Fedora Barbieri (Trieste, 4 giugno 1920 – Firenze, 5 marzo 2003) è stata un mezzosoprano e contralto italiano.
Biografia
Cominciò
giovanissima a studiare canto a Trieste sotto la guida di Federico Bugamelli e
Luigi Toffolo. Dopo pochissimi mesi vinse una borsa di studio indetta dal
Teatro Lirico di Firenze, passando quindi a studiare alla scuola del Maggio
musicale fiorentino sotto la guida di Giulia Tess.
Esordì il 4
novembre 1940 come Fidalma ne Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa al
Teatro comunale di Firenze, con immediato e caloroso successo. La sera dopo
dovette nuovamente salire sullo stesso palcoscenico perché Gianna Pederzini che
doveva interpretare Azucena ne Il trovatore si era improvvisamente ammalata.
Nel 1941 canta all'estero per le prime volte in Polonia ed è Fidalma nella ripresa nel Neues Deutsches Landestheater di Praga e nella ripresa nel Neues Theater am Habsburger Ring di Colonia di Il matrimonio segreto.
Alla Scala
debutta nel 1942, con la Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven diretta da
Victor De Sabata ed è Meg Page nella ripresa di Falstaff di Verdi con Gobbi; nel
1943 è Telemaco nella ripresa di Il ritorno di Ulisse in patria di
Claudio Monteverdi; si esibisce regolarmente nel massimo teatro lirico a
partire dal 1945.
Nel 1943 si
ritirò dalle scene in seguito al matrimonio, ritornando a calcare il
palcoscenico due anni più tardi.
E' a Trieste nel 1949 nei panni di Fidalma ne Il matrimonio segreto con Fernando Corena, nel 1955 è Dalila in Samson et Dalila, nel 1965 è Ortrud in Lohengrin (opera), nel 1969 è La mamma in Storia di una mamma di Roman Vlad, nell'1980 è Margarita ne I quattro rusteghi.
Ha cantato
saltuariamente fino agli anni '90 in un repertorio selezionato di ruoli
comprimari: Suor Angelica, Falstaff, Boris Godunov, Cavalleria rusticana.
Proprio con il ruolo di Mamma Lucia dà l'addio alle scene il 3 novembre 2000, al Teatro Comunale di Firenze, dopo sessant'anni di attività e 109 ruoli interpretati.
Nel 1992 a Parigi, Amphitheatre de l'Universitè Paris II Sourbonne, assieme al baritono Juan Carlos Morales ed al pianista Mario Giuseppe Genesi, interpreta in un concerto d'addio per l'ultima volta il celebre esteso duetto di Mrs. Quickley e Sir Johan Falstaff dall'omonima opera verdiana Reverenza, davanti ad un pubblico di oltre 2.000 persone, ricevendo una standing ovation.
Proprio con il ruolo di Mamma Lucia dà l'addio alle scene il 3 novembre 2000, al Teatro Comunale di Firenze, dopo sessant'anni di attività e 109 ruoli interpretati.
Nel 1992 a Parigi, Amphitheatre de l'Universitè Paris II Sourbonne, assieme al baritono Juan Carlos Morales ed al pianista Mario Giuseppe Genesi, interpreta in un concerto d'addio per l'ultima volta il celebre esteso duetto di Mrs. Quickley e Sir Johan Falstaff dall'omonima opera verdiana Reverenza, davanti ad un pubblico di oltre 2.000 persone, ricevendo una standing ovation.
Vocalità e
personalità interpretativa
Dotata di
una voce bel timbro, duttile, di grande potenza ed estensione (dal fa naturale
grave al si acuto) e sorretta da una buona preparazione tecnica, si è
imposta come interprete esuberante e intensa nei ruoli drammatici (Azucena ne
Il trovatore, Amneris nell'Aida tra gli altri), ma assai per tempo preferì
staccarsi dai ruoli di seduttrice (Carmen di Georges Bizet, Dalila in Sansone e
Dalila di Saint-Saëns) per privilegiare i ruoli di carattere, primo fra tutti
quello di Quickly nel Falstaff di Verdi, del quale è considerata interprete
ineguagliata.
Per contro, fu capace di maestosa compostezza nelle interpretazioni sei-settecentesche, tra cui si segnala un Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck, cantato alla Scala sotto la guida di Wilhelm Furtwängler.
Per contro, fu capace di maestosa compostezza nelle interpretazioni sei-settecentesche, tra cui si segnala un Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck, cantato alla Scala sotto la guida di Wilhelm Furtwängler.
A causa
dell'eccessivo utilizzo della voce di petto nelle note gravi, oltre
all'occasionale ingolatura di tali suoni per aumentarne il volume, già alla
fine degli anni '50 la Barbieri perse la duttilità del registro acuto,
adottando nelle tessiture alte trasporti tonali.
Intitolazioni e riconoscimenti
Nel 2000 è stata insignita del titolo di Cavaliere di gran croce.
Sempre nello stesso anno ha ricevuto il San Giusto d'Oro, un tradizionale riconoscimento a personaggi o realtà che si sono distinti per aver dato lustro al nome della città di Trieste in Italia e nel mondo.
Il 4 giugno 2014, nel 94° anniversario della nascita, le è stato intitolato il giardino comunale di Via Mascagni a Trieste.
Nel marzo del 2001 Fedora
Barbieri ha donato al
museo teatrale Carlo Schmidl di Trieste il costume di Dalila indossato in
occasione delle recite del Sansone e Dalila dirette da Victor de Sabata al Teatro
alla Scala di Milano nel 1950. Al dono di questo primo costume, è venuta ad affiancarsi
nel 2002 la donazione della sua intera collezione personale.
Alla sua scomparsa, i figli Ugo e Franco Barlozzetti donarono alla città di Trieste l'Archivio Fedora Barbieri, comprendente fotografie, documenti, spartiti, registrazioni, bozzetti, rassegne stampa, manifesti, programmi di sala, libretti, volumi e molti altri oggetti.
Fonte: wikipedia
Alla sua scomparsa, i figli Ugo e Franco Barlozzetti donarono alla città di Trieste l'Archivio Fedora Barbieri, comprendente fotografie, documenti, spartiti, registrazioni, bozzetti, rassegne stampa, manifesti, programmi di sala, libretti, volumi e molti altri oggetti.
Fonte: wikipedia
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