Johann Joachim Winckelmann (Stendal, 9 dicembre 1717 - Trieste, 8 giugno 1768) è considerato fondatore della moderna storia dell'arte e
padre dell'archeologia.
Biografia
Nacque a Stendal, figlio di un maestro calzolaio.
Frequentò il ginnasio a Berlino e il liceo a Salzwedel: nel 1738 si trasferì
nella città di Halle come studente di teologia. Frequentò anche le lezioni di medicina e matematica all'Università
di Jena.
L'11 giugno 1754 si convertì al cattolicesimo per poter coronare il suo sogno di recarsi a Roma. Qui scoprì i tesori delle raccolte elettorali che
risvegliarono in lui un profondo interesse nei confronti dell'arte, che
approfondì con il pittore Adam Friedrich Oeser, che più tardi avrebbe
esercitato una forte influenza su Goethe.
La mancanza di mezzi economici adeguati lo costrinse ad
accettare un posto da precettore a Hadmersleben vicino a Magdeburgo.
Dal 1743 al
1748 fu rettore associato presso la scuola di Seehausen (Altmark).
Dal
settembre 1748 all'ottobre 1754 ebbe il posto di bibliotecario presso il conte
dell'impero Heinrich von Bünau a Nöthnitz vicino a Dresda e si occupò di
raccogliere materiali per la storia del Sacro Romano Impero che questi stava
scrivendo.
L'11 giugno 1754 si convertì al cattolicesimo per poter coronare il suo sogno di recarsi a Roma.
Nel giugno 1755 pubblicò i Pensieri
sull'imitazione delle opere greche in pittura e scultura che contengono la prima asserzione delle dottrine che
successivamente sviluppò e furono molto ammirati, non solo per le idee che
contenevano, ma anche per il suo stile, al punto da spingere Augusto III,
elettore di Sassonia e re di Polonia, a concedergli una pensione di 200 talleri
per permettergli di proseguire i suoi studi a Roma. Il 24 settembre 1755 iniziò così il suo viaggio verso Roma, dove arrivò il 19 novembre.
Qui conobbe il cardinale Alessandro Albani e nel giugno 1759 assunse l'incarico di bibliotecario per quest'ultimo.
Nel 1764 fu nominato soprintendente alle antichità di Roma.
Qui conobbe il cardinale Alessandro Albani e nel giugno 1759 assunse l'incarico di bibliotecario per quest'ultimo.
Nel 1764 fu nominato soprintendente alle antichità di Roma.
Nel 1766 si recò a Vienna, dove venne ricevuto con grandi onori dall'Imperatrice Maria Teresa, la quale gli regalò alcune medaglie in oro e in argento.
Il suo assassinio a Trieste
Il 28 maggio partì da Vienna per tornare a Roma; il 1° giugno arrivò a Trieste.
In città prese una stanza alla Locanda Grande in attesa di una nave per Ancona. Lì conobbe Francesco Arcangeli, un cuoco originario di Pistoia con precedenti penali, che incoraggiò i suoi approcci con l'intenzione di rubargli le medaglie ricevute in regalo alla Corte Imperiale.
L'8 giugno 1768 Johann Winckelmann venne assassinato da Francesco Arcangeli (1737-1768) in una camera della Locanda Grande e il 9 giugno venne sepolto nella cripta comune della Confraternita del Santissimo Sacramento, presso il sagrato della Cattedrale di San Giusto, a Trieste.
Il 18 luglio Francesco Arcangeli (1737-1768) venne condannato ad essere ruotato "nell'ordinaria pena nella ruota dal di sopra all'ingiù, così che fracassate, conquassate le di lui membra veramente muoia e sia separata l'anima dal corpo". La sentenza venne eseguita due giorni dopo, il 20 luglio, fra le 9 e le 10, lo stesso orario in cui era avvenuto l'omicidio, proprio davanti alla stessa Locanda Grande.
Fonte: wikipedia
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