Primo Carnera (Sequals, 25 ottobre 1906 – 29 giugno 1967) è stato un pugile e attore italiano.
Fu campione mondiale dei pesi massimi dal 29 giugno 1933 al 14 giugno 1934.
È noto per antonomasia come uomo di notevole statura e di eccezionale forza fisica.
Fonte immagine: Wikimedia Commons |
Biografia
La nascita e l'infanzia a Sequals
Primo Carnera nacque a Sequals, un paesino all'epoca in provincia di Udine, oggi in provincia di Pordenone il 25 ottobre del 1906. La sua famiglia era molto povera e
sopravviveva solo grazie al lavoro del padre, un mosaicista emigrato in
Germania.
Nel 1915 il padre fu chiamato
a combattere la Prima guerra mondiale e dovette quindi abbandonare il lavoro,
facendo gravare il carico familiare sulle spalle della moglie. La madre cercò
allora un impiego, ma fu presto costretta a vendere la fede nuziale per
sopravvivere. Carnera fu così costretto ad abbandonare la scuola e a mendicare
insieme ai suoi fratelli.
Il piccolo Carnera ebbe uno sviluppo molto sostenuto e a dodici anni, mostrava già la statura di un adulto ed era sempre più difficile per lui trovare vestiti e scarpe della sua misura.
Il piccolo Carnera ebbe uno sviluppo molto sostenuto e a dodici anni, mostrava già la statura di un adulto ed era sempre più difficile per lui trovare vestiti e scarpe della sua misura.
L'emigrazione in Francia
Ancora adolescente, spinto dalla fame e dalla povertà,
emigrò in Francia dagli zii, trovando inizialmente un'occupazione come
carpentiere. Tale attività necessitava di maggiore energia ma gli garantì un
maggior corrispondente in viveri. Gli zii lo introdussero anche nel mondo del
pugilato, organizzandogli un incontro con un principiante, ma Carnera non era
ancora pronto al grande passo. Il suo fisico, intanto, diventava sempre più
quello di un vero e proprio "carnera": alto e nerboruto.
Era alto effettivamente 205 centimetri per 125 chili. Non
potevano mancare i così soprannominati piedi da violino, lunghi 32 cm, che
calzavano il 52 (anche se in base alla lunghezza, è più probabile che
corrispondessero ad un 50 di scarpe). Riuscì ad adattare i vestiti, ma per
quanto riguarda le scarpe non poteva che camminare scalzo.
I combattimenti al circo
Nel 1925, un circo fece tappa vicino a Le Mans dove lui risiedeva. Un giorno, durante uno degli incontri di lotta di questo circo al quale stava assistendo, il responsabile notò il suo fisico imponente che destava sgomento e lo ingaggiò.
I combattimenti al circo
Nel 1925, un circo fece tappa vicino a Le Mans dove lui risiedeva. Un giorno, durante uno degli incontri di lotta di questo circo al quale stava assistendo, il responsabile notò il suo fisico imponente che destava sgomento e lo ingaggiò.
Gli esordi nel pugilato
Un giorno il circo fece tappa ad Arcachon. Qui, tra la folla
che assisteva alle lotte di Carnera, c'era anche Paul Journée. L'ex campione
francese dei pesi massimi osservò attentamente le abilità acquisite
dall'eccezionale lottatore. Vide in lui le potenziali capacità di un pugile,
che solo allenandosi avrebbe potuto valorizzare le proprie doti. Per Carnera
però abbandonare il circo avrebbe significato un ritorno alla povertà, e quindi
inizialmente preferì lasciar cadere la proposta.
Solo in seguito trovò una soluzione: si sarebbe sostentato
riprendendo il suo primo mestiere, e nel frattempo si sarebbe allenato nella
palestra di Journée. Grazie ad una certa caparbietà, e agli insegnamenti
dell'ex campione, presto raggiunse buoni livelli. Journée insistette nel farlo
vedere al manager Léon See, che rimase allibito dall'imponente stazza.
See lo mise alla prova con il campione Julyo Poojeshe e gli
fece scattare qualche foto per i giornalisti. Si accordò illegalmente con Damon
Runyon per incrementare la popolarità del suo gigante. Successivamente, per
abituarlo, lo fece combattere con un peso massimo, che il friulano mise al
tappeto. Dispiaciuto di averlo fatto svenire, però, si scusò. Carnera era buono
ed ingenuo, al contrario del suo manager, che si arrabbiò con lui per il suo
gesto. Gli raccomandava di mangiare una bistecca da un chilo al giorno e di
togliersi le scarpe del circo.
