Diego de Henriquez, nome poi italianizzato in Diego de
Enriquez (Trieste, 20 febbraio 1909 – 2 maggio 1974), fu uno studioso
e collezionista di cimeli bellici.
Dal 1969 la città di Trieste collaborò con il collezionista per la
creazione del Civico Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez, che venne realizzato, però, solo dopo la sua morte.
Biografia
Gli inizi
Diego de Henriquez nacque a Trieste il 20 febbraio 1909 da
una famiglia di ascendenza nobiliare spagnola e di tradizioni legate alla
Marina Imperiale Asburgica. Sebbene in gioventù fosse vissuto in diverse
province dell'Impero, gli studi lo portarono a far ritorno nella città natale, divenuta nel frattempo italiana nel 1918, dove si diplomò nel 1928 presso
l'Istituto Nautico.
Nello stesso anno si sposò con Adele Fajon, di origine friulana, da cui ebbe due figli: Adele Maria e Alfonso Federico.
Nello stesso anno si sposò con Adele Fajon, di origine friulana, da cui ebbe due figli: Adele Maria e Alfonso Federico.
Iniziò ad
appassionarsi ai numerosi cimeli bellici risalenti alla Prima guerra mondiale, sin da bambino, durante le passeggiate sul Carso. In seguito tale passione si arricchì del talento diaristico,
peculiarità che lo accompagnerà tutta la vita, e che rasenterà in alcuni casi
perfino l'ossessione: quando le pareti delle celle della Risiera di San Sabba, ricoperte di graffiti e scritte dai prigionieri destinati all'esecuzione vennero dipinte poiché il complesso era stato dichiarato Monumento Nazionale, Diego de Henriquez si recò di persona in ogni singola
cella, e le trascrisse raccogliendole sotto forma di diario e componendo più di trecento quaderni, attualmente appartenenti alle Collezioni de Henriquez.
La Seconda guerra mondiale
Nel 1941 venne richiamato alle armi, e poco dopo la sua
nomina a Caporale ebbe l'idea di proporre una collezione bellica ai suoi
superiori, i quali non solo acconsentirono ma lo aiutarono, assegnandogli tale compito. Egli poté così, grazie anche all'aiuto
dell'Alto Comando, creare una collezione di armi,
divise, materiale bellico e persino documentaristico, unica fino a quel tempo.
La fine della guerra
Tale collezione sarebbe andata perduta, se, dopo il 9
settembre, data d'inizio dell'occupazione militare tedesca di Trieste, de Henriquez non avesse collaborato con l'occupazione, allargando anzi la sua
collezione con materiale tedesco.
Durante la liberazione di Trieste da parte delle truppe alleate, giocò un ruolo fondamentale di interprete e negoziatore, recandosi di persona a trattare con l'ultimo gerarca nazista asserragliato con le sue truppe nel Palazzo di Giustizia di Trieste, sede del Comando Generale delle SS und Polizei in der Operationszone Adriatisches Küstenland, e ne uscì vincitore: in una clausola della resa era infatti specificato che le armi tedesche venissero affidate al suo museo. La leggenda racconta anche che, oltre le armi, il de Henriquez si fosse fatto consegnare persino la giacca della divisa dell'Ufficiale tedesco.
Durante la liberazione di Trieste da parte delle truppe alleate, giocò un ruolo fondamentale di interprete e negoziatore, recandosi di persona a trattare con l'ultimo gerarca nazista asserragliato con le sue truppe nel Palazzo di Giustizia di Trieste, sede del Comando Generale delle SS und Polizei in der Operationszone Adriatisches Küstenland, e ne uscì vincitore: in una clausola della resa era infatti specificato che le armi tedesche venissero affidate al suo museo. La leggenda racconta anche che, oltre le armi, il de Henriquez si fosse fatto consegnare persino la giacca della divisa dell'Ufficiale tedesco.
In seguito la città di Trieste finì sotto il comando delle
truppe alleate, le quali guardarono con favore all'idea del museo.
Quando, nel 1954, la città venne annessa all'Italia, gran parte dei documenti raccolti dagli Alleati e divenuti ormai vetusti, finirono nella collezione.
Quando, nel 1954, la città venne annessa all'Italia, gran parte dei documenti raccolti dagli Alleati e divenuti ormai vetusti, finirono nella collezione.
La morte
Diego de Henriquez morì in circostanze
misteriose il 2 maggio 1974, durante un incendio sviluppatosi durante la notte in uno
dei suoi depositi. Sebbene inizialmente si fosse pensato ad un incidente, molte voci hanno instillato il dubbio del dolo, voci avallate anche da ex
funzionari di polizia che all'epoca avevano indagato sul fatto. Secondo alcune
di queste voci, Diego de Henriquez era infatti a conoscenza di verità scomode sulla Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio in
Italia.
Letteratura ispirata a Diego de Henriquez
Nel 2007 lo scrittore tedesco Veit Heinichen (Villingen-Schwenningen, 1957), che da anni
vive a Trieste, ha scritto un romanzo giallo prendendo spunto anche dalle
vicende del collezionista, dal titolo Le lunghe ombre della
morte.
Nel 2015 lo scrittore Claudio Magris (Trieste, 1939) ha pubblicato il romanzo Non luogo a procedere, con un protagonista senza nome liberamente ispirato a Diego de Henriquez. Filo conduttore del romanzo sono le scritte murali, anche con nomi di collaborazionisti, lasciate dai prigionieri della Risiera di San Sabba e trascritte dal de Henriquez nel dopoguerra.
Nel 2015 lo scrittore Claudio Magris (Trieste, 1939) ha pubblicato il romanzo Non luogo a procedere, con un protagonista senza nome liberamente ispirato a Diego de Henriquez. Filo conduttore del romanzo sono le scritte murali, anche con nomi di collaborazionisti, lasciate dai prigionieri della Risiera di San Sabba e trascritte dal de Henriquez nel dopoguerra.
Fonte: wikipedia
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