910) erigesse una residenza dalle caratteristiche e dalle proporzioni di un Castello. Giacomo Ceconi (1833-1910) decise allora di costruire una villa, che avrebbe dovuto tenere legati i suoi discendenti alla natale Pielungo. Per attendere di persona alla progettazione e alla costruzione della residenza nobiliare, Giacomo Ceconi (1833-1910) si trattenne sempre più frequentemente e per lungo tempo nel suo borgo natio.
L'aspetto artistico-architettonico
Il Castello Ceconi è
un imponente costruzione neo-gotica dallo stile eclettico,
con venature di liberty e dai
riflessi medioevali e rinascimentali.
Presenta merlature e balconi gotici accanto
a finestre rettangolari.
Le quattro statue in pietra sul cornicione rappresentano quattro poeti: Dante Alighieri (1265-1321), Francesco Petrarca (1304-1374), Ludovico Ariosto (1474-1533) e Torquato Tasso (1544-1595).
Le quattro statue in pietra sul cornicione rappresentano quattro poeti: Dante Alighieri (1265-1321), Francesco Petrarca (1304-1374), Ludovico Ariosto (1474-1533) e Torquato Tasso (1544-1595).
I loggiati dalle calde tonalità
cromatiche fanno da contrappunto agli affreschi che si
snodano lungo le due ali del palazzo e a quelli inseriti nelle
lunette dei finestroni gotici.
Nelle due lunette delle finestre ai
lati dell'ingresso principale, si trovano gli affreschi di George Stephenson (1781-1848) e di Alessandro Volta (1745-1827).
Le due personalità geniali e scientifiche affiancano la
raffigurazione della Madonna con Bambino, sopra il portale
principale.
Nell'ordine superiore, sopra le tre finestre del primo
piano sono raffigurate Irene di Spilimbergo e la poetessa Vittoria Colonna (1490-1547).
Nella lunetta centrale, tra le due figure femminili
trova posto Leonardo da Vinci (1452-1519).
Uno degli imponenti torrioni
merlati reca l'effigie di Alessandro Manzoni (1785-1873). Fra
le torri la più alta e sottile era stata concepita per
accogliere una campana, che aveva la funzione di chiamare a raccolta
gli operai.
Il piazzale antistante al palazzo, che si apre fra i
boscosi pendii montani, venne impreziosito da una
fontana in cemento, a forma circolare e a due piani concentriciche fu oggetto di una contesa tra un alpigiano, un
certo Nànol, e Giacomo Ceconi (1833-1910): l'uomo ottenne il diritto di
passaggio nel cortile del Castello per portare la propria mandria ad
abbeverarsi alla fontana.
I servizi del Castello
Il Castello veniva riscaldato a legna, per cui si rendeva necessario il lavoro ininterrotto di un addetto, il cui nome era Florio, all'alimentazione delle enormi stufe di maiolica, che si trovavano in ogni stanza.
I servizi del Castello
Il Castello veniva riscaldato a legna, per cui si rendeva necessario il lavoro ininterrotto di un addetto, il cui nome era Florio, all'alimentazione delle enormi stufe di maiolica, che si trovavano in ogni stanza.
L'illuminazione era invece ad energia
elettrica, ricavata dalla centrale fatta costruire dal Conte presso
il torrente Arzino, ove, attraverso delle tubature a condotta
forzata, giungeva l'acqua dell'acquedotto Agaviva.
Nei
sotterranei del Castello vi erano infine dei forni, utilizzati
per cuocere i cibi tipici friulani ma anche quelli legati
alla tradizione austriaca.
Giacomo Ceconi (1833-1910) aveva designato una stanza del Castello a museo,
in cui conservava gelosamente molti oggetti legati alla sua gioventù
e al suo lavoro da imprenditore. Tra i tanti cimeli vi erano gli
arnesi da muratore usati in gioventù, i disegni dei lavori eseguiti,
dediche, medaglie, pergamene, i diplomi ricevuti e anche molti
ritratti di maestranze e di ingegneri con i quali
aveva collaborato durante la sua lunga carriera.
Sviluppi
recenti
Dopo Seconda guerra mondiale l'edificio venne ceduto all'Ente
Provinciale di Economia Montana. All'Ente la famiglia Ceconi
aveva già devoluto tutto il terreno boschivo, acquistato e
ripopolato dal Conte. L'Ente pubblico provvide all'opera di restauro
del Palazzo, che tuttavia ebbe a subire nuove mutilazioni a seguito
del terremoto del 1976.
Il 24 luglio 2008 il maniero è passato definitivamente
nelle mani dell'azienda Graphistudio che, oltre al
Castello, ha acquistato anche l'annessa foresta di faggi.
CURIOSITA'
Fumetti
Nel maggio 2012 l'azienda Graphistudio proprietaria del Castello ha pubblicato un numero speciale di Diabolik, intitolato Colpo al Castello Ceconi, interamente ambientato nel Castello.
CURIOSITA'
Fumetti
Nel maggio 2012 l'azienda Graphistudio proprietaria del Castello ha pubblicato un numero speciale di Diabolik, intitolato Colpo al Castello Ceconi, interamente ambientato nel Castello.
Fonte: wikipedia
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