Dopo la Liberazione, gli Alleati, il Governo Italiano ed alcuni Organismi Internazionali, allestirono in Italia più di un centinaio di campi di raccolta profughi, nel tentativo di "ricollocare" tutti coloro che, durante la guerra, avevano abbandonato la loro terra, circa, si calcola, 40 milioni di persone.
Cominciarono ad essere così riadattate scuole, caserme, come quella a Padriciano, ed ex campi di concentramento, come la Risiera di San Sabba, centri nei quali gli esuli vivranno per alcuni anni, a volte per diversi decenni, in condizioni estremo disagio.
Cominciarono ad essere così riadattate scuole, caserme, come quella a Padriciano, ed ex campi di concentramento, come la Risiera di San Sabba, centri nei quali gli esuli vivranno per alcuni anni, a volte per diversi decenni, in condizioni estremo disagio.
Uffici del Centro Rifugiati a Trieste Sul retro di questa foto un timbo in inchiostro viola scrive International Refugee Organization HQ US zone Germany (di Australian National Maritime Museum on The Commons) Fonte immagine: Wikimedia Commons |
I campi furono attivi dal 1943 al 1953 e gli organismi internazionali che li gestirono furono prima l'United Nation Relief Rehabilitation (U.N.R.R.A), poi il Comitato Intergovernativo per i Rifugiati (I.C.G.R.), fino all'International Refugeé Organisation (I.R.O.) l'Organizzazione Internazionale per i Rifugiati creato dall'ONU nel 1947 e che operò fino al 1952.
Coloro che furono riconosciuti come profughi, vennero inviati nei "campi di addestramento e d'imbarco", per poi essere fatti emigrare in Australia e in in America.
C'era una volta...
Partenza dei migranti
(Trieste, 1952-1960)
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