Fiorenzo Magni (Vaiano, 7 dicembre 1920 – Monza, 19 ottobre 2012) è stato un dirigente sportivo, ciclista su strada e pistard italiano, professionista dal 1940 al 1956.
Soprannominato il Leone delle
Fiandre, fu il "terzo uomo" dell'epoca d'oro del ciclismo
italiano, rivale di Fausto Coppi e Gino Bartali.
![]() |
Fiorenzo Magni durante il Giro d'Italia del 1956
(di ignoto)Fonte immagine: Wikipedia |
Biografia
Fiorenzo Magni nasce il 7
dicembre 1920 a Vaiano, oggi in provincia di Prato, in Toscana, ma cresce alle
Fornaci di Usella, vicino Prato.
La famiglia Magni è composta dal
padre Giuseppe, la madre Giulia Caciolli e i figli Fiorenza e Fiorenzo. Il
padre trasporta, con carro e cavalli inizialmente di proprietà del suocero,
prodotti chimici da Firenze alle aziende tessili del pratese e spesso il
piccolo Fiorenzo lo accompagna nei sui viaggi imparando il mestiere.
Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1937, il diciassettenne Fiorenzo abbandona gli studi per continuare a tempo pieno l'attività paterna.
Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1937, il diciassettenne Fiorenzo abbandona gli studi per continuare a tempo pieno l'attività paterna.
In questo periodo inizia a
dedicarsi al ciclismo prima per divertimento e poi a livello agonistico con
Associazione Ciclistica Pratese, Unione Ciclistica Modenese e Associazione
Ciclistica Montecatini.
La Seconda guerra
mondiale
Il 10 giugno 1940 l'Italia entra
in Guerra al fianco della Germania contro gli Alleati.
Dalla primavera del 1940, Magni
presta il servizio militare al 19° Reggimento di Artiglieria a Firenze per poi
essere trasferito al Battaglione Olimpico di Roma.
Allo scioglimento del reparto ritorna a Firenze assegnato al 41° Reggimento di Artiglieria dove rimane fino all'Armistizio dell'8 settembre 1943.
In questo triennio Fiorenzo non viene mai inviato al fronte.
Allo scioglimento del reparto ritorna a Firenze assegnato al 41° Reggimento di Artiglieria dove rimane fino all'Armistizio dell'8 settembre 1943.
In questo triennio Fiorenzo non viene mai inviato al fronte.
Dopo l'Armistizio dell'8
settembre 1943 Magni aderisce alla Repubblica Sociale Italiana e presta
servizio presso la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN) tra il 1943 e il
1944.
Nel gennaio 1944 partecipa ad un rastrellamento volto alla ricerca di partigiani che culmina con la Battaglia di Valibona in cui perdono la vita alcuni combattenti della Resistenza. Magni e il suo reparto arrivano a Valibona quando gli scontri sono finiti.
Nel luglio del 1944 lascia la Toscana per trasferirsi a Monza e, nel 1945 a San Marino, in Puglia e infine a Roma.
Al processo per i fatti di Valibona, dove Magni viene accusato di aver preso parte alla strage di partigiani, testimonia in sua difesa anche l'amico e collega Alfredo Martini, fervente comunista.
Fiorenzo Magni viene assolto per amnistia il 24 febbraio 1947.
Nel gennaio 1944 partecipa ad un rastrellamento volto alla ricerca di partigiani che culmina con la Battaglia di Valibona in cui perdono la vita alcuni combattenti della Resistenza. Magni e il suo reparto arrivano a Valibona quando gli scontri sono finiti.
Nel luglio del 1944 lascia la Toscana per trasferirsi a Monza e, nel 1945 a San Marino, in Puglia e infine a Roma.
Al processo per i fatti di Valibona, dove Magni viene accusato di aver preso parte alla strage di partigiani, testimonia in sua difesa anche l'amico e collega Alfredo Martini, fervente comunista.
Fiorenzo Magni viene assolto per amnistia il 24 febbraio 1947.
Nel periodo bellico Magni
continua a dedicarsi al ciclismo gareggiando con l'Associazione Ciclistica Pratese,
la Bianchi, il Pedale Monzese e la Ricci.
La morte
Muore a Monza il 19 ottobre
2012, alla soglia dei 92 anni per un improvviso aneurisma. Una settimana
prima della sua scomparsa, nel Salone d'Onore del CONI ci fu la sua ultima
apparizione pubblica per la presentazione del libro Magni. Il terzo uomo, la
sua prima e unica biografia ufficiale, realizzata dall'amico e giornalista
televisivo, e già telecronista di ciclismo Auro Bulbarelli con la prefazione di
Sergio Zavoli.
