Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - Le leggende sulla Bora


Diverse sono i racconti e le leggende che narrano della nascita della bora, il famoso vento che soffia anche a Trieste.


Il primo racconto, scritto da Edda Brezza Vidiz (Trieste, 1938), narra di Vento, padre dei venti, che girava per il mondo con i suoi figli, tra cui Bora, l
a più bella. Un giorno arrivarono in un altopiano verdeggiante che scendeva ripido verso il mare.

Bora si allontanò per andare a giocare con le nuvole, vide una caverna e vi entrò. Fu così che incontrò un uomo, essere che Bora non aveva mai visto prima: si trattava dell'argonauta Tergesteo. Fu amore a prima vista. I due giovani vissero felici in quella grotta tre, cinque, sette giorni di amore e di travolgente passione.

Quando Vento si accorse che la  sua figlia prediletta era sparita, preoccupato, decise di andare a cercarla.

Dopo alcuni giorni di ricerche, grazie all'aiuto di un cirronembo,  la trovò e, vedendola abbracciata a Tergesteo, si arrabbiò a tal punto che si scagliò contro l'uomo, lo gettò con violenza contro le pareti della grotta, uccidendolo.

Bora scoppiò in un singhiozzo talmente disperato che ogni sua lacrima iniziò a trasformarsi in pietra. Fu così che il prato verde dell'altopiano venne completamente ricoperto da un manto di pietre: il Carso

Il padre Vento ordinò a Bora di ripartire ma lei, distrutta dal dolore, non ne volle sapere. Così Odino ordinò a Vento di ripartire da solo e di lasciare la figlia nel luogo che aveva visto nascere e morire il suo grande amore.

Madre Natura, impietosita, dal sangue di Tergesteo fece nascere il sommacco, che da allora colora di rosso l'autunno carsico. Mare ordinò a Onde di ricoprire il corpo di Tergesteo di conchiglie, stelle marine e alghe, dando vita, nel tempo, ad una collina sulla quale gli uomini costruirono un Castelliere, che, ingrandendosi, divenne città chiamata Tergeste in ricordo di Tergesteo, oggi Trieste.

Ancora oggi Bora si trova qui perché Terra le concesse di regnare sul luogo della sua disperazione e Cielo di rivivere ogni anno alcuni giorni del suo amore: sono proprio questi i giorni in cui la bora soffia impetuosa: "chiara" quando Bora è fra le braccia del suo amore, "scura" quando attende di incontrarlo.



Particolare della rosa dei venti,
posta all'estremità del Molo Audace


Una seconda leggenda ci racconta che Bora fosse una strega costretta ad abitare nelle caverne del Carso per nascondersi dagli uomini che invano tentavano di imprigionarla, costruendo muri fatti di grosse pietre. Solo nella stagione invernale, Bora usciva dal suo nascondiglio assieme al figlio Borino, e si scagliava su qualsiasi cosa incontrasse con i suoi refoli violenti e gelidi.


Una terza leggenda racconta che Bora fosse una dolce ninfa che abitava nei boschi del Carso.

Amica degli uomini, soffiava solo durante l'estate per portare sollievo e refrigerio ai contadini che lavoravano dura la terra.

Un giorno arrivarono da lontano degli uomini malvagi; uno di loro uccise il Dio amato da Bora.

Fu così che la ninfa, accecata dal dolore e dalla sete di vendetta, si trasformò in un vento freddo e violento, divenendo, da allora, nemica degli uomini.

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