Personalità legate al Friuli-Venezia Giulia - Scipio SLATAPER (1888-1915)


Scipio Slataper (Trieste, 14 luglio 1888 – Monte Calvario, 3 dicembre 1915) è stato uno scrittore e militare, irredentista, tra i più noti nella storia letteraria di Trieste.


Scipio Slataper ritratto
Scipio Slataper
(di sconosciuto - da Il mio Carso)
Fonte immagine: Wikimedia Commons


Biografia


Pur essendo stato inizialmente molto critico nei confronti delle tesi irredentiste, allo scoppio della Prima guerra mondiale si arruolò volontario, come molti altri triestini, nel Regio esercito italiano raggiungendo il grado di Sottotenente nel 1° Reggimento dei Granatieri di Sardegna.


Morì sul monte Podgora, durante la presa della Quota 241 del Monte Calvario da parte della Brigata Casale nella Quarta battaglia dell'Isonzo (10 novembre-2 dicembre 1915).

Per il suo sacrificio gli venne concessa la Medaglia d'Argento al Valor Militare.

Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - I cantieri navali di Trieste e Monfalcone



I cantieri navali di Trieste hanno un'antica tradizione di circa tre secoli, quando agli inizi del XVII secolo Trieste andò sviluppandosi come importante città marittima anche in conseguenza del declino di Venezia.

Nel 1719 a Trieste per volere di Carlo VI d'Asburgo (1711-1740) venne istituito il porto franco, dopo che il 2 giugno 1717 da parte dello stesso sovrano c'era stata la promulgazione della Patente Sovrana che permetteva a chi si metteva sotto bandiera austriaca di commerciare liberamente nell'Adriatico. Tali provvedimenti costituirono un'importante spinta alla crescita delle attività marinare e commerciali della città e la necessità di adeguare la flotta mercantile determinarono uno sviluppo delle attività cantieristiche.


Lo squero della Confraternita di San Nicolò

In quel periodo operava a Trieste il piccolo squero dell'antica Confraternita di San Nicolò, ubicato fuori delle mura cittadine, ed adibito principalmente a piccole costruzioni e riparazioni.

Nel 1719 venne costituita a Vienna, la Compagnia Orientale, per gli scambi commerciali soprattutto con il Mediterraneo orientale, che avendo bisogno di una propria flotta per i propri traffici commerciali decise di aprire un proprio cantiere navale, acquistando nel 1720 un terreno fuori le mura cittadine nella zona delle saline, che vennero interrate, costruendo un cantiere con i relativi depositi di legnami e di materiali.

Nel 1723 il cantiere venne rilevato dal governo austriaco per la costruzione dell'arsenale, che venne poi trasferito a Fiume.

Con il fallimento della Compagnia Orientale il cantiere venne demolito intorno al 1740 e lo squero della Confraternita di San Nicolò rimase l'unico cantiere navale cittadino.

Nel 1770 la direzione dello Squero San Nicolò venne affidata a Giuseppe Panfilli.


Lo Squero nuovo o Squero Panfilli

A causa dello sviluppo urbanistico di Trieste lo Squero San Nicolò cessò l'attività nel 1789 ed alla famiglia Panfilli venne assegnato uno squero che era stato impiantato nel 1770 e successivamente nel 1788 era stato notevolmente ampliato nella sua superficie. Per distinguerlo dal vecchio "Squero di San Nicolò" venne denominato Squero nuovo o Squero Panfilli. Il nuovo cantiere disponeva di otto scali per la costruzione di navi grandi e di altri cinque per la costruzione di navi di minore portata e per oltre mezzo secolo venne considerato uno degli stabilimenti tecnicamente meglio attrezzati del Mediterraneo.

Nel 1787 nelle vicinanze del vecchio Lazzaretto San Carlo, oggi sede del Civico Museo del Mare, sorse anche un altro cantiere che sarebbe stato chiuso nel 1825 a causa di lavori di sistemazione del litorale.

Il Cantiere Panfilli cessò la sua attività nel 1851, quando iniziarono i lavori per la ferrovia e venne totalmente demolito nel 1853.


