Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - Itinerario attraverso la Trieste di Italo Svevo (1861-1928)


Itinerario attraverso la Trieste di Italo Svevo (1861-1928):



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1. CASA NATALE DI ARON HECTOR SCHMITZ - Via dell'Acquedotto, 16 (oggi V.le XX settembre, 16)

Qui nasce tra il 19 e il 20 dicembre 1861 da una benestante famiglia ebraica; il padre Franz Schmitz (1829-92) è un commerciante, la madre Allegra Moravia (1832-95) è di origine italiana. Italo Svevo (1861-1928) rimane in questa casa fino al 1881.





"Una sera, al principio di gennaio, il Balli, con un infinito malumore, camminava soletto lungo l'Acquedotto"

   - Senilità, 1898 -


2. ABITAZIONE DELLA GIOVENTU' - Corsia Stadion, 12 (oggi Via Battisti, 12 )

Negli anni in cui Italo Svevo (1861-1928) lavora alla Banca Union, la famiglia Schmitz abita in Corsia Stadion, da dove si era trasferita dalla parallela Via dell'Acquedotto. Qui abita Carla, la protagonista de La coscienza di Zeno.

"Ebbi la ventura di trovare in Corsia Stadion un portone ancora aperto e illuminato in cui mi rifugiai proprio a tempo! Subito dopo il nembo s'abbattè sulla via. Lo scroscio di pioggia fu interrotto da una furiosa che parve portasse con sé anche il tuono  tutt'ad un tratto vicinissimo. Trasalì! Sarebbe stato un vero compromettermi se fossi stato ammazzato dal fulmine, a quell'ora, in Corsia Stadion! Meno male ch'ero noto anche a mia moglie come un uomo dai gusti bizzarri che poteva correre fin là di notte e allora c’è sempre la scusa a tutto"

   - La coscienza di Zeno, 1923 -


3. SCUOLA ELEMENTARE - Via della Legna, 5 (oggi Via Gallina, 4)

Italo Svevo (1861-1928) frequenta le elementari alla scuola privata maschile diretta da Sabbato Raffaele Melli (1825-1907), vice-rabbino di Trieste. La scuola era situata nella stessa abitazione di Sabbato Raffaele Melli (1825-1907), in Via della Legna, oggi Via Gallina, che porta da Piazza San Giovanni a Piazza Goldoni, già Piazza della Legna, così chiamata per lo svolgimento del mercato della legna da ardere proveniente da dall'Istria.

A 11 anni passa quindi alla scuola privata ebraica di Emanuele Edeles e dal 1874 al 1878 al Brussel'sche Institut di Segnitz in Baviera.


4. SCUOLA SUPERIORE DI COMMERCIO PASQUALE REVOLTELLA – Via Carducci, 12

Fra il 1878 e il 1880 frequenta la Scuola Superiore di Commercio Pasquale Revoltella, un istituto tecnico commerciale fondato dal Barone Pasquale Revoltella (1795-1869). L'istituto costituì il primo nucleo dell'Università di Trieste come facoltà di Economia e Commercio.


5. BERLITZ SCHOOL - Via San Nicolò, 32

Nel 1907, per seguire gli affari della ditta di vernici che ha aperto la filiale di Londra, Italo Svevo (1861-1928) ha bisogno di approfondire la conoscenza della lingua inglese e il giovane irlandese James Joyce (1882-1941), insegnante alla Berlitz School, si reca tre volte alla settimana a Villa Veneziani per offrire delle lezioni cui spesso assistevano anche la moglie Livia e la figlia Letizia. Tra i due scrittori nasce un rapporto do reciproca stima ed è grazie all'intervento di James Joyce (1882-1941), che nel dopoguerra si trasferisce a Parigi, che La coscienza di Zeno ottiene l'attenzione della critica francese e quindi di quella italiana.





6. LA SINAGOGA - Via delle Scuole Israelitiche (oggi Via Tor Bandena)


La sinagoga principale ai tempi di Italo Svevo (1861-1928) si trovava in Via delle Scuole Israelitiche; al suo posto oggi si trova la questura e la Via Tor Bandena. Da bambino Svevo vi frequenta la cosiddetta Scuola Grande durante i sabati e le feste comandate.


7. LA BIBLIOTECA CIVICA - Piazza Lipsia (oggi Piazza Hortis, 4)

Il palazzo, edificato tra fine '700 e inizio '800, divenne di proprietà Biserini nel 1804. Passò poi al Comune che nel 1817 vi collocò l'Imperial Regia Accademia di Commercio e Nautica. Dal 1820 vi ha sede la Biblioteca Civica.

