Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - L'Aeroporto militare di Rivolto


L'Aeroporto di Rivolto è noto soprattutto perché sede delle Frecce Tricolori, la Pattuglia Acrobatica Nazionale (P.A.N.) dell'Aeronautica Militare e costituente il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico.


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Ingresso dell'Aeroporto
(di Lohengrin Giraud - Opera Propria)
Fonte immagine: Wikimedia Commons


È un aeroporto militare armato, sede del 2° Stormo ed intitolato a Mario Visintini (1913-1941), il primo degli assi dell'aviazione della Regia Aeronautica, decorato con Medaglia d'Oro al Valor MilitareMario Visintini (1913-1941) fu il pilota con in assoluto il maggior numero di abbattimenti in Africa Orientale tra tutte le forze belligeranti e l'asso di biplani da caccia con il maggior numero di abbattimenti della Seconda guerra mondiale.

Nell'aeroporto militare di Rivolto, fino al 2004, aveva sede anche il 14° Gruppo con cacciabombardieri AMX International AMX.

In base al Decreto ministeriale del 25 gennaio 2008 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 marzo 2008 l'aeroporto è classificato come MOB (Main Operating Base).

Nell'aeroporto è presente anche un'importante stazione meteorologica del Servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare, facente parte dell'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM).

Dal 2011 la base è diventata polo missilistico nazionale.

Fonte: wikipedia

C'era una volta... - Acrobazie dei Lanceri Neri ad Aviano (1959)


Acrobazie dei Lanceri Neri ad Aviano (18 ottobre 1959)


(di sconosciuto - Jetphotos.net)
Fonte immagine: wikipedia

(di sconosciuto - Jetphotos.net)
Fonte immagine: wikipedia

Storia del Friuli-Venezia Giulia - 27 marzo 1960: tra le rocce del Carso viene posta una targa bronzea in ricordo di un incidente aereo


Lungo il sentiero della salvia che collega la località di Aurisina a Santa Croce si trova una targa bronzea che ricorda un incidente aereo e che riporta la scritta:

Su questa roccia s'infransero le ali
dei piloti
Fiorano Ricco
Vittore Calzetta

27 marzo 1960
L'Aero Club Trieste a ricordo




Domenica 31 marzo uno Stinson L-5 Sentinelun aereo da ricognizione statunitense costruito nel 1941 che per le sue caratteristiche e per la sua diffusione era all'epoca utilizzato come aereo da turismo, in uso dall'Aero Club di Trieste, partì dall'aeroporto di Merna per raggiungere in 10, 12 minuti Miramare e lanciare una corona per commemorare l'anniversario della morte di Amedeo di Savoia-Aosta (1898-1942).

Forse per le pessime condizioni meteo o forse per un guasto tecnico, l'aereo si schiantò contro le rocce del Carso dopo quasi mezz'ora di volo

Al momento dello schianto il velivolo stava percorrendo una rotta verso nord, anzichè verso sud; è quindi ipotizzabile che dopo aver rinunciato a raggiungere Miramare stesse cercando di raggiungere il campo di Prosecco o nuovamente l'aeroporto di Merna.

Nell'incidente, perdono la vita i due piloti Fiorano Ricco e Vittore Calzetta, il primo nato a Milano, aveva conseguito il brevetto di volo nel 1917 e lavorava a Trieste come dirigente in una ditta nel settore del caffè, mentre il secondo, nato a Treviso, aveva conseguito il brevetto nel 1945 ed era impiegato come pilota collaudatore alla Lancia di Trieste.

Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - Il Sommergibile Jalea


Lo Jalea è stato un sommergibile della Regia Marina.


Storia

Una volta operativo venne dislocato a La Spezia, inquadrato nella I Squadriglia Sommergibili.

Venne impiegato per l'addestramento nel Tirreno settentrionale, venendo più volte dislocato temporaneamente a La Maddalena.

Divenuto caposquadriglia sotto il comando del Capitano di Fregata Ernesto Giovannini, nell'agosto 1914 lasciò la base ligure e si trasferì a Messina.

In seguito si portò a Venezia, insieme al gemello Zoea e con la scorta dell'unità appoggio Lombardia.