Il Cantiere San Marco


Gaspare Tonello giunse a Trieste da Venezia nel 1819 con l'incarico di insegnare costruzione navale alla Scuola Nautica di Trieste. Avviò anche una collaborazione con lo Squero Panfilli e nel 1839 impiantò il Cantiere a San Marco, inaugurato ufficialmente il 21 marzo 1840.

Il Cantiere San Marco, era un vecchio squero che aveva operato tra il 1840 e il 1877 e che si trovava in posizione più favorevole e più protetta rispetto al Cantiere San Rocco: il primo, infatti, era più vicino alla Fabbrica Macchine Sant'Andrea e poteva eventualmente avvalersi della costruzione di un raccordo ferroviario per il trasporto dei motori sulle navi in costruzione.


Tra le unità costruite nel Cantiere San Marco sono da ricordare:

Navi da battaglia Classe Tegetthoff:

- Corazzata SMS Viribus Unitis, varata il 24 giugno 1911


La Fabbrica Macchine Sant'Andrea

Nel 1830 l'industriale austriaco  Georg Strudthoff aprì una piccola officina per la riparazione dei motori navali a vapore e nel 1835 in località Sant'Andrea una fabbrica di motori ed una fonderia per la produzione di macchine a vapore. 

Queste attività sviluppandosi vennero integrate in un complesso che prese la denominazione di Fabbrica Macchine Sant'Andrea.


Il Cantiere San Rocco

Nel 1857 lo stesso Strudthoff impiantò sull'arenile di Muggia un cantiere navale su un terreno che la sua famiglia aveva acquistato nel 1850 dal comune di Muggia, nei pressi della chiesetta di San Rocco, allo scopo di ampliare la propria attività e che prese il nome di Cantiere San Rocco.

Nel corso degli anni nel Cantiere San Rocco vennero costruite sia navi mercantili che militari.

In questo cantiere la fregata SMS Novara della k.u.k. Kriegsmarine ovvero l'Imperial Regia Marina austro-ungarica che tra il 1857 e il 1859 aveva affrontato a scopo scientifico la circumnavigazione del globo, tra il 1861 e il 1862 venne sottoposta a lavori di modernizzazione per trasformarla da nave a vela a nave a vapore.





Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - Villa Necker (Trieste)


Circondata da un grande giardino, Villa Necker si trova all'incrocio tra Via Napoleone Bonaparte e Via dell'Università.

Non è ben chiaro da chi fu costruita e per chi.

Quello che si sa per certo è che nel 1820 venne venduta a Girolamo Bonaparte, fratello minore di Napoleone. Qui nacque uno dei suoi figli, Napoleone Giuseppe Carlo, avuto dalla seconda moglie, la principessa Caterina di Württemberg.


Villa Necker, su Via Napoleone Bonaparte


Nel 1827 l'edificio passò di proprietà ad Alfonso Teodoro Necker, titolare a Trieste di una ditta di commercio e console svizzero, al quale si deve il nome Villa Necker. Nella prima metà dell'800 la villa divenne ritrovo dell'alta società e della cultura non solo triestina, ma anche europea.

Nel 1851 la proprietà viene venduta al Comando della Marina militare austriaca. Due anni dopo nell'edificio viene allestito un ospedale per ufficiali e soldati decorati, reduci dalla battaglia di Solferino.

Nel 1918 la villa diventò proprietà del demanio italiano e sede fino al 1945 del Comando V Corpo d'Armata.

Oggi ospita il Comando Militare Regionale Friuli-Venezia Giulia con adiacente il Circolo Ufficiali.


Come arrivare:
Con l'autobus: linea 30 Trieste Trasporti, direzione Via Locchi, fermata Largo Papa Giovanni


CURIOSITA'


Filatelia
Il 1° ottobre 1986 la Repubblica Italiana ha dedicato a Villa Necker un francobollo della serie Ville

Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - BORDANO, il paese delle farfalle (UD)



Visualizza Bordano in una mappa di dimensioni maggiori


Bordano, capoluogo dell'omonimo comune della provincia di Udine è conosciuto come il paese delle farfalle per la notevole presenza nella tarda primavera di diverse specie di questo insetto. Ospita anche la Casa delle Farfalleun vero e proprio museo vivente di questi insetti, dove si riproducono oltre 400 specie di farfalle. E' divisa in tre grandi giardini: amazzonico, afro-tropicale e indo-australiano. All'interno vi si possono vedere tutti gli stadi di sviluppo delle farfalle, da uovo a bruco e da crisalide a farfalla. Vi si possono anche osservare le differenze tra le farfalle diurne e quelle notturne de altre particolarità.