Nel 1873 venne nominato direttore Attilio Hortis (1850-1926), studioso e politico, a cui nel 1950 vennero intitolate sia la biblioteca che la piazza antistante. Italo Svevo (1861-1928) e Alfonso Nitti, protagonista del romanzo di Italo Svevo Una vita, vi si recavano dopo il lavoro in banca. Leggendo Machiavelli, Guicciardini, Boccaccio e i contemporanei De Sanctis e Giosuè Carducci (1835-1907), oltre che i naturalisti francesi, Svevo completò la sua conoscenza della letteratura italiana.





"Scoperse la biblioteca civica e quei secoli di cultura messi a sua disposizione, gli permisero di risparmiare il suo magro borsellino. Con le sue ore fisse, la biblioteca lo legava, apportava nei sui studi la regolarità ch'egli desiderava.

In biblioteca fece poche conoscenze. Entrava nella lunga sala di lettura tutta occupata da tavoli disposti parallelamente, occupava un posto qualunque e per qualche tempo con la testa fra le mani era tanto assorto nella lettura da non vedere neppure chi accanto a lui sedesse".

   - Una vita, 1892 -


8. STATUA DI ITALO SVEVO - Piazza Hortis

Opera dello scultore triestino Nino Spagnoli (1920-2006), la statua bronzea collocata nella piazza nel 2004, rappresenta Italo Svevo (1861-1928) che si reca alla Biblioteca Civica.


9. BANCA UNION, FILIALE 12 - Galleria Tergesteo, scala I (oggi Via Einaudi, 1)

Il 27 settembre 1880 Italo Svevo (1861-1928) interrompe gli studi a causa di problemi economici della famiglia e inizia a lavorare presso la sede triestina della Banca Union di Vienna come impiegato alla corrispondenza con l'estero. In questi anni Italo Svevo (1861-1928) scrive Una vita, il suo primo romanzo nel quale il protagonista Alfonso Nitti è proprio un impiegato di banca. Lascia la banca nel 1898, dopo il matrimonio, per andare a lavorare alla fabbrica Veneziani.

La galleria si trova a fianco del palazzo della Borsa ed era il luogo d'incontro degli uomini d'affari triestini. Proprio al Tergesteo ne La coscienza di Zeno il protagonista conoscerà Giovanni Malfenti, suo futuro suocero.

"Ero venuto al Tergesteo per consiglio dell'Olivi che mi diceva sarebbe stato un buon esordio alla mia attività commerciale frequentare la Borsa"

   - La coscienza di Zeno, 1923


10. PALAZZO DELLA BORSA - Piazza della Borsa

Luogo frequentato da Italo Svevo (1861-1928) durante la sua attività commerciale.






11. SEDE DEL QUOTIDIANO 'L'INDIPENDENTE' - Via S. Antonio

Vi si trovava la sede del quotidiano L'indipendente presso la cui redazione Italo Svevo (1861-1928) lavora e sulle cui colonne pubblica L'assassinio di Via Belpoggio (1890) e Senilità (1898).






12. STUDIO DI UMBERTO VERUDA - Via Carducci

Il pittore Umberto Veruda (1868-1904) fu amico e confidente di Italo Svevo (1861-1928).





13. PASSEGGIO SANT'ANDREA

A fine '800 e nei primi del '900 il Passeggio Sant'Andrea è un luogo di incontro e di passeggiate; è una delle mete preferite di Svevo, la cui villa sorge ad una delle estremità del passeggio, ed è anche teatro degli incontri di Angiolina ed Emilio.

"Si trovavano sempre all'aperto. Amarono in tutte le vie suburbane di Trieste. Dopo i primi appuntamenti, abbandonarono Sant'Andrea ch'era troppo frequentato, e per qualche tempo preferirono la strada d'Opicina fiancheggiata da ippocastani folti, larga, solitaria, una salita lenta quasi insensibile. Si fermarono a un pezzo di muricciuolo che divenne la meta delle loro passeggiate soltanto perché la prima volta vi erano assisi. Si baciavano lungamente, la città ai loro piedi, muta, morta, come il mare, di lassù niente altro che una grande estensione di colore misterioso, indistinto: e nell'immobilità e nel silenzio, città, mare e colli apparivano di un solo pezzo, la stessa materia foggiata e colorita da qualche artista bizzarro, divisa, tagliata da linee segnate da punti gialli, i fanali delle vie".