Ciclista attivo sia su strada che
su pista, è stato un ottimo passista forte in volata, in discesa e con una buona
tenuta in salita.
Gli esordi
Magni si appassiona al ciclismo
fin da bambino correndo contro gli amici del paese.
Inizia l'attività agonistica nel
1936 con l'Associazione Ciclistica Pratese nella categoria aspiranti e ottiene
sette vittorie e numerosi piazzamenti. L'anno successivo, il 1937, con la
stessa squadra ma nella categoria allievi, centra altri dodici successi tra cui
il Campionato toscano.
Passa tra i dilettanti nel 1938 e gli ottimi risultati ottenuti gli valgono il passaggio tra i professionisti con la Bianchi per il
1941.
Il professionismo
Nel 1946 non gareggiò,
squalificato dall'UVI per l'adesione al Fascismo e per aver gareggiato sotto
falso nome.
Tornò alle corse nel 1947
piazzandosi settimo alla Milano-Sanremo e nono al suo primo Giro d'Italia.
Nel 1948 vinse il Giro d'Italia.
La vittoria ebbe però strascichi polemici: la Bianchi accusò Magni di aver
beneficiato di spinte irregolari sulla salita del passo Pordoi, durante la
decisiva tappa da Cortina a Trento, e la giuria gli inflisse una penalizzazione
di due minuti. Magni riuscì comunque a conservare la maglia rosa con undici secondi
di vantaggio su Ezio Cecchi, ma fu duramente contestato dal pubblico all'arrivo
al Vigorelli.
Le sue caratteristiche di
passista e discesista lo portarono a vincere tre Giri delle Fiandre consecutivi
(dal 1949 al 1951), grazie ai quali meritò il soprannome di Leone delle Fiandre. Nel 1951 e nel
1955 vinse altri due Giri d'Italia; l'ultima maglia rosa, conquistata a quasi
35 anni, lo rende tuttora il più anziano vincitore del Giro.
Tra le sue molte affermazioni
anche tre Giri del Piemonte, tre Trofei Baracchi e tre Campionati nazionali.
Inoltre, si piazzò secondo ai Campionati del mondo del 1951, preceduto dallo
svizzero Ferdi Kübler, e al Giro d'Italia del 1956 dietro il lussemburghese
Charly Gaul all'età di 36 anni: concluse quel Giro con
una spalla fratturata, tenendo il manubrio attraverso un tubolare stretto fra i
denti.
Durante la dodicesima tappa del
Tour de France 1950, mentre era in maglia gialla, si ritirò dalla corsa insieme
a tutta la squadra italiana in seguito alle pressioni e alle insistenze di
Bartali, che sosteneva di essere stato aggredito sul Col d'Aspin da alcuni
spettatori francesi.
Negli ultimi anni di attività fu
un acceso fautore delle sponsorizzazioni delle squadre ciclistiche da parte di
industrie extraciclistiche.
Dopo il ritiro
Ritiratosi dalle corse conservò a
lungo posizioni di rilievo in ambito dirigenziale. Fu Commissario tecnico della
Nazionale dal 1963 al 1966, poi presidente dell'Associazione Corridori ed
infine presidente della Lega del Professionismo. È stato presidente della
Fondazione del Museo del ciclismo del Ghisallo (Magreglio, CO).
SQUADRE
1948-1950 - Wilier Triestina
PALMARES
19ª tappa Giro d'Italia (Brescia-Milano)
Classifica generale Giro d'Italia
Ronde van Vlaanderen
10ª tappa Tour de France (San
Sebastián-Pau)
Giro della Toscana
Circuito di Novara
Trofeo Baracchi (Cronocoppie con
Adolfo Grosso)
Ronde van Vlaanderen
16ª tappa al Giro d'Italia
(L'Aquila-Campobasso)
8ª tappa al Tour de France
(Angers-Niort)
Circuito di Empoli
Trofeo Baracchi (con Antonio Bevilacqua)
PIAZZAMENTI GRANDI GIRI
Giro d'Italia
1947: 9 °
1948: vincitore - Wilier Triestina
1951: vincitore
1952: 2 °
1953: 9 °
1954: 6 °
1955: vincitore
1956: 2 °
Tour de France
1950: ritirato (non partito alla 12ª
tappa) - Wilier Triestina
1951: 7 °
1952: 6 °
1953: 15 °
Vuelta a España
1955: 13°
Fonte: wikipedia
Nessun commento:
Posta un commento