Molti murales raffiguranti le farfalle "colorano" le case di Bordano. Sono stati eseguiti  con stili anche molto diversi da pittori arrivati da tutto il mondo sia sui muri delle abitazioni che degli edifici comunali e sui quelli d'istruzione. La loro realizzazione è iniziata massicciamente negli anni Novanta proprio in concomitanza con la realizzazione della Casa delle Farfalle.




Da segnalare: la Casa delle Farfalle


Dove sostare: aree di sosta, agriturismi e camping


FRAZIONI DI BORDANO: Interneppo

Area Attrezzata per picnic Sottrivea - Tramonti di Sopra, PN


L'Area Attrezzata Sottrivea si trova sul greto del fiume Meduna, a pochi passi dalla spiaggetta CessaE' attrezzata con gazebi coperti, griglie per barbecue, giochi per bambini e bar. 



Visualizza l'Area Attrezzata per picnic Sottrivea in una mappa di dimensioni maggiori

Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - 9 ottobre 1963: il "disastro del Vajont"


Alle 22:39 del 9 ottobre 1963 un'enorme frana lunga 2 km di oltre 270 milioni di metri cubi di rocce e terra si staccò dal Monte Toc.  In circa 20 secondi scivolò nel bacino idrico artificiale sottostante delimitato dalla diga alla velocità di 100 km/h, generando una scossa sismica e riempiendo completamente il lago.




Cortometraggio sulla costruzione della diga del Vajont


L'impatto con l'acqua generò un'onda a tre punte alta 250 metri: la prima si diresse verso l'alto in direzione della frazione di Casso, in provincia di Pordenone, ma essendo più alta del paese, fece piovere acqua e sassi, facendo molti feriti ma nessun morto.


Veduta della diga e di Casso, in alto a destra
(di Andrea Braga - Opera Propria)
Fonte immagine: Wikipedia


La seconda si diresse verso la frazione di Erto, sempre in provincia di Pordenone; uno sperone di roccia che si trovava sotto il paese spezzò l'onda riuscendo a proteggere Erto ma non le borgate che vennero completamente distrutte: Frasseign, Spesse, Pineda, Prada, Marzana e San Martino.

La terza, di 50 milioni di metri cubi, scavalcò la diga, che rimase intatta, e precipitò nella stretta valle sottostante puntando verso il paese di Longarone, in provincia di Belluno. L'acqua raggiunse il paese in soli 4 minuti, distruggendolo completamente.




Animazione digitale della frana del Monte Toc


I morti ad Erto furono circa 350, 1.910 quelli totali nella Valle: tra questi 460 erano bambini.


Valle del Vajont 1963
La valle del Vajont, prima e dopo la frana del Monte Toc (fotogallery)
Fonte immagine: Wikimedia Commons


Questo tragico avvenimento è conosciuto come il disastro del Vajont.




Cimitero Monumentale delle Vittime del Vajont
(Fortogna, frazione di Longarone - BL)


CURIOSITA'

Cinema
Vajont-La diga del disonore - Renzo Martinelli, 2001

Fumetti
Vajont, Storia di una digaFrancesco Niccoli e Duccio Boscoli, Ed. Becco Giallo (2013)

Sport
Per rendere omaggio alle vittime del disastro del Vajont, il 15 maggio 2013 il comune di Erto e Casso ha ospitato l'arrivo della 12° tappa del Giro d'Italia

Teatro
Il racconto del Vajont - Marco Paolini e Gabriele Vacis, 1997

La musica e il Friuli-Venezia Giulia - LA CAMPANA DI SAN GIUSTO - C. Arona e G. Drovetti, 1915


Il brano La campana di San Giusto, meglio nota come Le ragazze di Trieste, nacque nel 1915, all'inizio della 
Prima guerra mondiale, nel sogno della sconfitta austriaca e del ritorno all'Italia e conobbe il suo momento di maggiore splendore con la vittoria e l'entrata a Trieste delle truppe italiane, il 3 novembre 1918.




