Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - I cantieri navali di Trieste e Monfalcone



I cantieri navali di Trieste hanno un'antica tradizione di circa tre secoli, quando agli inizi del XVII secolo Trieste andò sviluppandosi come importante città marittima anche in conseguenza del declino di Venezia.

Nel 1719 a Trieste per volere di Carlo VI d'Asburgo (1711-1740) venne istituito il porto franco, dopo che il 2 giugno 1717 da parte dello stesso sovrano c'era stata la promulgazione della Patente Sovrana che permetteva a chi si metteva sotto bandiera austriaca di commerciare liberamente nell'Adriatico. Tali provvedimenti costituirono un'importante spinta alla crescita delle attività marinare e commerciali della città e la necessità di adeguare la flotta mercantile determinarono uno sviluppo delle attività cantieristiche.


Lo squero della Confraternita di San Nicolò

In quel periodo operava a Trieste il piccolo squero dell'antica Confraternita di San Nicolò, ubicato fuori delle mura cittadine, ed adibito principalmente a piccole costruzioni e riparazioni.

Nel 1719 venne costituita a Vienna, la Compagnia Orientale, per gli scambi commerciali soprattutto con il Mediterraneo orientale, che avendo bisogno di una propria flotta per i propri traffici commerciali decise di aprire un proprio cantiere navale, acquistando nel 1720 un terreno fuori le mura cittadine nella zona delle saline, che vennero interrate, costruendo un cantiere con i relativi depositi di legnami e di materiali.

Nel 1723 il cantiere venne rilevato dal governo austriaco per la costruzione dell'arsenale, che venne poi trasferito a Fiume.

Con il fallimento della Compagnia Orientale il cantiere venne demolito intorno al 1740 e lo squero della Confraternita di San Nicolò rimase l'unico cantiere navale cittadino.

Nel 1770 la direzione dello Squero San Nicolò venne affidata a Giuseppe Panfilli.


Lo Squero nuovo o Squero Panfilli

A causa dello sviluppo urbanistico di Trieste lo Squero San Nicolò cessò l'attività nel 1789 ed alla famiglia Panfilli venne assegnato uno squero che era stato impiantato nel 1770 e successivamente nel 1788 era stato notevolmente ampliato nella sua superficie. Per distinguerlo dal vecchio "Squero di San Nicolò" venne denominato Squero nuovo o Squero Panfilli. Il nuovo cantiere disponeva di otto scali per la costruzione di navi grandi e di altri cinque per la costruzione di navi di minore portata e per oltre mezzo secolo venne considerato uno degli stabilimenti tecnicamente meglio attrezzati del Mediterraneo.

Nel 1787 nelle vicinanze del vecchio Lazzaretto San Carlo, oggi sede del Civico Museo del Mare, sorse anche un altro cantiere che sarebbe stato chiuso nel 1825 a causa di lavori di sistemazione del litorale.

Il Cantiere Panfilli cessò la sua attività nel 1851, quando iniziarono i lavori per la ferrovia e venne totalmente demolito nel 1853.


Il Cantiere San Marco


Gaspare Tonello giunse a Trieste da Venezia nel 1819 con l'incarico di insegnare costruzione navale alla Scuola Nautica di Trieste. Avviò anche una collaborazione con lo Squero Panfilli e nel 1839 impiantò il Cantiere a San Marco, inaugurato ufficialmente il 21 marzo 1840.

Il Cantiere San Marco, era un vecchio squero che aveva operato tra il 1840 e il 1877 e che si trovava in posizione più favorevole e più protetta rispetto al Cantiere San Rocco: il primo, infatti, era più vicino alla Fabbrica Macchine Sant'Andrea e poteva eventualmente avvalersi della costruzione di un raccordo ferroviario per il trasporto dei motori sulle navi in costruzione.


Tra le unità costruite nel Cantiere San Marco sono da ricordare:

Navi da battaglia Classe Tegetthoff:

- Corazzata SMS Viribus Unitis, varata il 24 giugno 1911


La Fabbrica Macchine Sant'Andrea

Nel 1830 l'industriale austriaco  Georg Strudthoff aprì una piccola officina per la riparazione dei motori navali a vapore e nel 1835 in località Sant'Andrea una fabbrica di motori ed una fonderia per la produzione di macchine a vapore. 

Queste attività sviluppandosi vennero integrate in un complesso che prese la denominazione di Fabbrica Macchine Sant'Andrea.