Il passaggio tra i professionisti
L'affarista, dopo aver constatato i miglioramenti del suo
pugile, lo fece vedere all'organizzatore Jeff Dickson. Carnera era abbastanza
preparato e in grado di cimentarsi anche nel professionismo. Debuttò a Parigi,
il 12 settembre 1928, vincendo al secondo round per knockout contro Leon
Sebilo. Vinse tutti e sei i match successivi: tra questi il tanto discusso
incontro con Epifanio Islas, a Milano. I giornalisti dichiararono truccato il
match e definirono Carnera torre di gorgonzola, pensando che non avesse tante
possibilità di diventare un vero pugile. In verità il suo manager, quando
poteva, si assicurava la vittoria.
Ancora oggi non è noto quanti fossero gli incontri truccati. Lo stesso Carnera non era a conoscenza di come il suo manager gestisse gli
incontri. Molti furono comunque i match vinti regolarmente. Anche se mancava di
tecnica, Carnera possedeva infatti un pugno eccezionale.
Deluso da come era stato accolto nella sua amata patria, nel
1930 approdò negli Stati Uniti. Erano gli anni del proibizionismo, della crisi
economica, che non coinvolse affatto la boxe, e della mafia italo-americana,
che investirà su Carnera insieme a Léon See, preferendo la quantità alla
qualità dei match. I suoi organizzatori, ovviamente, occultavano il modo in cui
gestivano i suoi match. Carnera ottenne 15 vittorie, 14 per knockout e 1 per
squalifica contro George Godfrey. A queste se ne aggiunsero altre 5, ma perse
ai punti contro Jim Maloney.
Carnera diventava sempre più popolare, tutto il mondo
cominciava a parlare di lui, in particolare quando affrontò Paulino Uzcudun. Il
manager di Carnera, pur scettico sulle probabilità di vittoria del suo pugile,
accettò l'incontro. La stampa italiana screditò il proprio connazionale, lo
diede per perdente convinta che, se avesse vinto, sarebbe stato solo per
qualche accordo.
L'incontro fu organizzato il 30 novembre 1930. Le cose
andarono diversamente da quanto previsto. Non sembrò esserci alcun trucco in
favore dell'italiano che, anzi, fu costretto dagli organizzatori ad usare dei
guantoni più piccoli rispetto a quelli che portava normalmente. La ragione di
tale decisione non è nota, ma sembra sia stata tesa ad avvantaggiare il basco Uzcudun.
Inizialmente Carnera fu propenso a non accettare quella che riteneva
un'ingiustizia, ma il pensiero di deludere gli spettatori paganti (circa
80.000) lo fece tornare sui suoi passi. Il combattimento non fu dei più
facili, in quelle condizioni. Uzcudun era sempre in vantaggio, ma Carnera resisteva.
Il match durò più del previsto e alla fine Carnera vinse ai punti. Così le
dichiarazioni dei giornalisti italiani cambiarono e iniziarono ad esaltare ed
omaggiare il friulano. Adesso tutti puntavano su di lui e, dato che era stato
capace di vincere in quelle condizioni, cominciarono a chiedersi di cosa potesse essere
capace. Il match successivo si tenne a Londra, contro Reggie Meen. Qui Carnera
vinse per ko.
Alla fine del 1930 Carnera aveva totalizzato 25 vittorie ed una sola sconfitta.
Alla fine del 1930 Carnera aveva totalizzato 25 vittorie ed una sola sconfitta.
La scalata al Titolo
La successiva stagione della boxe ricominciò da Miami, con
il re-match contro Jim Maloney. Dopo sei match, tutti vinti da Carnera, toccò a
Jack Sharkey, che ottenne il match dell'andata ai punti. Dopo circa un mese
l'italiano dimostrò di aver acquisito una tecnica abbastanza buona nel match
contro King Levinsky. Sempre a novembre fu il turno di Vittorio Campolo, che
venne messo ko al secondo round. Il 1931 si concluse con un totale di 10 match,
9 vinti e uno perso ai punti.