Gli autori sono Giovanni Drovetti (1879-1958) per le parole e Colombino Arona per la musica.


Testo

Per le spiagge, per le rive di Trieste
Suona e chiama di San Giusto la campana,
l'ora suona l'ora suona non lontana
che più schiava non sarà!

Le ragazze di Trieste
Cantan tutte con ardore:
"O Italia, o Italia del mio cuore
Tu ci vieni a liberar!"

Avrà baci, fiori e rose la marina
la campana perderà la nota mesta,
su San Giusto sventolar vedremo a festa
il vessillo tricolor!

Le ragazze di Trieste
Cantan tutte con ardore:
"O Italia, o Italia del mio cuore
Tu ci vieni a liberar!"

Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - 1944-1956: l'esodo delle popolazioni istriane, fiumane e dalmate


L'esodo delle popolazioni istriane, fiumane e dalmate, conosciuto anche come esodo giuliano-dalmata o solo esodo istriano, consistette nell'abbandono delle proprie case da parte della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dai territori del Regno d'Italia prima occupati dall'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.

Le traformazioni introdotte dal regime comunista jugoslavo rese, infatti, impossibile per le comunità italiane mantenere la propria identità nazionale.

A questo vanno aggiunte anche la paura, eredità della stagione delle foibe, l'oppressione politica, la persecuzione religiosa e la difficile situazione economica.

Il fenomeno, che iniziò nel 1944 con l'abbandono della città di Zara distrutta dai bombardamenti Alleati e si concluse ufficialmente nel 1956, riguardò circa 300.000 persone.

Può essere diviso in due momenti principali:


Il primo esodo: 1945-1951

Il primo esodo avvenne tra il 1945 e il 1951, soprattutto dopo che il Trattato di Parigi (10 febbraio 1947), cedette alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia ZaraFiume e quasi tutta l'Istria.

In seguito alla Conferenza di Pace (29 luglio - 15 ottobre 1946) che aveva preceduto il Trattato di Parigi (10 febbraio 1947), dall'estate del 1946 gli abitanti di Pola, allora governata provvisoriamente dagli anglo-americani, lasciarono per primi la loro città.

In un secondo momento cominciarono l'esodo anche la maggior parte degli italiani di Fiume e dell'Istria, zona, quest'ultima, nella quale si svuotarono interi villaggi e cittadine.

In questa prima fase, la città di Trieste, allora governata provvisoriamente da un'amministrazione militare anglo-americana, non venne coinvolta, e i profughi vennero distribuiti nel resto dell'Italia, dove furono allestiti più di un centinaio di centri di raccolta profughi, come il Centro di Smistamento Profughi di Via Pradamano, vicino a Porta Aquileia, Udine, che  funzionò dal 1947 al 1960. Da questo centro di smistamento passarono oltre cento mila esuli.



Giovane esule italiana trasporta,
insieme ai propri effetti personali, un tricolore
(di anonimo - web)
Fonte immagine: Wikipedia


Il secondo esodo: dal 1954

Con l'entrata in vigore del Memorandum di Londra (26 ottobre 1954) il Territorio Libero di Trieste venne diviso tra Italia e Jugoslavia: la Zona A con Trieste ritornò all'Italia e la Zona B viene assegnata alla Jugoslavia. Da quest'ultima zona, abitata quasi integralmente da italiani e amministrata fino al 1954 da un governo militare jugoslavo, iniziò un secondo esodo di massa.

Gli esuli della Zona B si fermano in maggioranza a Trieste e a Gorizia, trovando ospitalità in alcuni centri di raccolta profughi: oltre che quello della caserma di Padriciano, altri vennero istituiti presso il Silos e la Risiera di San Sabba. In alcuni casi si decise addirittura di costruire da zero dei centri abitati per accogliere gli esuli, come è il caso del Villaggio del Pescatore.


