Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - Itinerario attraverso la Trieste di Umberto Saba (1883-1957)


Itinerario attraverso la Trieste di Umberto Saba (1883-1957):



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1. CASA NATALE - Via di Riborgo, 25 (oggi Via del Teatro Romano)

Via di Riborgo partiva da Piazzetta San Giacomo, che oggi non esiste più, affacciata su via del Corso, oggi Corso Italia, e attraversava il ghetto ebraico, un insieme di vie maleodoranti, di case fatiscenti senza acqua e con i servizi igienici in comune.

Tra il 1934 e il 1938, il 'piccone' fascista colpì il vecchio ghetto costringendo gli abitanti all'evacuazione. Centinaia di case vennero rase al suolo e tra queste la casa di Umberto Saba (1883-1957).

Via di Riborgo lasciò il posto al Corso del Littorio, ora via del Teatro Romano.

"Quando nacqui mia madre ne piangeva sola, la notte, nel deserto letto.
Per me, per lei che il dolore struggeva,
trafficavano i suoi cari nel ghetto"

   - Autobiografia, 1924 -


2. CASA DELLA BALIA - Via del Monte, 15

Nei primi tre anni di vita, Umberto Saba (1883-1957) viene affidato alle cure di una balia slovena, Peppa Gabrovich, una popolana di religione cattolica.

Alcune poesie de Il piccolo Berto fanno riferimento al dolore per il distacco dalla balia che la madre avrebbe licenziato all'improvviso per gelosia e perché cercava di educare il bambino nel cattolicesimo.

"La casa della mia nutrice posa
tacita in faccia alla Cappella antica,
ed al basso riguarda, e par pensosa,
da una collina alle caprette amica"

   - La casa della mia nutrice, 1901 -


3. SECONDO DOMICILIO - Piazzetta San Giacomo, 1 (oggi non più esistente, si apriva all'incrocio fra la via di Riborgo e corso Italia, circa all'altezza di largo Riborgo)

Nel 1888 Umberto Saba (1883-1957) e la madre vanno a vivere con una sorella di lei, la zia Regina, dapprima in via degli Artisti 7 e nel 1891 in piazzetta San Giacomo, in un primo momento al civico 3 e poi all'1.

Nella poesia Dedica a mia zia Regina (1921), Umberto Saba (1883-1957) parla dell'affetto che lo legava a lei nonostante "l'acuta passione per l'economia e il risparmio".

Zia Regina è la sola persona che ascolta volentieri le sue prime poesie e i suoi primi racconti e si preoccupa dell'istruzione del nipote che grazie a lei, nel 1903, può recarsi a studiare a Pisa.

Alla sua morte, Regina gli lascia in eredità 100.000 Corone.

"Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un'oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada"

   - Città vecchia, 1910-12 -


4. CASA DI LINA  - Via Domenico Rossetti, 28 (oggi 24)

Nel 1904 Umberto Saba (1883-1957) conosce la futura moglie Carolina Wölfler, che gli viene presentata da un cugino di lei e che abitava in Via delle Acque 18, ora Via Ruggero Timeus 12.

Solo tra il 1907 e il 1908 però, alla fine del servizio militare, i due si ritrovano. 

Carolina e la sua famiglia abitava allora in Via Domenico Rossetti, 28 (oggi 24). Saba, che conosce la via ma non il numero civico, passeggia in via Rossetti nella speranza di incontrarla quando Lina gli appare alla finestra annaffiando un vaso di gerani.





"Via del Monte è la via dei santi affetti,
ma la via della gioia e dell'amore
è sempre Via Domenico Rossetti"

   - Tre vie, 1910-12 -


5. TEMPIO ISRAELITICO DETTO SCUOLA VIVANTE - Via del Monte, 3

Il 28 febbraio 1909 Umberto Saba (1883-1957) sposa Carolina Wölfler nel Tempio israelitico detto Scuola Vivante, ora sede del Museo della Comunità Ebraica di Trieste Carlo e Vera Wagner, vicino all'antico cimitero ebraico che si estendeva fino alle pendici del colle di San Giusto.

Da lì la comunità ebraica, proprio in quell'anno, dovette trasferire i resti dei suoi defunti nel nuovo cimitero di via della Pace perché l'amministrazione comunale aveva espropriato l'area per destinarla al "Parco della Rimembranza".

"A Trieste ove son tristezze molte,
e bellezze di cielo e di contrada,
c’è un’erta che si chiama Via del Monte.
Incomincia con una sinagoga,
e termina ad un chiostro"

 - Tre vie, 1910-12 –


6. ABITAZIONE DAL 1909 ALLA MORTE  - Via Chiozza, 56 (ora via Francesco Crispi, 56)

La prima casa dove Umberto Saba (1883-1957) e Lina vanno a vivere si trovava nella campagna sopra a Montebello, probabilmente all'altezza del numero 141 di Strada di Fiume.

