Giandomenico Tiepolo o Giovanni Domenico Tiepolo (Zianigo,
30 agosto 1727 – Venezia, 3 marzo 1804) è stato un pittore italiano.
Biografia
Giandomenico era figlio di Giambattista Tiepolo (1696-1770), fratello
del più giovane Lorenzo, nipote di Francesco Guardi e Gianantonio Guardi,
essendo la madre di Giandomenico, Maria Cecilia Guardi, sorella dei due
vedutisti. Il padre, noto pittore, discendeva da una modesta famiglia per nulla
imparentata coi ricchi Tiepolo nobili veneziani.
A 13 anni entrò a far parte della bottega del padre Giambattista (1696-1770).
A 19 anni ricevette l'incarico di dipingere nell'oratorio del Crocefisso della Chiesa di San Polo la serie di Stazioni della Via Crucis, riprodotta successivamente in quattordici fogli incisi all'acquaforte tra il 1748 e il 1749.
A 19 anni ricevette l'incarico di dipingere nell'oratorio del Crocefisso della Chiesa di San Polo la serie di Stazioni della Via Crucis, riprodotta successivamente in quattordici fogli incisi all'acquaforte tra il 1748 e il 1749.
Dalla fine del 1750 alla primavera del 1753 andò con il padre Giambattista (1696-1770) a Würzburg, in Baviera, per occuparsi delle decorazioni della Residenza di
Karl Philipp von Greiffenklau, principe vescovo del Sacro Romano Impero. In
questa occasione gli venne concessa l'autonomia nell'esecuzione delle
sovrapporte, Giustiniano legislatore, Costantino difensore della Fede, S.Ambrogio respinge l'imperatore Teodosio. Per il principe vescovo dedicò nel
1753 le ventiquattro incisioni dell'album delle "idee Pittoriche sopra la fuga
in Egitto di Gesù, Maria e Giuseppe..."
Al rientro a Venezia si avvicinò alla bottega di Pietro
Longhi e dello zio Francesco Guardi. Tra il 1753-1754 eseguì Il minuetto.
Tra il 1754 e il 1755 dipinse l'Apoteosi dei Santi Faustino,
Giovita, Benedetto e Scolastica per il Presbiterio della Chiesa dei Santi
Faustino e Giovita a Brescia, probabilmente su progetto del padre Giambattista (1696-1770). Il grande
affresco venne completato dai due riquadri sulle pareti laterali, anche questi affreschi, con il Martirio dei Santi Faustino e Giovita e l'Intervento dei Santi
Patroni in difesa di Brescia assediata da Nicolò Piccinino. Sicuramente
contemporaneo alle scene del Presbiterio è il ciclo decorativo dello studiolo
dell'Abate, sempre nel Monastero dei Santi Faustino e Giovita.
Nel 1757 lavorò nella Villa Valmarana Ai Nani a
Vicenza, in cui realizzò tutti gli affreschi insieme al padre Giambattista (1696-1770). In particolare
si dedicò alla foresteria, dove si scostò dallo stile paterno, più classico,
per assumerne uno più moderno, ispirato all'illuminismo.
Nel 1759 iniziò la decorazione della villa di famiglia a
Zianigo di Mirano (VE), che interruppe per andare a Udine. Qui, nell'Oratorio della Purità, dove il padre Giambattista (1696-1770) aveva eseguito degli affreschi sul soffitto, dipinse otto scene di carattere biblico a chiaroscuro su sfondo d'oro.
Nabuccodonosor condanna i fanciulli alla fornace Fonte immagine: Wikimedia Commons |
Gesù tra i fanciulli
Fonte immagine: Wikimedia Commons |
Gesù tra i dottori del Tempio
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Il Re Antioco condanna i sette fratelli
Fonte immagine: Wikimedia Commons |
Giacobbe benedice i figli
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Le fanciulle d'Israele muovono incontro a Davide vittorioso
Fonte immagine: Wikimedia Commons |
Ingresso a Gerusalemme (di Mattana - Opera propria) Fonte immagine: Wikimedia Commons |
Nel 1761 affrescò, con il padre Giambattista (1696-1770), le stanze della Villa
Pisani di Stra (VE).
Nel 1762 venne chiamato, ancora con il padre Giambattista (1696-1770), a Madrid da
Carlo III Borbone, re di Spagna, per dipingere la Gloria di Spagna presso il
Palazzo Reale, e le stazioni della Via Crucis per la chiesa di San Filippo
Neri. Nel 1770 alla morte del padre Giambattista (1696-1770), Giandomenico tornerà a Venezia, lasciando a
Madrid il fratello Lorenzo.
Nel 1772 venne nominato maestro dell'Accademia di Venezia,
ovvero l'attuale Gallerie dell'Accademia e nel 1783 ne diventò Presidente.
Nel 1789 affrescò il Palazzo Contarini di Venezia con temi e
stile acquisiti dal padre.
Nel 1791 tornò a Zianigo dove affrescò la villa di famiglia;
gli affreschi, dopo essere stati strappati nel 1906, sono ora conservati nel
palazzo Ca' Rezzonico di Venezia. In questi anni produsse una serie di disegni
dedicati al Divertimento per li ragazzi carte n.104, riprendendo il
personaggio Pulcinella, già presente negli schizzi paterni, e facendo la
parodia della società veneziana.
Giandomenico Tiepolo morì a Venezia il 3 marzo 1804.
Giandomenico Tiepolo morì a Venezia il 3 marzo 1804.
Fonte: wikipedia
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