Dopo l'8 settembre 1943 le autorità tedesche crearono la
Zona d’Operazione Litorale Adriatico che comprendeva le province di Udine, Gorizia, Pola, Fiume, Lubiana e Trieste come capitale.
Da quel momento la Risiera, uno stabilimento costruito per la lavorazione del riso a partire dal 1898 nel periferico rione di San Sabba, chiamata inizialmente Stalag 339, iniziò ad essere utilizzato come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l'8 settembre.
C'era una volta...
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Supervisore della Risiera, nonché Comandante Superiore delle SS e della Polizia (Höherer SS- und Polizeiführer) nella Zona d’Operazione Litorale Adriatico, era l'ufficiale Odilo Globočnik (1904-1945), responsabile anche della costruzione di alcuni campi di sterminio attivati in Polonia tra il 1939 e il 1945.
A fine ottobre 1943, il complesso divenne un Polizeihaftlager, ovvero Campo di Detenzione di Polizia, destinato allo smistamento dei deportati diretti agli altri campi di concentramento nazisti e al deposito dei beni razziati ai prigionieri.
Ma dai primi mesi del 1944 divenne un campo di sterminio, destinato alla detenzione, tortura ed eliminazione di partigiani, detenuti politici, ebrei e prigionieri sospettati di attività sovversiva nei confronti delle regime nazista.
La Risiera di San Sabba - Le vie della memoria IRSML FVG
Ma dai primi mesi del 1944 divenne un
La Risiera di San Sabba - Le vie della memoria IRSML FVG
Per le esecuzioni i Nazisti utilizzarono prima i più svariati metodi, come la morte per gassazione utilizzando automezzi appositamente attrezzati, o la fucilazione o il colpo di mazza alla nuca, mazza custodita sino al 1977 nel museo della risiera ma rubata l'anno successivo.
Da da gennaio a marzo 1944, per lo smaltimento dei cadaveri si inizò ad utilizzare l'essiccatoio della Risiera, modificato poi in forno crematorio.
L'impianto venne utilizzato per la prima volta il 4 aprile 1944 per la cremazione dei cadaveri delle 71 persone fucilate il giorno precedente al poligono di tiro di Opicina.
Da quel momento, fino alla Liberazione (25 aprile 1945), le vittime di questo campo sono stimate tra le tre e le cinquemila.
Per i cittadini detenuti, intervenne in molti casi il Vescovo di Trieste, Monsignor Antonio Santin (1895-1981), alcune volte con esito positivo, come nel caso della liberazione dello scrittore Giani Stuparich (1891-1961) e della sua famiglia, ma in altre senza successo.
Da quel momento, fino alla Liberazione (25 aprile 1945), le vittime di questo campo sono stimate tra le tre e le cinquemila.
Per i cittadini detenuti, intervenne in molti casi il Vescovo di Trieste, Monsignor Antonio Santin (1895-1981), alcune volte con esito positivo, come nel caso della liberazione dello scrittore Giani Stuparich (1891-1961) e della sua famiglia, ma in altre senza successo.
Il forno crematorio e la ciminiera vennero fatti saltare dai nazisti in fuga nella
notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, nel tentativo di eliminare le prove dei
loro crimini. Al loro posto sorge oggi una struttura commemorativa costituita da una
piastra metallica e da una stele.
Edificio dove si trovava il forno crematorio (di Pier Luigi Mora) Fonte immagine: Wikimedia Commons |
Nel 1975, dopo la ristrutturazione avvenuta su progetto dell'architetto Romano Boico, la Risiera è diventata Civico Museo della Risiera di San Sabba.
Nella risiera sono ancora visibili:
- la cella della morte dove venivano rinchiusi i
prigionieri portati dalle carceri o catturati in rastrellamenti e destinati ad
essere uccisi e cremati nel giro di poche ore
- le 17 celle in ciascuna delle quali venivano ristretti fino
a sei prigionieri, riservate a progionieri destinati all'esecuzione a distanza di
giorni o di alcune settimane. Le due prime celle venivano usate per la tortura
e la raccolta di materiale prelevato ai prigionieri. Le celle erano ricoperte di graffiti
e scritte andate perdute poiché le porte e le pareti vennero ritinteggiate quando il complesso venne dichiarato Monumento Nazionale. Ne restano a testimonianza i diari dello
studioso e collezionista Diego de Henriquez (1909-1974), che si recò di persona in ogni singola cella, copiò le scritte lasciate dai prigionieri, le raccolse in forma di diario, componendo più di trecento quaderni, attualmente appartenenti alle
Collezioni de Henriquez
- l'edificio di quattro piani, dove venivano
rinchiusi in ampie camerate i prigionieri destinati alla deportazione verso Dachau, Auschwitz e Mauthausen
La Risiera come Monumento Nazionale
Con il D.P.R. n. 510 del 15 aprile 1965, il Presidente Giuseppe Saragat dichiarò la Risiera di San Sabba, unico esempio campo di sterminio nazista in Italia, Monumento Nazionale.
SCHEDA DEL CAMPO
La Risiera come Monumento Nazionale
Con il D.P.R. n. 510 del 15 aprile 1965, il Presidente Giuseppe Saragat dichiarò la Risiera di San Sabba, unico esempio campo di sterminio nazista in Italia, Monumento Nazionale.
SCHEDA DEL CAMPO
- Tipo di Campo: Lager
- Tipologia internati: Italiani pericolosi (ovvero oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, allogeni slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), ebrei italiani e stranieri, "sudditi" nemici, jugoslavi, civili rastrellati, prigionieri di guerra
- Tipologia internati: Italiani pericolosi (ovvero oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, allogeni slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), ebrei italiani e stranieri, "sudditi" nemici, jugoslavi, civili rastrellati, prigionieri di guerra
- Stima internati: 25.000 circa
- Campo istituito da: III Reich
- Operatività: ottobre 1943 - 29 aprile 1945
Fonte: wikipedia
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