Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - La ferrovia Transiberiana


Con il nome generico Trans-Siberiana o Transsib si identificano 3 divese linee ferroviarie che attraversano in parte o tutta la Siberia:

- la Trans-Mongolica: parte da Mosca e arriva a Pechino, Cina, passando per Ulanbaatar, capitale della Mongolia
- la Trans-Manciuriana: parte da Čita/Chita, in Russia e, attraversando parte della Siberia, arriva a Pechino, in Cina
- la Trans-Siberiana classica: parte da Mosca e, attraversando tutta la Siberia, arriva Vladivostok, l'Estremo Oriente russo

Quest'ultima venne presentata per la prima volta all'Esposizione Universale di Parigi del 1900 con il nome di Train Transibérien.

I suoi 9.288,2 km, che si snodano tra montagne, dirupi, acquitrini e fiumi imponenti, ne fanno la ferrovia più lunga nel mondo.


In rosso, il percorso della Trans-Siberiana o Transsib
(di Sochi Olympic Park (rus).svg: Stefan Ertmann & Lokal Profil)
Fonte immagine: Wikimedia Commons


I lavori per la costruzione della ferrovia, avvenuta durante i regno dello Zar Nicola II di Russia (1868-1918), iniziarono il 17 marzo 1891 e terminarono, almeno sul ramo principale, nel 1906.

Molti furono gli italiani che parteciparono alla sua costruzione perchè in quegli anni andare in Russia per lavoro era quasi di norma.

Erano muratori, tagliapietre, scalpellini, carpentieri, fabbri e molti di questi erano originari del Friuli-Venezia Giulia: gli operai partiti da Clauzetto e Pradis, come da Forgaria del Friuli ed Artegna si occuparono principalmente della costruzione del tratto di ferrovia, circa 250 km, lungo l'ansa meridionale del lago Baikal.

Il viaggio durava una quarantina di giorni e prevedeva l'utilizzo del treno, della barca, della slitta ma anche dei tratti a piedi.

Nella stagione invernale il problema maggiore erano le temperature, talmente rigide che facevano gelare anche la calce. Per combattele il freddo, ad una distanza di 15, 20 m sia a monte che a valle rispetto a dove gli operai lavoravano, venivano allestite grandi cataste di tronchi. Il mantenere il fuoco sempre acceso, permetteva loro di lavorare ad una temperatura sopportabile.

Durante l'estate gli operai costruivano i pilastri dei ponti che attraversavano i corsi d'acqua, utilizzando come base di lavoro dei cassoni ad aria compressa.

Durante l'inverno, quando i fiumi gelavano, come base per le impalcature veniva sfruttato il ghiaccio, che poteva anche superare lo spessore di un metro. In quella stagione venivano montate le centine in legno, costruite le volte in pietra da un pilastro all'altro e la linea ferroviaria vera e propria.

Un altro problema da affrontare era la polvere della pietra scheggiata, che ristagnando all'interno delle baracche, causava la silicosi. Per questo motivo all'interno delle baracche c'era un samovar sempre in funzione per avere pronto the caldo da bere.

Tra i primi friulani che partirono, ricordiamo Pietro Brovedani, originario di Clauzetto, che partì nel 1893 quando la costruzione della Transiberiana procedeva da Omsk verso Tomsk.




Pietro Brovedani arrivò assieme ad un triestino di nome Taburno, entrambe inviati della Direzione Ministeriale delle Ferrovie di Pietroburgo.

Nel 1894 tramite il suo compaesano Domenico Indri, Brovedani fece arrivare da Clauzetto un gruppo di 34 operai; un secondo gruppo di circa un centinaio arrivò quando la costruzione della linea procedeva verso Irkutsuk.


Visto per la Russia datato 1914, sul passaporto di Pietro Brovedani
Foto della pagina fb Amici della Val d'Arzino


Tra i primi a partire da Pradis ricordiamo, invece, Bonaventura Zannier che si mise in viaggio nel 1895, il quale, una volta ritornato a casa era solito raccontare di aver lasciato scolpite le proprie iniziali BZ sul pilone di un viadotto della ferrovia.

Fonte: wikipedia

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