Dopo l'Armistizio di Cassibile (8 settembre 1943), le autorità tedesche occuparono le province dell'Italia nord-orientale e crearono la cosiddetta Zona d'Operazione Litorale Adriatico, con Trieste come capitale. Essendo sottoposta alla diretta amministrazione militare tedesca ed deputata a tutte le operazioni dell'Alto Adriatico, la città divenne anche centro del Comando Generale delle SS und Polizei in der Operationszone Adriatisches Küstenland.
Come Comandante superiore delle SS e della polizia (Höherer SS- und Polizeiführer) venne nominato Odilo Globočnik (1904-1945), che rispondeva del suo operato direttamente ed esclusivamente al Reichesführer SS Heinrich Himmler.
Come sede del Comando SS venne scelto il Palazzo di Giustizia nella zona di Foro Ulpiano. E' proprio all'interno di quest'area che venne costruito il più esteso complesso di gallerie antiaeree italiane risalenti alla Seconda guerra mondiale, ancora esistente a Trieste, e il rifugio militare tedesco denominato Kleine Berlin (Piccola Berlino in italiano).
I lavori per la sua costruzione iniziarono negli anni antecedenti la Seconda guerra mondiale e proseguirono negli anni successivi sino alla fine della guerra.
Le gallerie antiaeree italiane e il rifugio militare tedesco
denominato Kleine Berlin (Piccola Berlino in italiano)
La struttura
Il
complesso sotterraneo era diviso in due settori
strutturalmente diversi l'uno dall'altro ma comunicanti:
- la parte fatta costruire dal Comune di Trieste ed adibita a rifugio antiaereo per la popolazione civile, è costituita da
una serie di gallerie parallele collegate da altre perpendicolari, attrezzate
alla meglio con panche in legno delle quali oggi si notano solo gli incastri sul
pavimento, da un vano infermeria e da uno di servizi igienici. Vi erano tre ingressi che davano tutti su Via Fabio Severo.
- la parte costruita dai militari tedeschi, di struttura completamente diversa, adibita a deposito, magazzino e ricovero antiaereo, è
formata da un insieme di stanzoni perpendicolari ad una lunga galleria
principale (solo questo settore occupa una superficie di circa 1.000 m²) ed
era occupata esclusivamente dalle truppe SS. Veniva anche adoperata
dal comandante Odilo Globočnik (1904-1945) per raggiungere, dalla sua abitazione, gli uffici situati nel Palazzo di Giustizia, senza uscire allo scoperto. Vi erano quattro ingressi: uno nel giardino della soprastante Villa Ara, l'abitazione
di Odilo Globočnik (1904-1945), uno negli scantinati del Palazzo di Giustizia, due in Via Fabio Severo. Di questi, l'unico oggi agibile è quello
principale in Via Fabio Severo.
Il settore
tedesco
Dopo aver percorso il primo
tratto, si giunge ad una biforcazione: proseguendo diritti si arriva in una
stanza dove, all'epoca, era sistemato un gruppo elettrogeno che dava corrente a
parte del complesso ipogeo; procedendo sulla destra si percorre invece, in
leggera discesa, la galleria che conduceva, prima che venissero murati i tratti
terminali, alla seconda uscita su via Fabio Severo ed a quella sotto il Palazzo di Giustizia.
Ritornati alla biforcazione, si
entra nel complesso vero e proprio del rifugio. Un breve tratto a gomito
immette nella grande galleria dalla quale si diramano delle stanze, sia sulla
destra che sulla sinistra. In più punti rimangono i resti dell'originale
impianto elettrico, di quello idraulico (resti di tubazioni, lavandini,
gabinetti, ecc.) e di quello di aerazione forzata. Nella terza galleria di
sinistra, invece, si possono notare le tracce della scala a chiocciola in legno
che scendeva dal pozzo sovrastante attraverso il quale Odilo Globočnik (1904-1945) scendeva per
recarsi nei suoi uffici al Palazzo di Giustizia.
Il settore
italiano
Al termine della grande galleria
tedesca, una porta immette nel ricovero italiano. Qui si può riscontrare come, data la differenza di materiale da costruzione, la natura stia gradatamente
riprendendo possesso dell'ipogeo: stalattiti, stalagmiti e vaschette di
concrezione, nelle quali scorre perennemente un velo d'acqua, danno più
l'impressione di essere entrati in una grotta naturale piuttosto che in una
condotta artificiale.
Galleria antiaerea italiana (di Rasevic - Opera Propria) Fonte immagine: Wikimedia Commons |
Attraverso la porta di
comunicazione tra i due complessi, si giunge a metà della galleria comunale. A
destra la galleria, che risulta abbondantemente concrezionata, prosegue in
linea retta cambiando, alla fine, morfologia. L'ultimo tratto, infatti, è
rimasto allo stato di scavo, non essendo stata completata. Dalla parte opposta
la galleria, in leggera discesa, pur conservando un leggero velo di acqua
corrente sul pavimento, perde gradatamente i suoi connotati di "grotta
naturale". Prima di arrivare all'uscita, sulla destra, si può accedere a un’altra
serie di gallerie parallele e perpendicolari a quella comunale.
Al settore italiano si può anche
accedere esternamente solo dal terzo ingresso, lungo il muraglione di Via
Romagna, in quanto gli altri due ancora esistenti sono stati dati in affitto ai
gestori di alcuni distributori di benzina e, di conseguenza, chiusi verso
l'interno, dopo una decina di metri.
Come arrivare:
- City Sightseeing Trieste, fermata 4 (Piazza Oberdan)