Dopo l'ingresso dell'Italia nella Prima guerra mondiale, quando si trovava di base a Venezia, Caposquadriglia della I Squadriglia Sommergibili, operò nelle acque costiere dell'Adriatico, sulle rotte mercantili austroungariche ed al largo dei porti dell'Impero Austro-Ungarico, svolgendo 7 missioni offensive.

Il 16 agosto 1915 lasciò Venezia per disporsi in immersione tra la secca Mula di Muggia (5 miglia al largo di Grado) e Punta Sdobba (Foce dell'Isonzo) e stazionare al largo di Porto Buso nella notte del 17-18 a supporto di alcune Torpediniere che avrebbero effettuato la posa di un campo minato nel Golfo di Trieste. Alle 4:30 del 17 agosto il sommergibile venne avvistato più volte dal semaforo di Grado.

Il 18 agosto, all'alba, venne avvistato in seguito a richiami un uomo aggrappato a una boa foranea di Grado; soccorso, l'uomo risultò essere il Torpediniere Arturo Vietri, appartenente all'equipaggio dello Jalea ed unico sopravvissuto del sommergibile.

Dal suo racconto si venne a sapere delle circostanze della perdita. Giunto nel Golfo di Trieste, lo Jalea si era posato sul fondale a mezzogiorno del 17 e l'equipaggio aveva consumato la colazione; all'una del pomeriggio il sommergibile era ripartito diretto a nordest, al centro del golfo. Alle 14:30 l'unità, mentre stava accostando per assumere rotta inversa, urtò una mina a prua ed iniziò ad allagarsi, posandosi su un fondale di 14 metri circa 3 miglia a est/sudest della secca Mula di Muggia.

Vietri sollecitò il Comandante Giovannini ad abbandonare il sommergibile, ma questi decise di rimanere a bordo. Dei circa 20 uomini dell'equipaggio (2 ufficiali, 5 sottufficiali e 13 fra sottocapi e marinai) solo 6 riuscirono a fuoriuscire dal sommergibile tramite il portello prodiero: Vietri, il Comandante in Seconda Tenente di Vascello Guido Cavalieri, il Capo di Seconda Classe Ciro Armellino, il Sottocapo Torpediniere Tullio di Biagio, il Torpediniere elettricista Giuseppe Motolese ed il Marinaio Alfredo Giacometti.

I 6 superstiti cercarono poi di raggiungere a nuoto la costa di Grado, più vicino territorio in mano italiana, per evitare la cattura, ma Cavalieri, Armellino, Di Biagio, Motolese e Giacometti morirono nel tentativo; solo Vietri sopravvisse e venne tratto in salvo da un motoscafo, dopo aver passato in acqua 14 ore.

Il relitto dello Jalea, individuato già dieci giorni dopo l'affondamento da un idrovolante pilotato dal Tenente di Vascello Giuseppe Miraglia, venne recuperato per mezzo di pontoni nel maggio 1954, portato nei cantieri di Monfalcone e lì demolito.



Recupero del sommergibile Jalea


I resti degli altri membri dell'equipaggio vennero tumulati nel Sacrario militare di Redipuglia.



Monfalcone (GO) -

Fonte: wikipedia

Storia del Friuli-Venezia Giulia - 9 agosto 1918: il "volo su Vienna" di Gabriele D'Annunzio


Il Volo su Vienna è stato una trasvolata compiuta da 11 Ansaldo S.V.A. dell'87ª Squadriglia Aeroplani, detta la Serenissima.


Manifesto commemorativo del Volo su Vienna
Fonte immagine: wikipedia


Dieci erano monoposto, tra S.V.A. 5 e S.V.A.9, pilotati da Antonio Locatelli (1895-1936), Girolamo Allegri detto fra' Ginepro (1893-1918), Ludovico Censi, Aldo Finzi (1891-1944), Piero Massoni, Giordano Bruno Granzarolo, Sarti, Francesco Ferrarin, Alberto Masprone (1884-1964) e Vincenzo Contratti.

