Il brano Vola colomba, composto da Bixio, Cherubini e Carlo Concina e orchestrato dal Maestro Cinico Angelini, venne presentato al Festival di Sanremo nel 1952 da Nilla Pizzi.
Teatro Ariston (Sanremo)
Fu talmente un successo che risultò essere il terzo disco più venduto di quell'anno. Notevole fu sicuramente l'influenza della situazione storica che Trieste stava vivendo, essendo ancora occupata dagli Alleati e minacciata dalle mire espansionistiche di Tito.
Anche se Trieste non viene mai nominata direttamente, sono numerosi i riferimenti alla città contenuti nel testo, come ad esempio la Chiesa di San Giusto (... Che inginocchiato a San Giusto...) e la sua campana maggiore (... E il campanon din don...), i suoi cantieri navali (... Noi lasciavamo il cantiere...).
Nel testo si trova persino un'espressione in dialetto triestino riferita al padre (... Pur il mi vecio ti sogna...).
Nilla Pizzi e L'Orchestra Angelini - Vola Colomba
Testo
Dio del Ciel se fossi una colomba
Vorrei volar laggiù dov'è il mio amor,
Che inginocchiato a San Giusto
Prega con l'animo mesto:
Fa che il mio amore torni
Ma torni presto
Vola, colomba bianca, vola
Diglielo tu
Che tornerò
Dille che non sarà più sola
E che mai più
La lascerò
Fummo felici uniti e ci han divisi
Ci sorrideva il sole, il cielo, il mar
Noi lasciavamo il cantiere
Lieti del nostro lavoro
E il campanon din don
Ci faceva il coro
Vola, colomba bianca, vola
Diglielo tu
Che tornerò
Dille che non sarà più sola
E che mai più
La lascerò
Tutte le sere m'addormento triste
E nei miei sogni piango e invoco te
Pur il mi vecio ti sogna
Pensa alle pene sofferte
Piange e nasconde il viso tra le coperte
Vola, colomba bianca, vola
Diglielo tu
Che tornerò
Dille che non sarà più sola
E che mai più
La lascerò
Diglielo tu
Che tornerò
Che tornerò