Come racconta egli stesso, in quella casa compose A mia moglie.

Nel febbraio del 1919 finita la guerra, Umberto Saba (1883-1957) congedato dall'esercito,ritorna a Trieste e si stabilisce in via Chiozza 56, prima al secondo piano e poi al quarto.






7. ITALIA CINEMA-TEATRO  - Via Dante Alighieri, 3

Umberto Saba (1883-1957) era sempre vissuto di rendita ma finita la guerra, con il passaggio di Trieste all'Italia, il capitale lasciato da zia Regina non gli era più sufficiente per vivere.

Così nel 1919, prima di aprire la Libreria Antiquaria, Umberto Saba (1883-1957) lavora per alcuni mesi al Cinema-Teatro Italia gestito dal cognato Enrico Wölfler; si occupa della pubblicità per i film in programmazione, scrivendo versi promozionali.



"Amo la folla qui domenicale,
che in se stessa rigurgita, e se appena
trova un posto, ammirata sta a godersi
un poco di ottimismo americano"

 - Canto dell'amore (Una domenica dopo pranzo al cinematografo), 1925-1930 -


8. STUDIO DI EDOARDO WEISS - Via San Lazzaro, 8

Tra il 1929 e il 1931 Umberto Saba (1883-1957) è in cura da Edoardo Weiss (1889-1970), medico triestino che per primo introduce in Italia la pratica terapeutica analitica di Sigmund Freud. 

Saba dichiara che l'incontro con Edoardo Weiss (1889-1970) rappresenta per lui l'inizio di una nuova fase esistenziale: riscopre l'importanza che aveva avuto nella sua vita la balia, con la quale riallaccia i contatti e che spesso va a trovare.

"Un grido
s'alza di bimbo sulle scale. E piange
anche la donna
che va via. Si frange
per sempre un cuore in quel momento.
Adesso
sono passati quarant'anni.
Il bimbo
è un uomo
adesso, quasi un vecchio, esperto
di molti beni e molti mali. È
Umberto
Saba quel bimbo. E va, di pace in cerca,
a conversare
colla sua nutrice;
che anch'ella fu di lasciarlo infelice
non volontaria lo lasciava"

 - Il piccolo Berto, 1929-1931 –



9. CAFFÈ MUNICIPIO, POI GARIBALDI  - Piazza Grande 4-5, oggi Piazza dell'Unità d'Italia, 5

Dal 1905 Umberto Saba (1883-1957) e i suoi amici si trovano al caffè Municipio in Piazza Grande.

Lì Saba incontra Silvio Benco (1874-1949) scrittore, giornalista e critico de Il Piccolo, quotidiano locale, cui fa leggere le sue composizioni. Silvio Benco (1874-1949) intuisce subito l'originalità e i nuclei portanti della sua poetica.

Negli anni successivi alla Prima guerra mondiale il Caffè del Municipio diventa Caffè Garibaldi e alla compagnia di intellettuali si aggiungono altri membri tra cui gli scrittori Italo Svevo (1861-1928), James Joyce (1882-1941), Quarantotti Gambini, Giani Stuparich (1891-1961) e il poeta Virgilio Giotti (1885-1957).


10. CAFFÈ DEI NEGOZIANTI, ORA CAFFÈ TOMMASEO - Piazza dei Negozianti, 3 (ora piazza Nicolò Tommaseo, 4C)

ll Tommaseo è uno dei più antichi e prestigiosi Caffè di Trieste, uno dei primi ad avere l'illuminazione pubblica a gas e il primo in cui si poteva gustare il gelato.

Anche Umberto Saba (1883-1957), in una lettera all'amica Nora Baldi del 21 dicembre 1953, ricorda "di aver mangiato buonissimi gelati al pistacchio, oggi introvabili, credo, nel vasto mondo".

Il caffè è il punto d'incontro del gruppo più attivo della borghesia intellettuale triestina, inoltre è il ritrovo degli attori e cantanti occupati nel poco distante Teatro Comunale, oggi Teatro Verdi.

Dopo la prima guerra mondiale, Umberto Saba (1883-1957) incontra spesso al Tommaseo gli amici Virgilio Giotti (1885-1957)Giani Stuparich (1891-1961) e Pier Antonio Quarantotti Gambini.

"Che vuol dire, cuor mio, che dopo tanti
anni, vissuti fuor del vecchio sogno,
torno adesso al Caffè dei Negozianti"

 - Il Caffè dei Negozianti, 1921 -


11. LIBRERIA ANTIQUARIA - Via San Nicolò, 30

Nel settembre 1919 Umberto Saba (1883-1957) e l'amico Giorgio Fano acquistano per 4.000 lire la libreria di Giuseppe Mayländer, rivenditore di libri usati. L'intenzione iniziale è di liberare il locale e rivenderlo a prezzo maggiorato ma i vecchi libri (più di 28.000) incantano Umberto Saba (1883-1957) che convince il socio a riaprire l'attività come Libreria Antiquaria. Saba si occupa della libreria per oltre trentacinque anni: in Primavera d'Antiquario (1926) si proclama "custode di nobili morti".