   - Senilità cap. II, 1898 -


14. BUSTO DI ITALO SVEVO - Giardino Pubblico Muzio Tommasini, Via Giulia

Il busto viene inaugurato il 26 aprile 1931 alla presenza della famiglia e delle autorità cittadine. L'8 settembre del 1939 viene rovinato e sporcato e la stampa fascista ne dà l'annuncio con soddisfazione. Sul quotidiano milanese Il Popolo d'Italia del giorno successivo si legge "Un busto inutile eliminato" mentre il quotidiano La Tribuna di Roma scrive "Questa notte è stato deposto dal piedistallo il busto bronzeo di Italo Svevo, scrittore noto soltanto perché ebreo".



Busto di Italo Svevo (1861-1928)
nel Giardino Pubblico Muzio Tommasini


"Ero appena uscito dal Giardino Pubblico che m'imbattei proprio faccia a faccia in mia suocera. Dapprima ebbi un dubbio curioso: di mattina, così di buon'ora, da quelle parti tanto lontane dalle nostre? Forse anche lei tradiva il marito ammalato".

   - La coscienza di Zeno, 1923 -


15. TEATRO FILODRAMMATICO

Il Filodrammatico, uno dei teatri cittadini di prosa che Italo Svevo (1861-1928) ama frequentare. In questa sale assiste alle esibizioni dell'attrice bambina Gemma Cuniberti a cui scrive delle lettere di lodi e consigli, firmandole col suo primo pseudonimo, Erode.


16. TEATRO VERDI - Riva 3 Novembre, 1

Italo Svevo (1861-1928) e la moglie Livia Veneziani frequentavano abitualmente il teatro lirico cittadino, benché Italo Svevo (1861-1928) fosse maggiormente interessato alla prosa, i cui spettacoli si tenevano prevalentemente in altre sale: quelle del Teatro Filodrammatico e del Politeama Rossetti.

"Per quella sera non trovò il Balli. Sul tardi venne fermato dal Sorniani il quale ritornava dal Teatro. Dopo il saluto, subito, costui raccontò di aver vista a teatro, in prima galleria, Angiolina colla madre; bellissima davvero con una vita di seta gialla e un cappellino di cui non si vedevano che due o tre grandi rose nell'oro dei capelli".

   - Senilità , 1898 -


17. TEATRO POLITEAMA ROSSETTI - Via dell'Acquedotto (oggi Viale XX settembre)

Italo Svevo (1861-1928) frequentò il Politeama Rossetti assiduamente.






18. PORTICI DI CHIOZZA - Via Battisti

I portici di Chiozza, dal nome dell'architetto che li progettò, all'epoca di Italo Svevo (1861-1928) erano a due arcate. Con la ristrutturazione del palazzo ne rise solo una. Italo Svevo (1861-1928) vi si recava per frequentare l'omonimo caffè, luogo d'incontro di artisti e intellettuali tra cui l'amico pittore Umberto Veruda (1868-1904), ispiratore del personaggio di Stefano Balli in Senilità. Umberto Veruda (1868-1904), assieme ai colleghi pittori Carlo Wostry (1865-1943). e Isidoro Grünhut (1862-1896), aveva lo studio proprio accanto al Caffè, al numero 20 di Via Carducci. Accumunati dalla passione per l'impressionismo tedesco, questi tre artisti diedero vita a una delle migliori stagioni dell'arte pittorica triestina della fine del XIX secolo, furono inoltre tra i più fervidi  promotori del Circolo Artistico Triestino a partire da 1884.





"Una sera egli doveva trovarsi con lei alle venti precise, ma mezz'ora prima il Balli mandò ad avvisarlo che lo attendeva al Chiozza, giusto a quell'ora, per fargli delle comunicazioni importantissime"

   - Senilità, 1898 -


19. CAFFE' FABRIS - Via Caserma, 9 (oggi Piazza Dalmazia, 4)

Nell'800 le colline di Romagna e Scorcola segnavano i limiti della città e nel verde di quelle alture alcune ricche famiglie avevano costruito le loro ville. Il Caffè Fabris era luogo di appuntamenti era collocato nel punto di confluenza tra Via Romagna e Via Fabio Severo. Gli ampi locali del caffè ospitavano intellettuali e uomini d'affari che giocavano a biliardo, scrivevano in tranquillità o leggevano i giornali e le riviste sempre presenti sui tavolini. Anche Italo Svevo (1861-1928) frequenta il Caffè e lo ricorda in Senilità.

"Era probabile che Angiolina rincasasse dalla parte di Via Romagna […] gli parve di veder passare dinanzi al caffè Fabris Angiolina accompagnata da Giulia e d un uomo che doveva essere l'ombrellaio"

   - Senilità, 1898 -