Nel 1932 Carnera subì due discutibili sconfitte contro Larry
Gains e Stanley Poreda e vinse gli altri 23 incontri. Dopo la sconfitta subita
da parte di Larry Gains, venne a conoscenza del fatto che il suo manager si
appropriava della maggior parte del suo denaro e che collaborava con la mafia.
Partì così per l'Italia dove entrò a far parte del team di Luigi Soresi, meno
esperto del precedente manager ma anch'egli abbastanza furbo, che iniziò a
'gestire' Carnera. Soresi diede l'annuncio dell'accordo alla stampa italiana,
rendendo di dominio pubblico anche la crisi economica che aveva colpito il
gigante di Sequals. Soresi lo riportò negli USA organizzando dei match valevoli
per il titolo mondiale. Il 10 febbraio 1933 si confrontò con Ernie Schaaf, il
quale, dopo un match faticoso, fu messo al tappeto. Successivamente, il 14
febbraio, Ernie Schaaf morì a causa di una emorragia cerebrale, procuratagli
dai grossi ed energici pugni di Carnera.
Afflitto quindi dai rimorsi di coscienza, Carnera decise il
ritiro dalla boxe. Grazie all'aiuto degli amici, della famiglia, della madre di
Ernie e alle proposte di girare qualche film, uscì da questo brutto periodo.
Dopo due mesi riprese gli allenamenti per prepararsi a conquistare il titolo
mondiale di Jack Sharkey.
Il Titolo mondiale dei pesi massimi
L'evento, che tutti attendevano da tanto tempo, si tenne al
Madison Square Garden di New York, lo stesso in cui aveva sconfitto Schaaf.
Era il 29 giugno 1933 quando Primo Carnera salì sul ring per
affrontare nuovamente Jack Sharkey. L'arena era gremita, il pubblico caloroso
ed ansioso di assistere al match. Poiché i pugni di Carnera erano devastanti,
il team di Sharkey insistette nel controllare i guantoni di Carnera, convinti
che fossero pieni di oggetti di metallo, ma si resero ben presto conto che non
c'era trucco nella forza del gigante. Dopo sei round Carnera mise ko con un
montante destro Jack Sharkey. Per gli italiani immigrati presenti la vittoria
fu una grossa soddisfazione e motivo di orgoglio. Carnera era il primo campione
mondiale dei pesi massimi di nazionalità italiana.
Tutti parlavano di lui, del suo titolo, del fatto che aveva
finalmente raggiunto la tecnica di cui necessitava avendo dimostrato di non
saper usare soltanto i jab sinistri. Il pugile scrisse due telegrammi di
ringraziamento: il primo era indirizzato alla madre e il secondo al Duce.
Dopo aver difeso il titolo contro Uzcudun, Carnera ritornò
negli USA e il 1° marzo 1934 salì sul ring contro Tommy Loughran. Dopo un
sudatissimo match, la vittoria finale fu assegnata a Carnera. Il prescelto per
il successivo match era Max Baer, un americano di 95 kg un po' più basso di
Carnera. Molto esperto della noble art, anche se con muscoli meno saldi. Il 14
giugno 1934 fu arrestato il manager di Carnera, proprio quando doveva
combattere contro Max Baer. Il pugile italiano salì comunque sul ring.
L'opinione di tutti era che il match sarebbe stato
difficile, ma ben alla portata di Carnera; tuttavia l'azione di Primo apparve
incerta, macchinosa e dopo circa un minuto dall'inizio dell'incontro Baer lo
colpì ripetutamente al viso mandandolo al tappeto per 2 volte. Ad aggravare la situazione
fu un infortunio che Carnera si era procurato scivolando (probabilmente
indietreggiando per evitare un colpo di Baer) all'inizio del match stesso e che
coinvolse la caviglia, lussandola. Tutti i presenti a bordo ring si accorsero
dell'accaduto, ciononostante Carnera proseguì il match.
Nel 2° round e nel 3° round Baer capì che Primo era
seriamente in difficoltà e cercò di sferrare il colpo decisivo senza però
riuscirci. Primo infatti dimostrava di essere ancora sufficientemente reattivo
e vigile.
Nel 4° round Carnera cercò di reagire e portare l'incontro a
suo favore ma Baer si rivelò un pugile esperto e rapido, tanto che riuscì a
schivare tutti i pugni dell'italiano.