C'era una volta...
Foto del gruppo fb TRIESTE CHE NON C'E' PIU'


Tra coloro, che lasciarono la loro terra voglio ricordare le famiglie di:

Carlo Leopoldo Conighi - Trieste, 4 luglio 1884 – Udine, 5 gennaio 1972 (architettura)

Agostino Straulino - Lussinpiccolo, 10 ottobre 1914 – Roma, 14 dicembre 2004 (sport)

Ottavio Missoni - Ragusa di Dalmazia, 11 febbraio 1921 - Sumirago, 9 maggio 2013 (moda)

Alida Valli - Pola, 31 maggio 1921 - Roma, 22 aprile 2006 (cinema)

Oreste Dequel - Capodistria, 17 agosto 1923 – Roma, 27 luglio 1985 (scultura)

Vincenzo Bettiza, detto Enzo Bettiza Spalato, 7 giugno 1927 (letteratura)

Sergio Endrigo - Pola, 15 giugno 1933 - Roma, 7 settembre 2005 (musica)




Abdon Pamich - Fiume, 3 ottobre 1933 (sport)

- Marisa Madieri - Fiume, 1938 - Trieste, 1996 (letteratura)

Giovanni Nino Benvenuti - Isola d'Istria, 26 aprile 1938 (sport, cinema)

Laura Antonelli - Pola, 28 novembre 1941 -  Ladispoli, 22 giugno 2015 (cinema)

Gianni Brezza - Pola, 9 novembre 1942 - Roma, 5 aprile 2011 (danza, cinema)

Uto Ughi, nome d'arte di Bruto Diodato Emilio Ughi - Busto Arsizio, 21 gennaio 1944 (musica)

- Wilma Goich - Cairo Montenotte, 16 ottobre 1945 (musica)

Lidia Matticchio - Pola, 21 febbraio 1947 (gastronomia)

Sergio Marchionne - Chieti, 17 giugno 1952 (industriale)


Monumento in ricordo dell'esodo

Il 26 settembre 2010 è stato eretto un monumento nei pressi del valico di Rabuiese da cui transitò la maggior parte degli esuli della Zona B.


CURIOSITA'

Filatelia: la Repubblica Italiana ha emesso due francobolli per ricordare l'esodo degli italiani: il primo al 50° anniversario e il secondo il 10 febbraio del 2005, per l'istituzione del Giorno del Ricordo.


Filatelia

Fonte: wikipedia

Personalità legate al Friuli-Venezia Giulia - Muzio DE TOMMASINI (1794-1879)


Muzio Giuseppe Spirito de' Tommasini, più noto come Muzio Tommasini, ma anche, nella variante tedesca Mutius Ritter von Tommasini (Trieste, giugno 1794 - 31 dicembre 1879) è stato un botanico e politico italiano.

Il primo catalogo del futuro Orto Botanico di Trieste, intitolato Delectus seminum quae Hortus Botanicus tergestinum pro mutua communicatione offert e curato nel 1877 da Tommasini e da Raimondo Tominz (1822-1906), registra 254 differenti tipi di piante, fra cui una varietà di Crocus, appartenente alla famiglia delle Iridacee, chiamata in onore del botanico Crocus Tommasinianus.


Crocuses image
Crocus Tommasinianus
(di liz west)
Fonte immagine: Wikimedia Commons


Intitolazioni e riconoscimenti

A lui è intitolato il Giardino Pubblico di Trieste, all'interno del quale si trova un busto a lui dedicato.





