Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1° giugno 1970) è stato un poeta e scrittore italiano.
Giuseppe Ungaretti (di ignoto - da Il Resto del Carlino) Fonte immagine: Wikipedia |
Biografia
Anni giovanili
Giuseppe Ungaretti nacque
ad Alessandria d'Egitto, nel quartiere periferico di Moharrem Bey, l'8
febbraio 1888 (ma venne denunciato all'anagrafe come nato il 10 febbraio, e
festeggiò sempre il suo compleanno in quest'ultima data) da genitori italiani
originari di Lucca. Il padre, operaio allo scavo del Canale di Suez, morì due
anni dopo la nascita del poeta in un incidente sul lavoro, nel 1890. La madre,
Maria Lunardini, mandò avanti la gestione di un forno di proprietà, con il
quale garantì gli studi al figlio, che si poté iscrivere in una delle più
prestigiose scuole di Alessandria, la Svizzera École Suisse Jacot.
L'amore per la poesia nacque durante questo periodo scolastico e si intensificò grazie alle amicizie che egli strinse nella città egiziana, così ricca di antiche tradizioni come di nuovi stimoli, derivanti dalla presenza di persone provenienti da tanti paesi del mondo; Ungaretti stesso ebbe una balia originaria del Sudan, una domestica croata ed una badante argentina.
L'amore per la poesia nacque durante questo periodo scolastico e si intensificò grazie alle amicizie che egli strinse nella città egiziana, così ricca di antiche tradizioni come di nuovi stimoli, derivanti dalla presenza di persone provenienti da tanti paesi del mondo; Ungaretti stesso ebbe una balia originaria del Sudan, una domestica croata ed una badante argentina.
Il soggiorno in Francia
Nel 1912 Ungaretti, dopo
un breve periodo trascorso a Il Cairo, lasciò l'Egitto e si recò a Parigi. Nel
tragitto vide per la prima volta l'Italia ed il suo paesaggio montano. A Parigi
frequentò per due anni le lezioni del filosofo Bergson, del filologo Bédier e
di Strowschi, alla Sorbonne e al Collège de France.
In Francia Ungaretti
filtrò le precedenti esperienze, perfezionando le sue conoscenze letterarie e
il suo stile poetico. Dopo qualche pubblicazione su Lacerba, decise di partire
volontario per la Grande Guerra.
La Grande Guerra
Quando nel 1914 scoppiò la Prima guerra mondiale, Ungaretti partecipò alla campagna interventista, per poi
arruolarsi volontario nel 19° Reggimento di Fanteria, quando il 24 maggio 1915
l'Italia entrò in guerra.
Combatté sul Carso e in seguito a questa esperienza scrisse le poesie che, raccolte dall'amico Ettore Serra, un giovane ufficiale, vennero stampate in 80 copie presso una tipografia di Udine nel 1916, con il titolo Il porto sepolto. Collaborava a quel tempo anche al giornale di trincea Sempre Avanti.
Trascorse un breve periodo a Napoli, nel 1916, testimoniato da alcune poesie, per esempio Natale.
Il 26 gennaio 1917 a Santa Maria la Longa scrisse la nota poesia Mattina.
Giuseppe Ungaretti, durante la Prima guerra mondiale (di sconosciuto) Fonte immagine: Wikimedia Commons |
Combatté sul Carso e in seguito a questa esperienza scrisse le poesie che, raccolte dall'amico Ettore Serra, un giovane ufficiale, vennero stampate in 80 copie presso una tipografia di Udine nel 1916, con il titolo Il porto sepolto. Collaborava a quel tempo anche al giornale di trincea Sempre Avanti.
Trascorse un breve periodo a Napoli, nel 1916, testimoniato da alcune poesie, per esempio Natale.
Il 26 gennaio 1917 a Santa Maria la Longa scrisse la nota poesia Mattina.
La Seconda guerra mondiale
e il dopoguerra
Nel 1942 Ungaretti ritornò
in Italia e venne nominato Accademico d'Italia e "per chiara fama" professore
di letteratura moderna e contemporanea presso l'Università di Roma, ruolo che
mantenne fino al 1958 e poi, come 'fuori ruolo', fino al 1965. Intorno
alla sua cattedra si formarono alcuni intellettuali che in seguito si sarebbero
distinti per importanti attività culturali e notevoli carriere accademiche,
come Leone Piccioni, Luigi Silori, Mario Petrucciani, Guido Barlozzini,
Raffaello Brignetti, Ornella Sobrero, Elio Filippo Accrocca.
A partire dal 1942 la casa
editrice Mondadori iniziò la pubblicazione dell'opera omnia di Ungaretti,
intitolata Vita di un uomo. Nel secondo dopoguerra Ungaretti pubblicò nuove
raccolte poetiche, dedicandosi con entusiasmo a quei viaggi che gli davano modo
di diffondere il suo messaggio, e ottenendo significativi premi come il Premio
Montefeltro nel 1960 e il Premio Etna-Taormina nel 1966.
Gli ultimi anni
In Italia raggiunse una
certa notorietà presso il grande pubblico nel 1968, grazie alle sue intense
letture televisive di versi dell'Odissea che precedevano la nota versione
italiana del poema omerico per il piccolo schermo, a cura del regista Franco
Rossi.
Nel 1958 ricevette la
cittadinanza onoraria di Cervia. Nella notte tra il 31 dicembre 1969 e il 1° gennaio 1970 scrisse
l'ultima poesia, L'Impietrito e il Velluto, pubblicata in una cartella
litografica il giorno dell'ottantaduesimo compleanno del poeta.
Nel 1970 conseguì un
prestigioso premio internazionale dell'Università dell'Oklahoma, negli Stati
Uniti, dove si recò per il suo ultimo viaggio che debilitò definitivamente la
sua pur solida fibra.
Morì a Milano nella notte tra il 1° e il 2 giugno 1970 per broncopolmonite.
Il 4 giugno si svolse il suo funerale a Roma, nella Chiesa di San Lorenzo fuori le Mura, ma non vi partecipò alcuna rappresentanza ufficiale del Governo italiano.
È sepolto nel Cimitero del Verano (Roma), accanto alla moglie Jeanne.
Morì a Milano nella notte tra il 1° e il 2 giugno 1970 per broncopolmonite.
Il 4 giugno si svolse il suo funerale a Roma, nella Chiesa di San Lorenzo fuori le Mura, ma non vi partecipò alcuna rappresentanza ufficiale del Governo italiano.
È sepolto nel Cimitero del Verano (Roma), accanto alla moglie Jeanne.
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