Nel 1918 venne pubblicata una poesia scritta da Gabriele D'Annunzio (1863-1938) dedicata alla beffa di Buccari (10-11 febbraio 1918) che nel 1930 Luigi Dallapiccola (1904-1975) musicò con il titolo La Canzone del Quarnaro.
Siamo trenta su tre gusci,
su tre tavole di ponte:
secco fegato, cuor duro,
cuoia dure, dura fronte,
mani macchine armi pronte,
e la morte a paro a paro.
EIA, carne dal Carnaro! Alalà!
Con un' ostia tricolore
ognun s'è comunicato.
Come piaga incrudelita
coce il rosso nel costato,
ed il verde disperato
rinforzisce il fiele amaro.
EIA, sale del Quarnaro! Alalà!
Ecco l'isole di sasso
che l'ulivo fa d'argento.
Ecco l'irte groppe, gli ossi
delle schiene, sottovento.
Dolce è ogni albero stento,
ogni sasso arido è caro.
EIA, patria del Quarnaro! Alalà!
EIA, patria del Quarnaro! Alalà!
Il lentisco il lauro il mirto
fanno incenso alla Levrera.
Monta su per i valloni
la fumea di primavera,
copre tutta la costiera,
senza luna e senza faro.
EIA, patria del Quarnaro! Alalà!
EIA, patria del Quarnaro! Alalà!
Il profumo dell'Italia
è tra Unie e Promontore.
Da Lussin, da Val d'Augusto
vien l'odor di Roma al cuore.
Improvviso nasce un fiore
su dal bronzo e dall'acciaro.
EIA, patria del Quarnaro! Alalà!
EIA, patria del Quarnaro! Alalà!
Fiume fa le luminarie
nuziali. In tutto l'arco
della notte fuochi e stelle.
Sul suo scoglio erto è San Marco.
E da ostro segna il varco
alla prua che vede chiaro.
EIA, sbarre del Quarnaro! Alalà!
EIA, sbarre del Quarnaro! Alalà!
Da Lussin alla Merlera,
da Calluda ad Abazia,
per il largo e per il lungo
siam signori in signoria.
Padre Dante, e con la scia
facciam "tutto il loco varo".
EIA, mastro del Quarnaro! Alalà!
EIA, mastro del Quarnaro! Alalà!
Dove son gli impiccatori
degli eroi? Tra le lenzuola?
Dove sono i portuali
che millantano da Pola?
A covar la gloriola
cinquantenne entro il riparo?
EIA, chiocce del Quarnaro! Alalà!
EIA, chiocce del Quarnaro! Alalà!
Nessun commento:
Posta un commento