La Battaglia del Monte Rest ebbe luogo il 16 e 17 ottobre 1944 per difendere la Repubblica libera della Carnia dagli attacchi dell'esercito tedesco.
Protagonisti furono due Battaglioni della Osoppo-Friuli, il Monte Canin comandato da Rinaldo Fabbro, nome di battaglia Otto, e il Val Meduna comandato da Luciano Pradolin (1921-1945), nome di battaglia Goffredo.
Il Monte Rest, da Tramonti di Sopra |
Oggi il cippo sul Passo Rest (1.050 m), uno dei monumenti partigiani più importanti della provincia di Pordenone, riporta due nomi di caduti del Battaglione Val Meduna:
- Giuseppe Zambon, nome di battaglia Pecio, 28 anni, studente di legge a Venezia, decorato alla memoria con la Medaglia d'Argento al Valor Militare
- Armando Facchin, nome di battaglia Sandro, 23 anni, contadino, appartenente alla Comunità valdese
Accanto ai loro, ne troviamo altri due:
- Luciano Pradolin (1921-1945), comandante del Battaglione Val Meduna della Osoppo-Friuli
- Gio Batta Da Pozzo (28 anni), nome di battaglia Folgore, di Ravascletto, morto a Tramonti di Sotto il 20 ottobre 1944
In seguito alla caduta della Repubblica libera della Carnia, molti partigiani, impossibilitati a rimanere in montagna per l'arrivo dell'inverno, ritornarono alle loro case ma vennero catturati.
Portati nel carcere di Udine, 23 di loro, tra cui, appunto, Luciano Pradolin (1921-1945) subirono un processo sommario e l'11 febbraio 1945 vennero fucilati lungo il muro del cimitero.
Fu una rappresaglia per l'assalto al carcere di Via Spalato a Udine (7 febbraio 1945), che aveva portato alla liberazione di 73 detenuti, tra partigiani e prigionieri politici.
- Luciano Pradolin (1921-1945), comandante del Battaglione Val Meduna della Osoppo-Friuli
- Gio Batta Da Pozzo (28 anni), nome di battaglia Folgore, di Ravascletto, morto a Tramonti di Sotto il 20 ottobre 1944
In seguito alla caduta della Repubblica libera della Carnia, molti partigiani, impossibilitati a rimanere in montagna per l'arrivo dell'inverno, ritornarono alle loro case ma vennero catturati.
Portati nel carcere di Udine, 23 di loro, tra cui, appunto, Luciano Pradolin (1921-1945) subirono un processo sommario e l'11 febbraio 1945 vennero fucilati lungo il muro del cimitero.
Fu una rappresaglia per l'assalto al carcere di Via Spalato a Udine (7 febbraio 1945), che aveva portato alla liberazione di 73 detenuti, tra partigiani e prigionieri politici.
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