Fonte: wikipedia

Cosa raggiungere dal Friuli-Venezia Giulia - Croazia (HR) - Unione Europea


Come arrivare:
- via terra: SS14 Trieste - Slovenia (strada 12/E619) - autostrada A2/E70 Zagreb/Zagabria
- via mare: con traghetto Jadrolinija da Ancona per Zadar/Zara e Split/Spalato
                con traghetto Jadrolinija da Bari per Dubrovnik/Ragusa
                con traghetto Snav da Ancona o da Pescara a Split/Spalato



Visualizza la Croazia in una mappa di dimensioni maggiori


Scheda

Capitale: Zagreb/Zagabria

Altre città importanti: Dubrovnik/Ragusa, Osijek, Rijeka/Fiume, Split/Spalato, Zadar/Zara

Forma di governo: Repubblica semipresidenziale


UE: il Paese fa parte dell'Unione Europea (dal 1° luglio 2013)

Popolazione: 4.290.612 (al 2011)

Superficie: 56.594 km²

Moneta: Kuna, HRK (1 kuna=100 lipe) - Convertitore Valute della Banca d'Italia

Fuso orario: stessa ora italiana (si applica l'ora legale)


Cosa raggiungere dal Friuli-Venezia Giulia - Austria (A) - Unione Europea



Visualizza l'Austria in una mappa di dimensioni maggiori


Scheda

Capitale: Wien/Vienna

Altre città importanti: Graz, Innsbruck, Linz, Salzburg/Salisburgo

Forma di governo: Repubblica parlamentare federale

UE: il Paese fa parte dell'Unione Europea (dal 1° gennaio 1995)

Popolazione: 8.393.644 (al 2012)

Superficie: 83.871 Km²

Moneta: Euro

Fuso orario: stessa ora italiana (si applica l'ora legale)


Il cinema e il Friuli-Venezia Giulia - IL VANGELO SECONDO MATTEO - Pier Paolo Pasolini, 1964


Il Vangelo secondo Matteo è un film in bianco e nero, diretto nel 1964 da Pier Paolo Pasolini (1922-1975) e incentrato sulla vita di Gesù, così come viene descritta nel Vangelo secondo Matteo.




Il Vangelo secondo Matteo (1964)


Il film venne presentato nel mese di settembre a Venezia e all'inizio non riscosse alcun successo da parte degli intellettuali della sinistra italiana come Sciascia e Fortini. Ma anche in Francia, a Parigi, dove venne presentato in un secondo momento fu accolto non favorevolmente da alcuni critici di sinistra, tra i quali Jean-Paul Sartre.

Il film, che venne presentato in tutti i paesi europei, ottenne invece un grande successo di pubblico. Pier Paolo Pasolini (1922-1975) venne applaudito e premiato anche dagli ambienti ufficiali della Chiesa Cattolica.

Per il suo film, il regista utilizzò attori non professionisti e comparse scelte tra gli abitanti dei luoghi nei quali lo girò; molti dei suoi amici parteciparono alle riprese e Pasolini coinvolse anche l'anziana madre Susanna, dandole il ruolo della Madonna anziana.



Alcuni costumi del film
Mostra Trame di Cinema
(Villa Manin, Stagione 2014)


Il film venne girato in diverse località italiane tra cui la Basilicata; voglio ricordare Barile, Lagopesole (la scena del sinedrio è girata nel cortile interno del Castello) e i Sassi di Matera.


"Feci un grande giro del Sud in macchina, da solo, scelsi le località adatte.
[...] Gerusalemme era la parte vecchia di Matera, quella dei 'sassi'. [...]
Betlemme era un paese delle Puglie chiamato Barile
dove la gente fino a pochi anni fa viveva veramente nelle grotte.
I castelli erano alcuni di quei castelli normanni
che costellano la Puglia e la Lucania"
Da "Pasolini su Pasolini. Conversazioni con Jon Halliday", Guanda 1992

Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - TRAMONTI DI SOPRA, PN


Tramonti di Sopra è il capoluogo dell'omonimo comune in provincia di Pordenone.

Nel 1976 il terremoto del Friuli provocò enormi crolli e danni.

In paese è presente una Chiesa Evangelica Valdese.





Nelle vicinanze: varie escursioni

Da segnalare: Area Attrezzata per picnic Sottrivea




Dove sostare: aree di sosta, agriturismi e camping


CURIOSITA'

Personalità legate a Tramonti di Sopra
Luciano Pradolin - Tramonti di Sopra, 28 febbraio 1921 - Udine, 11 febbraio 1945


FRAZIONI DI TRAMONTI DI SOPRA: Chievolis, Inglagna, Redona