Il Monumento nazionale a Vittorio Emanuele II di Savoia (1820-1878), meglio
conosciuto con il nome di Vittoriano o Altare della Patria, è un
monumento nazionale situato a Roma, opera dell'architetto
Giuseppe Sacconi (1854-1905).
Il nome "Vittoriano" deriva da Vittorio Emanuele II di Savoia (1820-1878), primo Re d'Italia.
Da quando, nel 1921, accolse le spoglie del Milite Ignoto, il monumento assunse una nuova valenza simbolica, e quello che era stato pensato inizialmente come monumento dinastico, divenne definitivamente una celebrazione dell'Italia unita e della sua libertà.
Da quando, nel 1921, accolse le spoglie del Milite Ignoto, il monumento assunse una nuova valenza simbolica, e quello che era stato pensato inizialmente come monumento dinastico, divenne definitivamente una celebrazione dell'Italia unita e della sua libertà.
Il monumento è proprietà del Ministero dei Beni Culturali ed
è gestito, dal dicembre 2014, dal Polo Museale del Lazio.
Il Vittoriano, da una finestra del Quirinale |
L'esterno
Il monumento è alto 81 m, largo 135 m ed ha una
superficie totale di 17.000 metri quadrati.
Gli elementi fondamentali sono la
scalinata e il sommoportico inserito tra due propilei.
Terrazza dell'Altare della Patria
Sulla sommità della scalinata è situato l'Altare della
Patria.
Terrazza delle città redente
Dopo il ripiano su cui è posto l'Altare della Patria, la
scalinata si divide in due rampe simmetriche; entrambe conducono ai due ripiani
ove si aprono i grandi portoni che conducono agli spazi interni. Da questi ripiani
partono due ulteriori rampe che convergono verso il basamento della statua di Vittorio Emanuele II di Savoia (1820-1878) e alla terrazza delle città redente, ossia le città unite
all'Italia in seguito alla Prima guerra mondiale o negli anni immediatamente
successivi. Esse sono Trieste, Trento, Gorizia, Pola, Zara e Fiume; queste
ultime tre, dopo la Seconda guerra mondiale, passarono alla Jugoslavia e, in
seguito alla dissoluzione di questo paese, alla Croazia. Ognuna di queste città è
rappresentata da un altare recante lo stemma corrispondente, addossato alla
parete di fondo.
Fonte immagine: Wikimedia Commons |
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Le statue delle regioni: il Veneto
La scalinata che conduce alla terrazza delle città redente è il miglior punto di osservazione delle statue delle regioni, elementi centrali di tutto il complesso monumentale, che si trovano sopra al sommoportico, ognuna in corrispondenza di una colonna. Traggono ispirazione dalle raffigurazioni allegoriche delle province, che si usavano porre sui monumenti celebrativi durante l'epoca dell'Impero Romano.
All'epoca di costruzione del monumento le regioni italiane erano solo sedici, per questo i nomi non sempre coincidono con quelli delle regioni attuali. 16 sono, quindi, anche le statue, alte 5 metri, ognuna affidata ad uno scultore diverso, quasi sempre nativo della regione di cui avrebbe scolpito l'immagine.
La statua del Veneto rappresenta le tre regioni attuali del Veneto, del Trentino-Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia. All'epoca di costruzione del monumento, infatti, solo il Veneto e la gran parte del Friuli erano già italiane, mentre il Trentino, l'Alto Adige, la Venezia Giulia e una piccola parte del Friuli facevano parte dell'Impero austro-ungarico.
La statua veste gli abiti del Doge e porta lo scudo con il Leone di S. Marco e lo scettro della Serenissima Repubblica. Ricorda la potenza marinara di Venezia e le gloriose pagine di storia risorgimentale scritte da tutti gli abitanti del Nord Est d'Italia. E' opera dello scultore romano Paolo Bartolini (1859-1930).
La statua veste gli abiti del Doge e porta lo scudo con il Leone di S. Marco e lo scettro della Serenissima Repubblica. Ricorda la potenza marinara di Venezia e le gloriose pagine di storia risorgimentale scritte da tutti gli abitanti del Nord Est d'Italia. E' opera dello scultore romano Paolo Bartolini (1859-1930).
Statue delle regioni: il Veneto
(di Gep)Fonte immagine: Wikimedia Commons |
Fonte: wikipedia
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