L'Impresa di Pola fu un'azione navale compiuta il 1°
novembre 1918 da due ufficiali della Regia Marina ai danni della
flotta austriaca in fase di dissoluzione, ancorata nel golfo di Pola.
L'azione portò all'affondamento della corazzata SMS Viribus Unitis.
Premesse e preparativi
Fin dall'inizio della Prima guerra mondiale, la munitissima
base austriaca di Pola era uno dei principali obiettivi della Regia Marina,
a maggior ragione quando divenne chiaro che la scelta tattica della marina
austro-ungarica era quella di opporre al nemico una flotta di dissuasione,
perennemente alla fonda nel porto e non impegnata in battaglie in mare aperto.
Diverse volte nel corso della Prima guerra mondiale si era tentato quindi, ma invano, di
forzare il porto e affondare qualche unità là dove le navi erano ritenute dagli
austriaci maggiormente al sicuro.
La difficoltà dell'impresa derivava innanzitutto
dalla costante sorveglianza del porto e dai vari sbarramenti che impedivano
l'avvicinamento di unità avversarie. L'unico modo per penetrare nel porto di Pola era per mezzo di piccole unità d'assalto.
Così nel luglio del 1918
l'Ingegnere e Maggiore del Genio Navale Raffaele Rossetti (1881-1951) elaborò un piano
apposito, basato sull'utilizzo di un particolare mezzo da lui progettato e
chiamato torpedine semovente Rossetti, o mignatta. Era un apparecchio pilotato
motorizzato e dotato di due ordigni sganciabili da fissare alla chiglia di una
nave per mezzo di un elettromagnete ad accumulatori, ed un prototipo era già
stato fabbricato in gran segreto nell'arsenale de La Spezia nell'aprile dello
stesso anno.
Medaglia d'Oro al Valor Militare
per
l'affondamento
(di sconosciuto - Marina.difesa.it)Fonte immagine: wikipedia |
Fu lo stesso Raffaele Rossetti (1881-1951) a voler essere impiegato nell'impresa di Pola, e venne affiancato dal Tenente medico e provetto nuotatore Raffaele Paolucci (1892-1958), che aveva già da tempo fatto domanda di poter partecipare ad una
simile operazione. L'impresa venne preceduta da un lungo e faticoso allenamento,
ma vedendo sopraggiungere la fine del conflitto i preparativi furono accelerati
e la data dell'azione venne fissata per il 31 ottobre.
Nel frattempo, essendo ormai evidente che l'Austria-Ungheria avesse perso la guerra, l'Imperatore Carlo I (1887-1922) aveva deciso di cedere la corazzata SMS Viribus Unitis, la nave ammiraglia della flotta imperiale assieme al resto della flotta al Consiglio Nazionale degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi ritenendo che quest'ultimo aderisse a nome del neoproclamato Stato dei Serbi, Croati e Sloveni (o Regno di SHS), peraltro non riconosciuto dal Regno di Serbia, ad una nuova federazione di stati che continuavano a dipendere dall'Austria-Ungheria, caldeggiata dall'imperatore stesso.
Nel frattempo, essendo ormai evidente che l'Austria-Ungheria avesse perso la guerra, l'Imperatore Carlo I (1887-1922) aveva deciso di cedere la corazzata SMS Viribus Unitis, la nave ammiraglia della flotta imperiale assieme al resto della flotta al Consiglio Nazionale degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi ritenendo che quest'ultimo aderisse a nome del neoproclamato Stato dei Serbi, Croati e Sloveni (o Regno di SHS), peraltro non riconosciuto dal Regno di Serbia, ad una nuova federazione di stati che continuavano a dipendere dall'Austria-Ungheria, caldeggiata dall'imperatore stesso.
Il 31 ottobre 1918 l'Ammiraglio Miklós Horthy (1868-1957), comandante in capo della Marina austriaca, venne quindi incaricato di consegnare ai rappresentanti
del Consiglio nazionale la flotta da guerra ancorata a Pola. All'interno
dell'ordine inviato a nome dell'Imperatore Carlo I (1887-1922) al comando della flotta, a quelli delle
piazze marittime di Pola e di Cattaro e ai comandi militari marittimi di
Trieste, Fiume e Sebenico, si lasciava la libertà ai marinai che non fossero di
nazionalità slava meridionale di far ritorno in famiglia a seguito di presentazione
di espressa domanda, con contemporanea concessione di una licenza illimitata.
Nel tardo pomeriggio del 31 ottobre ebbe quindi luogo una
breve cerimonia con la quale le navi austriache vennero formalmente cedute ai
quattro delegati di Pola del Consiglio Nazionale degli Sloveni, dei Croati e
dei Serbi. La bandiera imperiale, contrariamente alle istruzioni impartite
in nome dell'imperatore, che rilevavano come "in base alle norme
internazionali non può farsi un immediato mutamento di bandiera", venne ammainata e sostituita dal tricolore rosso-bianco-blu. Lo stesso pomeriggio
il capitano di vascello Janko Vuković de Podkapelski (1871-1918), designato il giorno prima
da parte del Consiglio Nazionale degli Slavi del sud, prese il comando
provvisorio della flotta. La corazzata SMS Viribus Unitis diventò la nave ammiraglia della
nuova marina della entità degli Slavi del sud. Lo stesso 31 ottobre a
Zagabria venne nominato comandante in capo della Marina da guerra jugoslava il
Contrammiraglio Dragutin Prica (1867-1960).