Il Cantiere San Rocco

Nel 1857 lo stesso Strudthoff impiantò sull'arenile di Muggia un cantiere navale su un terreno che la sua famiglia aveva acquistato nel 1850 dal comune di Muggia, nei pressi della chiesetta di San Rocco, allo scopo di ampliare la propria attività e che prese il nome di Cantiere San Rocco.

Nel corso degli anni nel Cantiere San Rocco vennero costruite sia navi mercantili che militari.

In questo cantiere la fregata SMS Novara della k.u.k. Kriegsmarine ovvero l'Imperial Regia Marina austro-ungarica che tra il 1857 e il 1859 aveva affrontato a scopo scientifico la circumnavigazione del globo, tra il 1861 e il 1862 venne sottoposta a lavori di modernizzazione per trasformarla da nave a vela a nave a vapore.





Tra le unità costruite nel Cantiere San Rocco sono da ricordare:

Navi da battaglia Classe Monarch:

- Corazzata SMS Wien, varata il 6 luglio 1895
- Corazzata SMS Budapest varata il 27 aprile 1896


Lo Stabilimento Tecnico Triestino

Nel 1858 le due attività di Strudthoff confluirono in un unico complesso industriale che prese la denominazione di Stabilimento Tecnico Triestino.

Nel 1895 lo Stabilimento Tecnico Triestino rilevò anche il vecchio Cantiere San Marco, in posizione più favorevole e più protetta rispetto al Cantiere San a Rocco. Il Cantiere San Marco, infatti, era più vicino alla Fabbrica Macchine Sant'Andrea e poteva eventualmente avvalersi della costruzione di un raccordo ferroviario per il trasporto dei motori sulle navi in costruzione.

Con l'acquisizione del Cantiere San Marco lo Stabilimento Tecnico Triestino si trasformò in un soggetto industriale di grande rilevanza.

Numerose furono le unità militari realizzate dallo Stabilimento Tecnico Triestino anteriormente allo scoppio del primo conflitto mondiale per la Imperiale e Regia Marina da Guerra dell'Impero austro-ungarico.



CantiereNavaleTriestino
Vista aerea di parte del Cantiere Navale Triestino (1914)
Fonte immagine: Wikimedia Commons


Il Cantiere Navale Triestino

Nel 1907 a Monfalcone, non lontano da Trieste, si aggiunse un nuovo impianto, progettato e finanziato dalla famiglia Cosulich, che aveva l'esigenza di costruirsi da sé le navi della compagnia di navigazione di cui la famiglia Cosulich era proprietaria. Il cantiere, ufficialmente costituito il 3 aprile 1908, assunse la denominazione di Cantiere Navale Triestino.

A partire dall'inizio degli anni Trenta le storie dei cantieri di Trieste e Monfalcone si sarebbero a lungo intrecciate.

Significative costruzioni del cantiere furono quelle dei transatlantici Saturnia (1925), Vulcania (1926), Neptunia e Oceania.


I Cantieri Riuniti dell'Adriatico

Nel 1929 il Cantiere Navale Triestino si fuse con un'altra società di cantieristica navale italiana, lo Stabilimento Tecnico Triestino per formare i Cantieri Riuniti dell'Adriatico (CRDA).

Cantieri Riuniti dell'Adriatico operarono nel settore delle costruzioni navali mercantili e militari, dei grossi motori diesel, caldaie e turbine per la propulsione navale e per usi civili, degli aeroplani, di materiale rotabile ferroviario e di prodotti di elettromeccanica.

Nell'estate del 1930 venne completato l'allungamento del secondo scalo, in previsione della costruzione del transatlantico Conte di Savoia.

Per l'allestimento del grosso transatlantico era necessaria una gru dall'enorme potenza per rendere possibile il sollevamento dei motori degli stabilizzatori giroscopici del grande transatlantico, che completi di cassa e struttura d'imbrago pesavano circa 150 tonnellate ciascuno e per rendere possibile la cosa, nel 1931 venne completato dalle Officine Ponti e Gru il pontone-gru Ursus che avrebbe servito sino agli anni novanta.

Imbarcazioni militari costruiti fra le due guerre:

- Sommergibili: Scafo del Batiscafo Trieste (fine 1952)

A Trieste il 24 marzo 1963 venne varato il transatlantico Raffaello costruito per la Società Italia Navigazione


C'era una volta...
Foto del gruppo fb TRIESTE CHE NON C'E' PIU'


I cambiamenti societari non hanno però risolto i problemi del cantiere navale di Trieste che vide l'ultimo varo di un'imbarcazione, una motonave da carico, il 16 marzo 1968.

Durante il periodo della gestione Italcantieri e Fincantieri il cantiere è stato utilizzato solo per riparazioni.

Fonte: wikipedia