Marisa Madieri Fonte immagine: Wikipedia |
Biografia
In origine il cognome della
famiglia paterna, fiumana, ma di origini evidentemente ungheresi, era Madjarić,
poi modificato in Madierich e successivamente in Madieri.
La famiglia, esule dall'Istria, si nascose a Trieste nel 1949, e per molti mesi visse in condizioni precarie, insieme a tanti altri profughi italiani, nel campo profughi del Silos presso la stazione ferroviaria. Di questo periodo avrebbe scritto poi nel suo primo libro Verde acqua (Einaudi, 1987) in cui narra dell'esodo di Fiume, dell'identità di questa città e di altri fatti legati alla sua infanzia e adolescenza, in cui la memoria è anche ricerca delle proprie radici.
La famiglia, esule dall'Istria, si nascose a Trieste nel 1949, e per molti mesi visse in condizioni precarie, insieme a tanti altri profughi italiani, nel campo profughi del Silos presso la stazione ferroviaria. Di questo periodo avrebbe scritto poi nel suo primo libro Verde acqua (Einaudi, 1987) in cui narra dell'esodo di Fiume, dell'identità di questa città e di altri fatti legati alla sua infanzia e adolescenza, in cui la memoria è anche ricerca delle proprie radici.
Studiò lingue e letterature straniere a Firenze, dove conobbe lo scrittore Claudio Magris (Trieste, 1939), che sposò e da cui ebbe due figli, Francesco e Paolo.
Conseguì anche il brevetto di pilota aereo e svolse opera di volontariato per il Centro di aiuto alla vita.
Scrisse poi altri racconti fra cui uno in forma di parabola, La radura ripubblicato in un unico volume insieme a Verde acqua nel 1998.
È considerata una delle voci narranti più limpide delle vicende dell'esodo giuliano-dalmata.
Intitolazioni e riconoscimenti
Alla scrittrice l'8 maggio 2014 è stato intitolato il giardino comunale di Via Bernardo Benussi, a Trieste.
Fonte: wikipedia
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