Storia del Friuli-Venezia Giulia - 7 febbraio 1945: l’assalto alle carceri di Via Spalato, a Udine


Erano circa le 19 del 7 febbraio 1945 quando un camion si fermò davanti all'ingresso del carcere di Via Spalato, a Udine.

Ne scese un Capitano nazista che bussò con violenza alla porta, dicendo di dover consegnare due pericolosi banditi.

Aldo Sganzerla, il repubblichino che si trovava alla porta,  aprì lo spioncino; vide il Capitano nazista e i due partigiani presi a calci e brutalmente spintonati da un gruppo di civili repubblichini armati.

Il "Capitano nazista" era in realtà Piotto, un caucasico che aveva disertato dalla Wehrmacht ed era passato con la Resistenza, i due "banditi" catturati erano il Comandante della formazione Gelindo Citossi (1913-1977)detto Romano il Mancino, ed Enzo Jurich detto Ape, di Feletto Umberto (frazione di Tavagnacco).

Quando la guardia aprì il portone, entrarono anche:

- Carlo Avanzo, detto Ribelle - Ferrara
- Angelo Basso, detto Bill - Udine, 21 anni
- Antonio Burba, detto Arno - Driolassa di Teor, 18 anni
- Raffaele De Sario, detto Germano - Bari, 22 anni
- Galliano Ferisin, detto Rudy - Cervignano, 16 anni
- Ferruccio Manzione, detto Gigi - Castions di Strada, 25 anni
- Angelo Pelizzon - Carlino, 17 anni
- Giovanni Piani, detto Franco - Gonars, 21 anni
- Aldo Plaino, detto Valerio - Udine, 24 anni
- Luigi Scagnelli, detto Aramis - Pavia, 18 anni
- Valerio Stella, detto Ferruccio - Torreano di Martignacco, 35 anni
- Pietro Tavars, detto Carletto - Gonars, 18 anni
- Tigre, un partigiano della Bassa Friulana
- Giovanni Zaninelli, detto Nino - San Giorgio di Nogaro, 18 anni
- Pietro Zorzini, detto Pierinoil Vice Comandante - Cussignacco, 19 anni

Con loro c'erano anche degli stranieri, come i disertori russi Vitalij Litovko, detto Alexandro e Romano II, l'azerbaigiano Mosca, il rumeno Fritz e, appunto il caucasico Piotto.

Erano in
totale 22 ed erano in realtà i Diavoli Rossi, una formazione della Brigata Montina, appartenente alla Divisione Garibaldi-Friuli, che operava nella Bassa Friulana e si occupava di imboscate, sabotaggi, eliminazione di spie e finti partigiani, requisizioni e trasporto di armi e viveri in montagna. La loro azione più clamorosa fu proprio l'assalto alle carceri di Via Spalato.

Erano tutti giovanissimi: a parte il trentunenne Gelindo Citossi (1913-1977), gli altri avevano anche meno di vent'anni.

Attraversato un primo e poi un secondo cancello, il gruppo puntò improvvisamente i mitra verso i carcerieri, intimando loro di consegnare le chiavi per aprire le celle. Due guardie che cercarono di opporre resistenza, vennero uccise con una raffica di mitra.

Il Comandante Gelindo Citossi (1913-1977) cominciò ad impartire ordini: ordinò di cercare le chiavi, di aprire le celle e far uscire i prigionieri, immobilizzando le altre guardie, al grido di "Siamo i Diavoli Rossi venuti a liberarvi!".

Dopo la paura iniziale, i prigionieri cominciarono a scappare fuori dal carcere.

Vennero liberati i gappisti Duillio Fabbro, detto Premoli (Palazzolo dello Stella), Rasin, Cosimo Pastore, detto Tigre (Puglia), Ennio Cicuto, detto Fulmine (San Giorgio al Tagliamento) e Luigi D'Antoni, detto Bulo (Colloredo di Prato).

Riuscirono a fuggire partigiani, garibaldini e osovani; uscirono dal carcere un Maggiore e due soldati inglesi.

Tra spari, sirene, razzi che illuminavano il cielo, autoblindo e latrati di cani poliziotto, fuggirono 73 detenuti tra partigiani e prigionieri politici, 6 dei quali già condannati a morte, come il Comandante gappista Ilario Tonelli, detto Martello e il gappista Detalmino Liva, detto Nino, entrambi di Cervignano del Friuli.

Ad aspettarli fuori Ferruccio Buffa alla guida di un camion a gasogeno Fiat 34 rubato una settimana prima da lui, da Pietro Zorzini, nome di battaglia Pierino (1926-1945) e da Rinaldo Nadalutti, gappisti di Cussignacco (frazione di Udine), nella zona di Molini sul Ledra, in Viale Palmanova.

Dopo pochi metri il camion finì in una buca provocata da una bomba e questo costrinse i fuggitivi a continuare a piedi, dividendosi in gruppetti e dandosi appuntamento a Spessa di Cividale.

Durante la marcia della colonna, il colbacco del Comandante Gelindo Citossi (1913-1977) venne bucato da un colpo di fucile, mentre lui e Luigi Scagnelli avanzavano al centro della strada con il fucile mitragliatore spianato; la leggenda vuole che lui abbia esclamato "Per Dio! Stanno imparando a sparare!".

Liberatori e liberati raggiunsero, quindi, la loro base senza perdite.

L'azione al carcere di Via Spalato ricevette l'encomio solenne del Comando generale del Corpo Volontari della Libertà (CVL).

Anche Radio Mosca e Radio Londra la commentarono con entusiasmo, mentre il Maggiore John Nicholson, Comandante della Missione Alleata, si congratulò con il Comando GAP e procurò un "lancio" di armi, munizioni e vestiario ai partigiani che avevano la loro base a Spessa di Cividale.

Il merito va anche ai Comandanti gappisti Valerio Stella, Aldo Plaino e Alfio Tambosso, detto Ultra, che la organizzarono e ai Diavoli Rossi che la realizzarono.

Per rappresaglia a questo fatto, l'11 febbraio 1945, lungo il muro del cimitero di Udine, vennero fucilati 23 partigiani prelevati dal carcere di Via Spalato, condannati dopo un processo sommario, dal Tribunale Speciale per la Sicurezza Pubblica nella Zona d'Operazioni del Litorale Adriatico.

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