L'ultimo era un biposto S.V.A. 10 pilotato dal Capitano Natale Palli (1895-1919). Il Maggiore Gabriele D'Annunzio (1863-1938), Comandante della Squadra Aerea S. Marco, era nell'abitacolo anteriore; con loro Garibaldo Marussi, di nove anni, figlio di Nino Marussi, scultore fiumano, amico di Gabriele D'Annunzio (1863-1938).


Vittoriale biplano-Ansaldo-SVA
Lo S.V.A. di Gabriele D'Annunzio (1863-1938) conservato al Vittoriale
(di Andreas Carter - Opera Propria)
Fonte immagine: Wikimedia Commons

La musica e il Friuli-Venezia Giulia - LA CANZONE DEL CARNARO - Gabriele D'Annunzio, 1918


Nel 1918 venne pubblicata una poesia scritta da Gabriele D'Annunzio (1863-1938) dedicata alla beffa di Buccari (10-11 febbraio 1918) che nel 1930 Luigi Dallapiccola (1904-1975) musicò con il titolo La Canzone del Quarnaro.




Storia del Friuli-Venezia Giulia - 10-11 febbraio 1918: La "beffa di Buccari"


La beffa di Buccari è stata un'incursione militare effettuata contro le navi austro-ungariche ormeggiate nella baia di Buccari, da parte di incursori della Regia Marina su dei motoscafi armati siluranti (MAS) nella notte tra il 10 e l'11 febbraio 1918, durante la Prima guerra mondiale.

Nonostante le limitate conseguenze materiali, tale azione ebbe l'effetto di risollevare il morale dell'Italia, messo a durissima prova dallo sfondamento di Caporetto, avvenuto alcuni mesi prima.

Dopo la vittoriosa incursione nel vallone di Muggia, del dicembre 1917, in cui i MAS 9 e 13, guidati rispettivamente dal Sottotenente di Vascello Luigi Rizzo (1887-1951) e Andrea Ferrarini, avevano affondato la corazzata austro-ungarica SMS Wien e danneggiato la SMS Budapest, si decise un'azione di forzamento della baia di Buccari dove erano ormeggiate diverse unità navali nemiche.


I preparativi

Il 9 gennaio 1918 l'Ammiraglio Luigi Cito emanò le direttive con foglio d'ordini 148 RR.P.

Il giorno seguente, l'Ammiraglio Casanova, comandante della Divisione Navale di Venezia, emanò gli ordini dettagliati per l'esecuzione dell'operazione nella baia di Buccari.


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La baia di Buccari
(di Nati13 - Opera Propria)
Fonte immagine: Wikimedia Commons

Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - PIERIS, frazione di San Canzian d'Isonzo (GO)


Pieris è la frazione che ospita la sede municipale del comune sparso di San Canzian d'Isonzo.

Il paese si trova a ridosso della strada statale 14 della Venezia Giulia (SS 14).






Il Giro d'Italia del 1946



CURIOSITA'

Personalità legate a Pieris
Fabio Capello - Pieris, 18 giugno 1946 (sport)

Scoprire il Frili-Venezia Giulia - Il Castello di Gorizia (Gorizia)


Il Castello di Gorizia è una fortificazione risalente all'XI secolo costruita sul colle che domina la città di Gorizia.


Storia

La costruzione del Castello è databile intorno al 1146, anno nel quale per la prima volta compare il titolo di Conte di Gorizia, abbinato a Enrico IV di Spanheim, che presuppone la presenza di una fortificazione in loco.

È probabile che inizialmente una serie di strutture difensive come un terrapieno, un fossato, una palizzata avessero preceduto la costruzione di un torrione o mastio di pietra, il quale venne ampliato ulteriormente durante il XIII secolo con l'aggiunta di un palazzo signorile e un edificio di due piani. In questo stesso periodo era sicuramente presente un borgo al di fuori della palizzata provvisto a sua volta di una barriera difensiva e composto da case costruite obbligatoriamente in muratura, imposizione data ai residenti che si aggiungeva a quella di difendere il castello in caso di attacco.

La prima raffigurazione del castello è risalente al 1307 impressa sul sigillo concesso alla città da Alberto II d'Asburgo (1298-1358), sebbene la figura sia molto stilizzata si riesce a distinguere chiaramente il mastio. È probabile che intorno al 1350 il Castello avesse sembianze simili al Castello di Bruck, presso Lienz.

