Giovanni Antonio de' Sacchis detto il Pordenone (Pordenone,
1484 – Ferrara, 14 gennaio 1539) è stato un pittore italiano.
Il suo stile, dopo il contatto con la grande maniera romana,
di Raffaello Sanzio (1483–1520) e Michelangelo, si indirizzò verso toni magniloquenti, in un
originale equilibrio tra ricordi classici e citazioni narrative di indole
popolare, soprattutto nei lavori destinati alla provincia.
È considerato il massimo pittore friulano del Rinascimento.
È considerato il massimo pittore friulano del Rinascimento.
Biografia
Venne ricordato da Giorgio Vasari (1511-1574), che gli dedicò una biografia dove fu
definito "il più raro e celebre nell'invenzione delle storie, nel
disegno, nella bravura, nella pratica de' colori, nel lavoro a fresco, nella
velocità, nel rilievo grande et in ogni altra cosa delle nostre arti". Lo
storico aretino lo presentò però con il nome di Giovanni Antonio 'Licinio'
da Pordenone, dando origine così alla confusione con il pittore Bernardino
Licinio, risolta solo al principio del Novecento.
La sua formazione, secondo Giorgio Vasari (1511-1574), avvenne sotto
l'influsso del Giorgione, pseudonimo di Giorgio Barbarella o Zorzi da Castelfranco (1478–1510) e, secondo il Ridolfi, sotto Martino da Udine, detto Pellegrino da San Daniele (1467-1547).
Venne influenzato, agli inizi, oltre che dall'esempio di Andrea Mantegna (1431-1506), probabilmente dalla conoscenza delle incisioni del Dürer e di altri artisti nordici.
Nel 1514-1515 soggiornò a Roma, a contatto con l'opera di Raffaello Sanzio (1483–1520) e Michelangelo Buonarroti (1475-1564).
Fu attivo in diversi paesi del Friuli, in Umbria, nei possedimenti dei d'Alviano, Signori di Pordenone, a Venezia, dove nel 1528 perse contro Tiziano Vecellio (1480/1485-1576) il concorso indetto per la realizzazione della Pala di San Pietro Martire per la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, e in Emilia, tra il 1529 e il 1530.
Nel 1532 andò a Genova.
Venne influenzato, agli inizi, oltre che dall'esempio di Andrea Mantegna (1431-1506), probabilmente dalla conoscenza delle incisioni del Dürer e di altri artisti nordici.
Nel 1514-1515 soggiornò a Roma, a contatto con l'opera di Raffaello Sanzio (1483–1520) e Michelangelo Buonarroti (1475-1564).
Fu attivo in diversi paesi del Friuli, in Umbria, nei possedimenti dei d'Alviano, Signori di Pordenone, a Venezia, dove nel 1528 perse contro Tiziano Vecellio (1480/1485-1576) il concorso indetto per la realizzazione della Pala di San Pietro Martire per la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, e in Emilia, tra il 1529 e il 1530.
Nel 1532 andò a Genova.
Noli me tangere (1524)
(di YukioSanjo - Opera propria)Fonte immagine: Wikimedia Commons |
Negli anni 1530, il confronto tra l'artista e Tiziano Vecellio (1480/1485-1576) animò
la scena artistica lagunare, concludendosi con l'emarginazione del pittore e,
dopo la sua morte, col silenzio sulla sua opera da parte degli scrittori
veneziani.
Giovanni Antonio de' Sacchis morì infatti a Ferrara, in circostanze
misteriose, dove si era recato per fornire disegni per arazzi su commissione di
Ercole II d'Este (1508-1559).
Fonte: wikipedia
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