Personalità legate al Friuli-Venezia Giulia - Maria PASQUINELLI (1913-2013)


Maria Pasquinelli (Firenze, 16 marzo 1913 – Bergamo, 3 luglio 2013) è stata un'insegnante, nota per aver ucciso, il 10 febbraio 1947, il Generale Robert De Winton, a seguito dell'assegnazione della città di Pola alla Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia.


Biografia

Maria Pasquinelli si diplomò maestra elementare e successivamente si laureò in pedagogia a Bergamo.

Iscrittasi nel 1933 al Partito Nazionale Fascista, frequentò la scuola di mistica fascista.


La guerra

Nel 1940 si arruolò volontaria crocerossina al seguito delle truppe italiane in Libia. Nel novembre 1941 lasciò l'ospedale di El Abiar, a 40 km da Bengasi, dove prestava servizio, per raggiungere la prima linea travestita da soldato con la testa rasata e documenti falsi; scoperta, fu riconsegnata ai suoi superiori e rimpatriata in Italia.

Nel gennaio 1942 chiese di essere inviata come insegnante in Dalmazia e per qualche tempo insegnò l'italiano a Spalato, annessa all'Italia nel 1941 a seguito dell'occupazione italo-tedesca della Jugoslavia e incorporata nel Governatorato di Dalmazia.


Maria Pasquinelli
(di anonimo - http://digilander.libero.it)
Fonte immagine: Wikipedia


L'attività in Istria e Dalmazia

Dopo l'Armistizio di Cassibile, il 12 settembre 1943 Spalato fu presa dai partigiani jugoslavi che disarmarono la Divisione Bergamo. Parte dei militari italiani costituì il battaglione Garibaldi che fu impiegato contro i tedeschi a Glis. 

Nel contempo numerosi soldati e civili italiani furono imprigionati dai partigiani jugoslavi, altri furono uccisi, nell'indifferenza del generale italiano Emilio Becuzzi, tra i quali il provveditore agli studi Giovanni Soglian di cui la Pasquinelli era la segretaria e diversi insegnanti. La stessa Pasquinelli fu imprigionata dai partigiani comunisti jugoslavi e condannata a morte, finché fu liberata dalle avanguardie tedesche che occuparono la città il 27 settembre.

A Spalato aiutò a recuperare da una fossa comune le salme di 106 civili italiani e militari della Divisione Bergamo uccisi durante il periodo in cui la città era stata liberata dai partigiani jugoslavi e documentò le uccisioni di italiani compiute in Dalmazia ed Istria dai titini.

Minacciata di morte dai comunisti, ma temendo anche gli ustascia, su consiglio di amici abbandonò la città rifugiandosi a Trieste il 1° novembre 1943. Qui collaborò con il Comitato Profughi Dalmati subissando di memoriali e di denunce le autorità della RSI.

Si trasferì poi a Milano, dove riprese il lavoro di maestra ed entrò in contatto con il principe Junio Valerio Borghese, comandante della Xª Flottiglia MAS, cui consegnò copia della sua documentazione Italiani e Slavi nella Venezia Giulia in ipotizzo una unione di tutte le forze militari presenti sul confine orientale in chiave anticomunista per opporsi all'avanzata titina. Decise poi di far ritorno a Trieste per portare aiuto ai profughi.

Inviata sotto copertura dalla Xª Flottiglia MAS con l'appoggio del Comando Mezzi d'Assalto Alto Adriatico, cercò di stabilire contatti con i partigiani della Franchi legati ad Edgardo Sogno, nella speranza che facessero pervenire la documentazione fino al momento preparata al governo del Sud, e con quelli delle Brigate Osoppo col proposito di costituire un blocco per la difesa dell'italianità al confine orientale. La Pasquinelli riuscì a contattare la Osoppo e un unico incontro avvenne il 1° gennaio 1945 cui prese parte il capitano Manlio Morelli del battaglione Valanga della Xª MAS.

Il 2 marzo 1945, decisa a raccogliere ulteriore materiale riguardo alle uccisioni di italiani in Istria, si recò in viaggio a Pisino, Parenzo e Pola. Nella sua attività fu aiutata dalle federazioni fasciste locali e da alcuni responsabili del Comitato di Liberazione Nazionale.

Rientrata a Trieste, essendo ricercata sia dall'OZNA, la polizia segreta jugoslava, per la sua attività in Istria, che dalla polizia tedesca per ambigui contatti con il governo del Sud, venne nascosta dal capitano di corvetta Aldo Lenzi della Xª Flottiglia MAS, ma, scoperta, venne arrestata dalla Luftwaffe il 15 marzo. Venne liberata l'11 aprile per intervento personale di Junio Valerio Borghese. Sempre ricercata dall'OZNA, si rifugiò a Milano presso il comando della Xª Flottiglia MAS, dove rimase fino al 26 aprile assistendo allo scioglimento del reparto. In maggio consegnò tutta la documentazione che aveva raccolto allo Stato Maggiore dell'Esercito.


L'uccisione del generale De Winton

Il 10 febbraio 1947 a Parigi era in corso la firma del Trattato di Pace che assegnava la città di Polaannessa all'Italia nel 1918, alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.

Il passaggio di poteri sulla città ebbe luogo in concomitanza con la firma del Trattato di Pace. Il generale De Winton, massima autorità Alleata a Pola, invitato a passare in rassegna la guarnigione britannica schierata davanti alla sede del comando, venne ucciso per mano di Maria Pasquinelli, che poi lasciò cadere a terra la pistola e si lasciò arrestare da uno dei soldati britannici.

In tasca alla Pasquinelli venne trovata una lettera-testamento, nella quale si leggevano le motivazioni del suo gesto.


Il processo, il carcere e la scarcerazione

Il 19 marzo 1947 iniziò il processo contro Maria Pasquinelli, davanti alla Corte Militare Alleata di Trieste. 

L'imputata si dichiarò colpevole dei fatti addebitatigli e spiegò le ragioni che l'avevano indotta a compiere l'attentato. 

Il 10 aprile la Corte alleata pronunciò la sentenza di condanna a morte. 

All'invito rivoltole dalla Corte ad appellarsi entro trenta giorni, rispose:

"Ringrazio la Corte per le cortesie usatemi, ma fin d'ora dichiaro che mai firmerò la domanda di grazia agli oppressori della mia terra."

Il giorno seguente Trieste fu inondata di manifestini tricolori sui quali era scritto:

"Dal pantano d'Italia è nato un fiore: Maria Pasquinelli"





Il 21 maggio 1954 la condanna a morte venne commutata in ergastolo e Maria Pasquinelli venne trasferita nel penitenziario di Perugia dove rimase per tre anni. Dopo 7 mesi passati a Venezia, venne trasferita a Santa Verdiana di Firenze, da dove uscì il 22 settembre 1964.

Dopo la scarcerazione andò a vivere a Bergamo dove morì il 3 luglio 2013, 3 mesi dopo il suo centesimo compleanno.

Il generale De Winton è sepolto nel War Cemetery di Adegliacco, un cimitero di guerra britannico che accoglie i Caduti alleati della Seconda guerra mondiale.

Fonte: wikipedia

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