Pochi giorni dopo la rappresaglia ordinata a seguito dell'attentato avvenuto in un cinematografo di Opicina nel quale vennero uccisi 7 soldati tedeschi, all'alba del 23 aprile 1944 nel Palazzo Rittmeyer di Via Ghega, a Trieste, requisito dai tedeschi e traformato in Casa del Soldato germanico-Soldatenheim, i Nazisti impiccarono 51 civili, partigiani e politici italiani, sloveni e croati, scelti tra i detenuti dalle carceri del Coroneo dei Gesuiti. Tra loro uomini e donne, anche in giovane età.
Fu una rappresaglia ordinata in seguito ad un attentato avvenuto il giorno precedente: un appartenente al Osvobodilna Fronta-Fronte di Liberazione della Zona di Trieste, l'arzebaigiano Mehti Husein Zade, nome di battaglia Mihailo, fingendosi un Capitano delle SS, riuscì a piazzare una bomba al terzo piano della Casa del Soldato germanico, dove si trovava la mensa riservata agli ufficiali, che causò la morte di 5 soldati tedeschi.
Per due giorni i corpi delle vittime, vennero lasciati penzolare dalle finestre e lungo lo scalone interno del palazzo, che oggi ospita il Conservatorio, come monito per la popolazione triestina.
A ricordare l'eccidio vi è una lapide, dettata dallo scrittore Silvio Benco (1874-1949) e posta sulla facciata nel 1947.
Tra le vittime vogliamo ricordare Giusto Blasina (1901-1944), alla cui memoria il 17 dicembre 2014 è stato dedicato il giardino di Via Doberdò, a Opicina.
Fu una rappresaglia ordinata in seguito ad un attentato avvenuto il giorno precedente: un appartenente al Osvobodilna Fronta-Fronte di Liberazione della Zona di Trieste, l'arzebaigiano Mehti Husein Zade, nome di battaglia Mihailo, fingendosi un Capitano delle SS, riuscì a piazzare una bomba al terzo piano della Casa del Soldato germanico, dove si trovava la mensa riservata agli ufficiali, che causò la morte di 5 soldati tedeschi.
Per due giorni i corpi delle vittime, vennero lasciati penzolare dalle finestre e lungo lo scalone interno del palazzo, che oggi ospita il Conservatorio, come monito per la popolazione triestina.
A ricordare l'eccidio vi è una lapide, dettata dallo scrittore Silvio Benco (1874-1949) e posta sulla facciata nel 1947.
Tra le vittime vogliamo ricordare Giusto Blasina (1901-1944), alla cui memoria il 17 dicembre 2014 è stato dedicato il giardino di Via Doberdò, a Opicina.
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