Alla morte di Leonardo, l'ultimo Conte di Gorizia, avvenuta nel 1500 il feudo e il castello di Gorizia divennero proprietà di Massimiliano I d'Asburgo (1459-1519), Imperatore del Sacro Romano Impero; il quale, pur rinforzandone le difese, nel 1508 perse la fortificazione e il territorio che caddero nelle mani della Repubblica di Venezia la quale rivendicava la successione della contea.

Sotto la Serenissima il castello ebbe un'ulteriore opera di fortificazione per renderlo più adatto alla guerra rinascimentale che comprendeva l'utilizzo delle armi da fuoco, tra le varie modifiche apportate venne anche abbattuto il mastio dell'XI secolo, tuttavia Venezia riuscì ad occupare il territorio per soli tredici mesi fino al giugno del 1509.

Nel secolo successivo il castello venne utilizzato come carcere e come caserma e perdette il suo aspetto medievale, nel XVIII secolo venne ulteriormente ampliato con bastioni, polveriere e muraglioni, la costruzione di alcune di queste opere furono supervisionate dal matematico ed stronomo Edmond Halley (1656-1742).

Il Castello venne danneggiato durante i bombardamenti della Prima guerra mondiale e oggetto di un restauro filologico negli anni che vanno dal 1934 al 1937 dall'Architetto Ferdinando Forlati (1882-1975) con l'aiuto del genio militare e della soprintendenza delle Belle Arti di Trieste. Si decise di ritornare ad un aspetto medievale del Castello e di abbandonare l'intonacatura bianca che la costruzione aveva acquisito durante il rinascimento.


Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - Il Rally del Friuli Venezia Giulia


Il Rally del Friuli e delle Alpi Orientali è un rally automobilistico che si svolge annualmente a fine estate tra le valli dei fiumi Natisone e Torre e che, dal 2013, per rafforzare il legame col territorio ha cambiato nome in Rally del Friuli Venezia Giulia.

La base della gara è la città di Cividale del Friuli che ne ospita la partenza, Assistenza e riordini, mentre Udine ospita l'arrivo ma soprattutto la prova spettacolo che si disputa in pieno centro tra due ali di folla.

Giunto nel 2015 alla 51ª edizione, viene organizzato dalla Scuderia Friuli in collaborazione con l'ACU, Automobile Club di Udine; non è stato disputato in una sola occasione, nel 1976, a causa del terremoto che colpì gravemente il Friuli.





Con il nome di Rally Alpi Orientali Historic, giunto alla 20ª edizione, la gara vede anche la partecipazione di auto storiche.

La gara "Historic" è valida per il Campionato Europeo nonché per il Campionato Italiano Rally Autostoriche.

Le prove classiche di questo rally sono la Masarolis, la Matajur, la Subit/Porzus, la Erbezzo e la Trivio. Quest'ultima è caratterizzata da salite, discese, dossi, tornanti e curve lente/veloci e si contraddistingue per il Trivio, un'inversione a U che richiama ogni anno molti appassionati.

Fonte: wikipedia

Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - La Corazzata SMS Budapest


La SMS Budapest è stata una Corazzata Classe Monarch della k.u.k. Kriegsmarine, la Marina Militare dell'Impero Austro-ungarico.

Costruita nei cantieri dello Stabilimento Tecnico Triestino, venne impostata nel 1893 e varata il 7 luglio 1896, classificata come "nave da battaglia da difesa costiera".




SMS Budapest (1896)
La SMS Budapest
Fonte immagine: Wikimedia Commons


Dal dicembre 1912 al marzo 1913 venne comandata da Miklós Horthy de Nagybánya (1868-1957).

Partecipò alla Prima guerra mondiale dai porti dell'Adriatico.

Alla fine del mese di agosto 1915 appoggiò gli sbarchi austriaci a Traste, nella zona di Cattaro.

Nell'agosto 1917 insieme alla sorella SMS Wien venne assegnata a Trieste ed il 6 novembre successivo attaccò la batteria costiera di Cortellazzo.