Durante la seconda guerra mondiale, a causa delle leggi razziali, è costretto a una finta cessione dell'attività a Carlo Cerne, suo dipendente dal 1924, che poi rimane suo socio al cinquanta per cento.

Dopo la morte del poeta, Cerne prosegue l'attività lasciandola a sua volta nelle mani del figlio Mario che la gestisce tutt'ora.



Libreria Antiquaria Umberto Saba
Libreria Antiquaria Umberto Saba
(di Rob Flickenger)
Fonte immagine: Wikimedia Commons


"Avevo una città bella tra i monti
rocciosi e il mare luminoso. Mia
perché vi nacqui, più che d’altri mia
che la scopriva fanciullo, ed adulto
per sempre a Italia la sposai col canto.
Vivere si doveva.
Ed io per tanto
scelsi fra i mali il più degno: fu il piccolo
d’antichi libri raro negozietto.
Tutto mi portò via il fascista netto
ed il tedesco lucro"

 - Avevo, 1944 -


12. STATUA DI UMBERTO SABA - Via Dante

Nel 2004, all'incrocio di via Dante con via San Nicolò, è stata posizionata una statua bronzea opera di Nino Spagnoli che raffigura Umberto Saba (1883-1957) mentre si avvia verso l'amata libreria.

A causa dei ripetuti furti si è rinunciato a ricollocare fra le labbra del poeta la pipa, compagna di tutta la sua vita, con cui lo scultore l'aveva raffigurato.






13. CAFFÈ-LATTERIA DA WALTER  - Via San Nicolò, 31

La latteria di fronte alla libreria è il luogo prediletto da Umberto Saba (1883-1957) per le sue pause dal lavoro. Da Walter si fa vedere parecchie volte al giorno e chi passa a trovarlo va a chiacchierare con lui al primo tavolo, di fronte alla vetrata.

A volte, quando Umberto Saba (1883-1957) deve comporre una poesia e ha bisogno di concentrarsi, anche Carlo Cerne deve andarsene dalla libreria e rifugiarsi da Walter finché il poeta non ha finito.






14. STUDIO DI EDOARDO WEISS  - Via San Lazzaro, 8

Tra il 1929 e il 1931 Umberto Saba (1883-1957) è in cura da Edoardo Weiss (1889-1970), psicoanalista triestino, allievo di Sigmund Freud, che introdusse in Italia la dottrina psicoanalitica

Umberto Saba (1883-1957) dichiara che l'incontro con Edoardo Weiss (1889-1970) rappresenta per lui l'inizio di una nuova fase esistenziale: riscopre l'importanza che aveva avuto nella sua vita la balia, con la quale riallaccia i contatti e che spesso va a trovare.

"Un grido
s'alza di bimbo sulle scale.E piange
anche la donna
che va via. Si frange
per sempre un cuore in quel momento.
Adesso
sono passati quarant'anni.
Il bimbo
è un uomo
adesso, quasi un vecchio, esperto
di molti beni e molti mali. È Umberto
Saba quel bimbo. E va, di pace in cerca,
a conversare
colla sua nutrice;
che anch'ella fu di lasciarlo infelice
non volontaria lo lasciava"

 - Il piccolo Berto, 1929-1931 -


15. BIBLIOTECA CIVICA - Piazza Lipsia, oggi Piazza Hortis, 4





16. MOLO AUDACE



"Per me al mondo non v’ha un più caro e fido
luogo di questo. Dove mai più solo
mi sento e in buona compagnia che al molo
San Carlo, e più mi piace l’onda e il lido? [...]"

- Il molo -


17. STRADA COSTIERA TRIESTINA

In una delle piazzole-belvedere che si trovano lungo il percorso della Strada Costiera Triestina, si trova una roccia con incisi alcuni versi della poesia Avevo di Umberto Saba (1883-1957).





"[...] Avevo una città bella tra i monti
rocciosi e il mare luminoso. Mia
perché vi nacqui, piú che d’altri mia
che la scoprivo fanciullo, ed adulto
per sempre a Italia la sposai col canto [...]"

Avevo, 1944 -


18. SALOTTO DI ANITA PITTONI

Molto frequentato da Umberto Saba (1883-1957), qui vi incontrava i principali intellettuali della città.






19. BUSTO DI UMBERTO SABA - Giardino Pubblico Muzio Tommasini, Via Giulia

Busto di Umberto Saba (1883-1957)
nel Giardino Pubblico Muzio Tommasini