La presa di Gorizia (9 agosto 1916) costò la vita, secondo dati ufficiali, a 1.759 ufficiali e 50.000 soldati circa tra gli italiani, e a 862 ufficiali e 40.000 soldati circa tra gli austriaci.
O Gorizia, tu sei maledetta è una canzone che da sempre fa parte della tradizione anarchica e antimilitarista, tanto che si dice che chi venisse sorpreso a cantarla durante la Prima guerra mondiale potesse essere accusato di disfattismo e dunque fucilato.
Il testo venne trascritto in un secondo momento da Cesare Bermani (Novara, 1937), grazie al ricordo di un testimone che affermò di averla ascoltata da alcuni dei Fanti che conquistarono Gorizia nel 1916.
Il testo venne trascritto in un secondo momento da Cesare Bermani (Novara, 1937), grazie al ricordo di un testimone che affermò di averla ascoltata da alcuni dei Fanti che conquistarono Gorizia nel 1916.
Non esiste, quindi, un unico testo, ma molte sono state le versioni che seguirono, la più celebre delle quali venne eseguita durante il Festival dei due mondi di Spoleto nel 1964 da Michele Straniero.
Appena intonata la strofa centrale che diceva:
... Traditori signori ufficiali
... Traditori signori ufficiali
che la guerra l'avete voluta,
scannatori di carne venduta
e rovina della gioventù...
e che quindi tirava in ballo la categoria ufficiali, dalla platea insorse un alto graduato dell'esercito a cui fecero eco alcune signore dell'alta borghesia, e, mentre dal loggione veniva lanciata in platea una sedia e si cominciava ad intonare all'unisono Bandiera Rossa, dal basso si rispose con Faccetta Nera.
In breve le persone cominciarono a discutere in maniera sempre più animata, trasformando la sala in un vero e proprio "campo di battaglia". Nei giorni seguenti lo spettacolo venne contestato dai fascisti nel tentativo di impedirne le rappresentazioni.
Gli incidenti suscitarono l'interesse della stampa, soprattutto quella reazionaria. L'effetto fu dunque l'opposto a quello desiderato e così questo canto di trincea continua ancora oggi ad essere l'inno dei popoli contro l'infamia di tutte le guerre.
Testo
Testo
La mattina del cinque d'agosto
si muovevan le truppe italiane
e dolente ognun si partì
Sotto l'acqua che cadeva al rovescio [1]
grandinavan le palle nemiche
su quei monti, colline e gran valli
si moriva dicendo così:
O Gorizia tu sei maledetta
per ogni cuore che sente coscienza
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno per molti non fu
O vigliacchi che voi ve ne state
con le mogli sui letto di lana
schernitori di noi carne umana
questa guerra ci insegna a punir
Voi chiamate il campo d'onore
questa terra di là dei confini
Qui si muore gridando assassini
maledetti sarete un dì
Cara moglie che tu non mi senti
raccomando ai compagni vicini
di tenermi da conto i bambini
che io muoio col suo nome nel cuor
Traditori signori ufficiali
Che la guerra l'avete voluta
Scannatori di carne venduta [2]
E rovina della gioventù [3]
per ogni cuore che sente coscienza
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno per molti non fu.
[1] variante: che cadeva a rovesci
[2] variante: Schernitori di carne venduta
[3] variante: Questa guerra ci insegna così