L'azione
Tali avvenimenti non erano tuttavia noti ai marinai
italiani, che la sera del 31 ottobre avevano già lasciato Venezia a bordo di
due motoscafi armati siluranti (MAS) scortati da due torpediniere, né tantomeno
erano stati ratificati dall'Italia; inoltre la sorveglianza militare del porto
proseguiva con le stesse procedure mantenute durante la guerra. Giunte nelle
acque istriane a poche miglia dall'imbocco del porto di Pola, le torpediniere
si ritirarono e un MAS rimorchiò la mignatta fino ad alcune centinaia di metri
dalla diga foranea del porto. Alle ore 22:18 i due ufficiali italiani puntarono
verso il porto di Pola a bordo della mignatta, mentre il MAS si allontanò verso
il punto dove avrebbe dovuto raccoglierli dopo l'azione.
L'avvicinamento all'obiettivo fu complesso e rischioso: Raffaele Rossetti (1881-1951) e Raffaele Paolucci (1892-1958) dovettero trascinare la mignatta a motore spento oltre le
ostruzioni (sbarramento esterno e tre ordini di reti) ed eludere l'intensa
vigilanza austriaca. Passati inosservati alle sentinelle sulla diga, alle
imbarcazioni di ronda e a un sommergibile nella rada, i due guastatori giunsero
verso le 3 in prossimità delle navi ancorate. Solamente alle ore 4:45 del 1° novembre 1918, dopo più di sei ore in acqua, i due ardimentosi Ufficiali
riuscirono infine a posizionarsi a poche decine di metri dallo scafo della corazzata SMS Viribus Unitis. Raffaele Rossetti (1881-1951) si staccò dalla mignatta e si avvicinò alla chiglia
della corazzata SMS Viribus Unitis con uno dei due ordigni, mentre il compagno rimase ad
attenderlo al timone del mezzo che risultava poco governabile a causa della
corrente. Alle 5:30 l'esplosivo da 200 kg fu finalmente assicurato alla carena
dell'obiettivo e programmato per le ore 6:30, ma quando Raffaele Rossetti (1881-1951) ritornò da Raffaele Paolucci (1892-1958) i due vennero illuminati dalla luce di un proiettore e subito
scoperti. Prima della cattura, Raffaele Paolucci (1892-1958) riuscì tuttavia ad attivare la seconda
carica di esplosivo, mentre Raffaele Rossetti (1881-1951) affondò la mignatta, che ingovernata andò
ad arenarsi nei pressi del piroscafo Wien, ormeggiato a poca distanza.
I due vennero catturati e portati a bordo della corazzata SMS Viribus Unitis, come prigionieri, dove appresero che nella notte l'alto comando
austriaco aveva ceduto la flotta di Pola agli iugoslavi e che la nave non batteva
più bandiera austriaca. Solo alle 6:00 avvertirono il Capitano di Vascello Janko Vuković de Podkapelski (1871-1918) che la
corazzata poteva esplodere da un momento all'altro, e prontamente questi ordinò
a tutti di abbandonare immediatamente la nave e di trasferire i prigionieri a
bordo della nave gemella, la corazzata SMS Tegetthoff. Ma l'esplosione non avvenne e l'equipaggio
fece gradualmente ritorno a bordo, non dando più credito all'avvertimento dei
due italiani, finché alle 6:44 la carica brillò davvero e la corazzata SMS Viribus Unitis, inclinatasi su un lato, cominciò rapidamente ad affondare.
L'azione si concluse così con oltre 300 tra vittime e dispersi, tra cui il Comandante Janko Vuković de Podkapelski (1871-1918), che venne colpito mortalmente dalla caduta di un albero di legno mentre, nuotando tra i flutti, cercava di porsi in salvo.
L'azione si concluse così con oltre 300 tra vittime e dispersi, tra cui il Comandante Janko Vuković de Podkapelski (1871-1918), che venne colpito mortalmente dalla caduta di un albero di legno mentre, nuotando tra i flutti, cercava di porsi in salvo.
L'Armistizio di Villa Giusti (3 novembre 1918) con cui l'Austria-Ungheria si
arrese all'Italia, venne firmato due giorni dopo, il 3 novembre 1918, con la
clausola in forza della quale sarebbe diventato operativo dal 4 novembre. Il 5
novembre la Regia Marina occupò il porto di Pola e, grazie allo sbarco
italiano, Raffaele Rossetti (1881-1951) e Raffaele Paolucci (1892-1958), che erano ancora detenuti a bordo di una ex
nave austriaca, vennero liberati. Per la riuscita dell'impresa, così come
prevedeva la normativa dell'epoca relativa alle prede di guerra, ottennero un
premio di 1.300.000 lire da dividersi in parti uguali. Tempo dopo, venuti a
sapere delle precarie condizioni economiche della famiglia del comandante Janko Vuković de Podkapelski (1871-1918), ne devolsero una parte alla vedova.
Raffaele Rossetti (1881-1951) e Raffaele Paolucci (1892-1958) vennero insigniti della Medaglia d'Oro al Valor Militare. La motivazione della decorazione per Raffaele Rossetti (1881-1951) fu la seguente:
Raffaele Rossetti (1881-1951) e Raffaele Paolucci (1892-1958) vennero insigniti della Medaglia d'Oro al Valor Militare. La motivazione della decorazione per Raffaele Rossetti (1881-1951) fu la seguente:
"Genialmente ideava un mirabile ordigno di guerra
marittima, con amorosa tenacia ne curava personalmente la costruzione. Volle a
sé riservato l'altissimo onore di impiegarlo e, con l'audacia dei forti, con un
solo compagno penetrò di notte nel munito porto di Pola. Con mirabile freddezza
attese il momento propizio e verso l'alba affondò la nave ammiraglia della
flotta Austro-Ungarica. Pola, 1° novembre 1918"
Fonte: wikipedia
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