Il Faro della Vittoria, progetto di massima ad opera dell'architetto Arduino Berlam (1880-1946) venne costruito tra il 15 gennaio 1923 ed il 24 maggio 1927.
C'era una volta...
Foto del gruppo fb TRIESTE CHE NON C'E' PIU'
Alla cerimonia di inaugurazione prese parte l'allora Re d'Italia Vittorio Emanuele III (1869-1947).
Si trova sul colle di Gretta, sopra a quello che era il torrione principale del Forte Kressich, inglobato nel basamento del faro, un importantissimo complesso militare costruito dall'Impero Austro-ungarico nel 1854, per difendere la città da eventuali incursioni via mare.
Alto quasi 68 metri e con un peso di 8.500 tonnellate, ha un fascio di luce tra i più potenti al mondo visibile ad oltre 35 miglia di distanza, irradiato da una sola lampadina alta quattro centimetri e sottile come un dito, che esprime però una potenza di mille watt. L'ottica, una struttura rotante in cristalli appoggiata ad un supporto di metallo che galleggia su mercurio assicurandone orizzontalità e verticalità, racchiude e protegge la lampadina e ne decuplica la forza.
Sopra la cupola svetta la statua della Vittoria Alata opera dello scultore triestino Giovanni Mayer (1863-1943), che simboleggia la Dea Nike, portatrice di vittoria. Alta 7,20 metri, nella mano destra impugna una corona d'alloro mentre la sinistra innalza al cielo la fiaccola della vittoria.
La Dea Nike "batte le ali" a ogni refolo di bora. Infatti, il suo costruttore Giacomo Srebot, ideò un meccanismo che consente una leggera flessione delle ali alle raffiche di bora.
Il Faro della Vittoria
Oltre che ad assolvere la classica funzione di faro, illuminando il Golfo di Trieste, è anche un monumento commemorativo ai Caduti del mare durante la Prima guerra mondiale, così come testimoniato dai versi incisi sulla grande piastra in pietra di Orsera posta alla sua base:
SPLENDI E RICORDA I CADVTI SVL MARE (MCMXV - MCMXVIII)
A metà del faro è esposta un'ancora che si dice essere appartenuta al cacciatorpediniere Audace, la prima nave della Regia Marina, l'armata navale del Regno d'Italia, che entrò nel porto di Trieste attraccando al molo San Carlo, oggi molo Audace, il pomeriggio del 3 novembre 1918 e dalla quale sbarcarono i primi soldati italiani. In realtà si tratta dell'ancora della R.N. Berenice; il relitto dell'Audace venne, infatti, individuato solo nel 1999.
L'ancora alla base del Faro della Vittoria
che si dice essere quella dell'Audace,
ma che in realtà è quella della R.N. Berenice
(di Tiesse)Fonte immagine: Wikimedia Commons |
Più su si trova la statua in pietra del Marinaio Ignoto, anche questa opera di Giovanni Mayer (1863-1943). La statua, alta 8,60 metri ricorda i marinai caduti durante la Prima guerra mondiale.
Statua in pietra al Marinaio Ignoto (di Molino8 - Opera propria) Fonte immagine: Wikimedia Commons |
All'ingresso del faro si trovano inoltre due proiettili della corazzata austriaca SMS Viribus Unitis, costruita nello Stabilimento Tecnico Triestino.
Proiettili della SMS Viribus Unitis
all'ingresso del Faro dellaVittoria
(di Tiesse)Fonte: Wikimedia Commons |