Storia del Friuli-Venezia Giulia - 3 aprile 1944: i Nazisti fucilano 72 persone al poligono di tiro Opicina


Il 3 aprile 1944 i Nazisti fucilarono al poligono di tiro di Opicina 72 persone tra cui militanti antifascisti, partigiani italiani, sloveni, croati, rastrellati a Trieste e in altri centri della regione, in seguito alla rappresaglia ordinata per un attentato avvenuto il giorno precedente: una bomba ad orologeria lasciata in un cinematografo di Opicina da due appartenenti all'Osvobodilna Fronta-Fronte di Liberazione della Zona di Trieste, gli arzebaigiani Mirdamat Seidov, nome di battaglia Ivan Ruskij, e Mehti Husein Zade, nome di battaglia Mihailo, aveva provocato la morte di 7 militari tedeschi.

Tra i prigionieri scelti per essere fucilati ricordiamo Rodolfo Blasina (1912-1944) e Ṧtefan Rodič. Alla memoria del primo e di suo fratello Giusto Blasina (1901-1944), il 17 dicembre 2014 è stato dedicato il giardino di Via Doberdò, a OpicinaṦtefan Rodič, invece, un partigiano ventenne, catturato nel 1942 dalle truppe italiane e condannato a dodici anni di reclusione dal Tribunale Speciale Fascista, sarà l'unico sopravvissuto.

Il 4 aprile i 71 cadaveri vennero utilizzati per collaudare il forno crematorio della Risiera di San Sabba.

Alcuni giorni dopo questa rappresaglia, seguì un altro attentato all'interno della Casa del Soldato Germanico-Soldatenheim, nella quale vennero uccisi 5 soldati tedeschi.

Un monumento, situato nei pressi del poligono di tiro di Opicina, ricorda queste 71 vittime del nazifascismo.



Il Monumento ai fucilati di Opicina

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