Storia del Friuli-Venezia Giulia - Il Sacrario militare di Redipuglia (Redipuglia)


Il Sacrario militare di Redipuglia è un monumentale cimitero militare, costruito in epoca fascista e dedicato alla memoria di oltre 100.000 soldati italiani caduti durante la Prima guerra mondiale.



P39.52-01 Sacrario di Redipuglia veduta generale
Fotografia del Sacrario, poco tempo dopo la sua costruzione
(di Touring Club Italiano - WW1 dentro la Grande Guerra)
Fonte immagine: Wikimedia Commons


Si trova a Redipuglia, frazione del comune di Fogliano Redipuglia, in provincia di Gorizia.

Il monumento è il fulcro di un parco commemorativo di oltre 100 ettari che comprende una parte del Carso goriziano-monfalconese, teatro durante la Prima guerra mondiale di durissime battaglie, le battaglie dell'Isonzo. Le enormi dimensioni e l'ampia area coinvolta a parco della memoria ne fanno il più grande Sacrario militare d'Italia e uno dei più grandi al mondo.

Ogni 4 novembre, alla presenza del Presidente del Senato, in sostituzione del Presidente della Repubblica impegnato in contemporanea in celebrazioni analoghe all'Altare della Patria, il Sacrario serve come luogo di commemorazione per tutti gli oltre 600.000 soldati morti durante la Prima guerra mondiale.

La grande scalinata di pietra che forma il Sacrario militare di Redipuglia è collocata direttamente davanti al Colle Sant'Elia, sede del precedente Cimitero di Guerra della III Armata, i cui resti furono traslati nell'attuale Sacrario, e che oggi è una sorta di museo all'aperto noto come Parco della Rimembranza.





Tutta l'area è stata convertita a parco del "ricordo" o della "rimembranza": gallerie, trincee, crateri, munizioni inesplose e nidi di mitragliatrice sono stati conservati sul sito a ricordo della Prima guerra mondiale.

Il memoriale monumentale è stato progettato da un gruppo di lavoro presieduto dall'architetto Giovanni Greppi (1884-1960) e dallo scultore Giannino Castiglioni (1884-1971). I lavori iniziarono nel 1935 con un impiego enorme di uomini e mezzi che dopo 3 anni ininterrotti di lavori ne permisero l'inaugurazione il 18 settembre del 1938 alla presenza di Benito Mussolini (1883-1945) e di più di 50.000 veterani della Prima guerra mondiale.

Il monumento dalla nascita è stato amministrato dal Ministero della Difesa, nello specifico dal Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti.


Descrizione

L'opera, realizzata sulle pendici del Monte Sei Busi, cima aspramente contesa nella prima fase della Prima guerra mondiale (prima, seconda e quarta battaglia dell'Isonzo), si presenta come uno schieramento militare con alla base la tomba di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta (1869-1931), Comandante della III Armata, cui fanno ala quelle dei suoi Generali.





Recinge simbolicamente l'ingresso al Sacrario, ai piedi della monumentale scala, la catena dell'ancora della torpediniera Grado, appartenuta in precedenza alla marina austro-ungarica (k.u.k. Kriegsmarine) con il nome di Triglav e ceduta all'Italia alla fine della Prima guerra mondiale.

Subito oltre, si distende in leggero declivio un ampio piazzale, lastricato in pietra del Carso, attraversato sulla sua linea mediana dalla Via Eroica, che corre tra due file di lastre di bronzo, 19 per lato, che riportano incise i nomi delle località nelle quali si combattè più aspramente.

Sul davanti ed alla base della maestosa scalinata si trova la tomba di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta (1869-1931), Comandante della III Armata, fiancheggiata dalle urne dei suoi Generali caduti in combattimento. La collocazione è simile al poderoso e perfetto schieramento di una intera grande unità di 100.000 soldati. Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta (1869-1931), morto nel 1931, chiese di avere l'onore di poter essere qui deposto tra le migliaia di soldati che persero la vita sul campo di battaglia.

La tomba è ricavata in un monolito in porfido del peso di 75 tonnellate. 

In fondo alla Via Eroica si elevano i 22 gradoni che custodiscono, in ordine alfabetico dal basso verso l'alto, le spoglie dei 39.857 Caduti identificati, i cui nomi figurano incisi in singole lapidi di bronzo.

Le iscrizioni recano tutte la scritta Presente, che si rifà al rito d'appello dello squadrismo dove il capo delle squadre gridava il nome del camerata defunto e la folla inginocchiata rispondeva, appunto, con il grido "Presente".

L'unica donna seppellita nel Sacrario è una crocerossina morta a 21 anni, di nome Margherita Kaiser Parodi Orlando (1897-1918). La sua tomba si trova nel mezzo del primo gradone e vi è scolpita una grande croce.

Nell'ultimo gradone, in 2 grandi tombe comuni ai lati della Cappella, riposano le salme di 60.330 Caduti ignoti.




Il Sacrario militare e la Cappella


Nella Cappella e nel Museo del Sacrario sono custoditi oggetti personali dei soldati italiani e austro-ungarici. Oggi la Cappella è arricchita da una statua che raffigura un'Assunta; è la Regina della Pace. Un'Assunta che vuole ricordare la necessità di dare al Sacrario il ruolo di raccordo delle genti d'Europa al fine di promuovere una riflessione sulle lacerazioni etiche che producono le guerre. Nella Cappella si trova inoltre esposta la testa del Cristo sofferente che ornava una croce che sovrastava una grande fossa comune, uno dei più importanti cimeli ritrovati nella zona, recuperata nel 1995 nella dolina dei 500 o dolina della Morte sul Monte Sei Busi.



Il Museo del Sacrario


Sulla sommità del Colle un frammento di colonna romana, proveniente dagli scavi di Aquileia, celebra la memoria dei Caduti di tutte le guerre, "senza distinzione di tempi e di fortune".

In concomitanza con l'edificazione del Sacrario venne realizzata anche la stazione ferroviaria di Redipuglia, da inquadrarsi nell'ottica di monumentalizzazione della zona di Redipuglia.


Tra i soldati tumulati nel Sacrario ricordiamo:

- i membri dell'equipaggio del sommergibile Jalea

Fonte: wikipedia

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