Nel 5° round, a pochi secondi dal suono della campana, Baer
si fece sentire con un deciso montante, un colpo che Primo sembrò soffrire in
modo particolare.
Nel 6°, 7° e 8° round i due si scambiarono una serie di
pugni, nessuno dei quali decisivi. Con il 9° round sembrava che l'incontro
dovesse proseguire in una situazione di parità, Max Baer appariva infatti meno
potente e veloce.
Durante la metà del 10° round Baer colpì Primo sul volto con
un preciso destro, il pugile italiano accusò il colpo e abbassò la guardia,
dando la possibilità a Baer di colpirlo nuovamente con un destro violentissimo.
Primo si allontanò dall'avversario riuscendo a rimanere in piedi appoggiandosi
alle corde. L'arbitro fermò per un attimo la sfida provocando le ire dei
secondi di Baer.
L'incontro riprese e subito Baer colpì Primo nuovamente al
volto. Questa volta il pugile italiano cadde sulle ginocchia, ma si rialzò
subito. L'incontro era ormai segnato, Baer fece partire dei colpi in
successione, Primo cadde al tappeto ma si rialzò di nuovo immediatamente.
L'italiano sembrava non volersi arrendere e venne salvato dal suono della
campana. Alla fine del 10° round Primo appariva fortemente provato, tanto da
non sentire il suono della campana, fu accompagnato all'angolo da un suo
secondo. All'inizio dell'11° round Baer mandò al tappeto il pugile italiano
colpendolo con un preciso diretto al volto: Primo si rialzò ma subì un altro
violento colpo di Baer. A pochi secondi dalla fine del round, Primo, colpito da
un altro destro, andò a terra. Si rialzò subito ma l'arbitro capì che Primo
Carnera non era in grado di proseguire e decise di sospendere l'incontro.
Max Baer divenne il nuovo campione del mondo dei pesi
massimi. Carnera avrebbe fortemente voluto una rivincita contro Baer, ben
sicuro di poterlo battere se fosse stato nel pieno delle forze ma il suo
manager americano Duffy non volle accontentarlo. Dopo questo match, rimase in
convalescenza per due mesi, con una gamba ingessata. Nessuno lo andò a trovare,
se non gli amici e i parenti.
In seguito girò anche numerosi film, tra cui L'idolo delle
donne, in cui Carnera e Max Baer interpretano loro stessi.
Il declino nel pugilato
Come sempre, però, ritornò a combattere. Girò quasi tutto il
Sud America, dove era molto amato: Vittorio Campolo fu messo facilmente al
tappeto, un altro match fu vinto e un altro ancora perso.
Nel 1935, dopo aver vinto contro Ray Impellettieri, decise
di combattere con Joe Louis. Otto anni più giovane di Carnera, si rivelò uno
dei migliori pugili di tutti i tempi, o almeno tra i primi dieci del '900, ed
era all'ora un campione emergente. Primo, invece, sottovalutava le capacità
dell'americano di colore. Il Duce era con Carnera, mentre Harlem era con Louis.
Fu un match bollente, pieno di cori razzisti, di tifosi di Louis, di agenti
della sicurezza e di tecnici. Alla fine Joe Louis si aggiudicò la vittoria.
Nel 1936 Carnera iniziò a combattere con pugili poco
conosciuti, tra cui un altro pugile di colore, Leroy Hayanes, molto
discriminato e anche per questo poco famoso. Fu sconfitto anche stavolta, sia
all'andata sia al ritorno. Successivamente, fu costretto a stare a letto, a
causa di una trombosi. Cominciò a pensare che quello fosse il momento giusto
per ritirarsi definitivamente, ma dopo aver visto i progressi che andava
compiendo, decise di prolungare ancora la carriera di pugile e, per il momento,
rifiutò la proposta di Jack Curley, che voleva si dedicasse al catch. Contro i
consigli dei dottori, tornò sul ring a Parigi contro Albert Di Meglio. Il
fisico ormai aveva perso la forza e l'agilità di un tempo e l'italiano perse
ai punti.
Fu sconfitto anche a Budapest (H), il 4 dicembre 1937, contro
Joseph Zupan. Il posto di Carnera nel cuore degli italiani, intanto, cominciò
ad essere preso dal calcio, che diventò così lo sport più seguito. A Carnera,
invece, venne diagnosticato il diabete e gli fu tolto un rene. Successivamente
si riprese e il 13 marzo 1939 si sposò con Pina Kovacic. Dal loro amore
nacquero due figli: Umberto e Giovanna Maria.