Il 9 dicembre 1917 la nave venne attaccata con la sua gemella SMS Wien nel  vallone di Muggia da motoscafi armati siluranti (MAS) italiani; il MAS 9 al comando del Sottotenente di Vascello Luigi Rizzo (1887-1951) affondò la SMS Wien, mentre i siluri del MAS 13 di Ferrarini mancarono la SMS Budapest centrando, invece, la banchina.

La nave sopravvisse alla Prima guerra mondiale e venne destinata alla Royal Navy, che la rifiutò.

Venne demolita in Italia nel 1920.

Fonte: wikipedia

Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - La Corazzata SMS Wien


La SMS Wien è stata una Corazzata Classe Monarch della k.u.k. Kriegsmarine, la Marina Militare dell'Impero Austro-ungarico.

Impostata nel 1893 e varata nel 1895, venne classificata come "nave da battaglia da difesa costiera".


SMS Wien NH 88936
La SMS Wien
(di Circovich, Basilio - Naval History and Heritage Command. link)
Fonte immagine: Wikimedia Commons


Nel 1897 partecipò alle manovre a Spithead per i 60 anni di regno della Regina Vittoria (1819-1901). Partecipò alla Prima guerra mondiale dai porti dell'Adriatico, bombardando le installazioni costiere di Golis il 9 settembre 1914 e nei giorni seguenti le batterie installate sulla costa del Montenegro. 

Alla fine del mese di agosto 1915 appoggiò gli sbarchi austriaci a Traste, nella zona di Cattaro.

Nell'agosto 1917 la k.u.k. Kriegsmarine, la Marina Militare dell'Impero Austro-ungarico dislocò due corazzate, la SMS Wien e la SMS Budapest, nel porto di Trieste per appoggiare dalla costa, se necessario, l'Esercito Imperiale Austro-Ungarico nella sua avanzata in territorio italiano.

Il 6 novembre successivo attaccò la batteria costiera di Cortellazzo, venendo colpita sette volte dall'artiglieria italiana e da due motoscafi armati siluranti (MAS), i cui siluri non andarono a segno.

La Regia Marina, che aveva alcuni cannone ferroviario 381/40 AVS a Grado, e il Regio Esercito italiano, che allora comandava anche l'aviazione militare, avrebbero potuto attaccare le due navi da battaglia nemiche, ma il pericolo di danneggiare Trieste obbligò a trovare un'altra soluzione, che si concretizzò nell'usare due motoscafi armati siluranti (MAS) per svolgere il delicato compito. Dopo la metà del novembre 1917 Morano Pignatti mise a punto un piano di attacco che prevedeva l'utilizzazione di due torpediniere e due motoscafi armati siluranti (MAS), il 9 e il 13.


Il 9 dicembre il gruppo di natanti italiani salpò da Venezia alle ore 17:00 raggiungendo verso le 22:45 il punto stabilito per il rilascio dei motoscafi armati siluranti (MAS), portati fin qui a rimorchio dalle torpediniere.

Il MAS 9, pilotato dal Sottotenente di Vascello Luigi Rizzo (1887-1951), e il MAS 13, guidato dal Sottufficiale Andrea Ferrarini, navigarono silenziosamente fino alle ostruzioni che impedivano l'accesso al porto recidendo le funi metalliche, entrarono nel vallone di MuggiaUna volta individuate le due corazzate da affondare i due comandanti si divisero.

Alle ore 2:32 del 10 dicembre vennero lanciati i siluri, seguiti poco dopo da quattro esplosioni: due provenienti dalla SMS Wien colpita dai siluri lanciati dal motoscafo armato silurante (MAS) guidato dal Sottotenente di Vascello Luigi Rizzo (1887-1951), e due da una banchina vicina alla SMS Budapest, colpita da Ferrarini che mancò di poco la SMS Budapest.

In seguito i due motoscafi armati siluranti (MAS) si diressero verso l'uscita dove incontrarono le torpediniere che li riportarono a Venezia.



Il MAS 9 di Luigi Rizzo (1887-1951) al rientro a Venezia dopo l'affondamento della Wien
Fonte: Wikipedia


La nave affondò, portando con sé 33 uomini d'equipaggio, in soli 5 minuti.

Nel 1925 vennero recuperati lo sperone di prua e il pezzo della poppa con il nome della corazzata.