La rivincita nella lotta libera
Dopo aver collezionato 70 vittorie per ko, tornò a fare il
lottatore. Stavolta, non come fenomeno da baraccone, ma come wrestler. Già nel
1941 Jack Curley gli aveva proposto questa alternativa, ma allora aveva
rifiutato.
Solo nel 1946, si rese conto che quello era l'unico modo per
restare sul ring. Ad ottobre, il manager Joe Toots Mondt lo fece debuttare
contro Cheif Saunooke, il quale fu messo al tappeto. Dopo una settimana, sempre
per la Georgia Championship Wrestling, promotion della NWA (National Wrestling
Alliance), lottò contro Jules Strongbow, prevalendo ancora una volta. Il 24
marzo 1947 lottò contro George Macricostas, e poi contro Babe Sharkey, vincendo
tutti e due gli incontri.
Carnera riacquistò la sua popolarità, soprattutto dopo aver
vinto l'incontro con uno dei maggiori esperti di wrestling di quel periodo, Ed
"Strangler" Lewis. Il '48 iniziò con il ritorno alla GCW,
sconfiggendo Roland Kirchmeyer e successivamente anche Pete Managoff. Anche nel
wrestling Carnera divenne quindi uno dei più imbattibili. Neanche Kola Kwariani,
riuscì ad abbatterlo. Solo l'italiano Antonino Rocca, il 20 aprile 1948, fermò
il suo record di 321 vittorie. Ad ottobre sconfisse Vic Christy. Nel '51, Max
Baer arbitrò il match contro Jim London, che finì in pareggio. Questo incontro
fu molto seguito per la presenza, appunto, di Baer, che gli aveva tolto il
titolo; erano in molti a pensare che Carnera non avrebbe resistito alla
tentazione di sfidarlo nuovamente.
A dicembre prevalse su Red Menace, invece nel marzo del 1952
finì con un No Contest. A luglio toccò a Fred Von Schacht e Clyde Steeves
tentare di prevalere sulla forza del nerboruto italiano, il quale comunque
vinse. Nel 1953 la famiglia Carnera finalmente ottenne la cittadinanza
americana. Questo eliminò ogni ostacolo nell'interpretare qualche ruolo
cinematografico. In tutto, girerà quindici film, tra cui Ercole e la regina di
Lidi, Il tallone di Achille ed altri ancora; in più una tournée con Renato
Rascel (il comico conosciuto con il soprannome di 'il piccoletto').
Carnera aprì anche un ristorante e un negozio di liquori. Il
18 febbraio 1957, conquistò il titolo di Claims Heavyweight Wrestling
Championship, sconfiggendo King Kong, un uomo pesante 182 kg.
La malattia e la morte
Successivamente iniziò a dedicarsi di più al cinema, anche
perché le sue condizioni di salute erano peggiorate. Carnera si ammalò di
cirrosi epatica e quando comprese che gli restava poco da vivere fece ritorno
in Italia.
Nel maggio del 1967 tornò a Sequals nella sua casa, oggi museo, a godersi i suoi
affetti.
Il Gigante Buono morì il 29 giugno 1967, nel 34° anniversario dalla conquista del titolo mondiale dei pesi massimi.
Le sue qualità, la sua forza, la sua vita sono rimaste per sempre impresse nel mondo della boxe, della storia e hanno fatto di lui un mito internazionale.
Il Gigante Buono morì il 29 giugno 1967, nel 34° anniversario dalla conquista del titolo mondiale dei pesi massimi.
Le sue qualità, la sua forza, la sua vita sono rimaste per sempre impresse nel mondo della boxe, della storia e hanno fatto di lui un mito internazionale.
Filmografia
Tra gli anni '30 e '60 Primo Carnera è stato anche
attore partecipando a una ventina di film, spesso con ruoli secondari o come
semplice comparsa, alcuni spettacoli in teatro e televisione e innumerevoli
pubblicità.
CURIOSITA'
Filatelia
Il 3 luglio 2007 la Repubblica Italiana ha emesso un francobollo per il 40° anniversario della sua morte.
TV
- Primo Carnera - Schegge, Rai 3
Fonte: wikipedia