C'era una volta...
Foto del gruppo fb TRIESTE CHE NON C'E' PIU'


Lo sperone di prua venne regalato a Gabriele D'Annunzio (1863-1938) per il suo Vittoriale, mentre il secondo è oggi conservato al Museo storico navale di Venezia.


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Frammento della prua della SMS Wien
recuperato dopo la Prima guerra mondiale,
(Di Bonty - Opera Propria)
Fonte immagine: Wikimedia Commons

Ulteriormente smembrata tra il 1953 e il 1955, la SMS Wien giace ancora oggi là dove è stata affondata.

Fonte: wikipedia

Storia del Friuli-Venezia Giulia - 265 a.C.-70 d.C.: l'Età Romana


186 a.C.
12.000 Galli scendono dalle Alpi per occupare le terre vicine al mare, area strategica per il controllo delle vie commerciali con l'est e fondano una città fortificata, forse l'odierna Medea

181 a.C.
Per prendere definitivo possesso della regione, il Senato di Roma decide di fondare una nuova colonia: Aquileia

179 a.C.
Il Console Quinto Fulvio Flacco (?-?) doma una ribellione dei Carni

178 a.C.
I Romani varcano il fiume Isonzo e conquistano Trieste agli Istri

171 a.C.
Il Console romano Gaio Cassio Longino (87/86–42 a.C.) intraprende alcune azioni militari contro Istri, Carni e Giapidi

169 a.C.
Aquileia conta già 15.000 abitanti

148 a.C.
Il Console Spurio Postumio Albino (?-?) dà inizio alla costruzione della Via Postumia che univa Genova ad Aquileia. Il tratto di strada nell'odierno Friuli è rappresentato dal tratto di strada che da Codroipo porta a Palmanova

131 a.C.
Il Pretore Tito Annio Lusco Rufo (?-?) fa iniziare i lavori per la costruzione della Via Annia, che collegava Aquileia a Hitria, oggi Adria, passando per Padova

129 a.C.
Il Console Gaio Sempronio Tuditano (?-?) conduce un'azione militare contro i popoli che si erano rivoltati contro Roma, tra i quali i Carni

115 a.C.
Il Console Marco Emilio Scauro (163–89 a.C. circa) conduce una campagna contro i Carni, penetrando nelle zone della Carnia e nelle Valli del Natisone i quali, dopo una strenua resistenza vengono assoggettati a Roma

113 a.C.
Una tribù di Cimbri sconfina nell'alto Friuli, ma viene respinta dai Romani

110 a.C.
I Giapidi, stanziati nell'entroterra istriano, attaccano i romani facendoli arretrare fino ad Aquileia

89 a.C.
Aquileia viene trasformata da colonia in municipium, ovvero un centro amministrativo autonomo. Gli abitanti acquisiscono di conseguenza la cittadinanza romana e la città può avere magistrati locali

La musica e il Friuli-Venezia Giulia - DA UDIN SIAM PARTITI - Canto della Seconda guerra mondiale


Canto nato durante la Seconda guerra mondiale tra gli Alpini della Julia, impegnati prima nella campagna di Grecia e poi in quella di Russia.



Da Udin siam partiti Coro Valtanaro Sezione Alessandria


Da Udin siam partiti
da Bari siam passati
Durazzo siamo scesi
in Grecia destinati

Ci tocca di partire
con la tristezza in cuore
lasciando la morosa
con gli altri a far l'amor

La Grecia terminata
Udin siam tornati
e tosto per la Russia
noi siamo destinati

E partiremo ancora
con la tristezza in cuore
lasciando la morosa
con gli altri a far l'amor

Motorizzati a piè
la piuma sul cappello
lo zaino affardellato
l'alpin l'è sempre quello

Fonte: wikisource

Scoprire il Friuli-Venezia Giulia - Curiosità su Trieste: BRANI MUSICALI legati a Trieste


Tango


Trieste mia Teddy Reno, 1925
Tanti auguri - Raffaella Carrà, 1979
Trieste - Sergio Endrigo, 1981
Sere nere - Tiziano Ferro, 2003
Dea Musica - Piero Pelù, 2004